Le amicizie, nel corso della vita di ognuno, cambiano. È inutile negarlo: c’è chi vede diminuire il numero di coloro che si possono chiamare “amici”, oppure chi preferisce la qualità alla quantità dei rapporti.
L’unica cosa certa è che, in un modo o nell’altro, crescere e diventare adulti significa anche vedere trasformate le relazioni.
Proviamo ad analizzare la situazione.
Il cambiamento personale
In ambito scientifico, si parla di friendship recession (o recessione dell’amicizia), ovvero la tendenza alla riduzione progressiva delle amicizie con l’avanzare dell’età.
Secondo l’American Perspectives Survey, la percentuale di persone senza amici intimi è quadruplicata rispetto agli anni Novanta: tra le cause principali ci sono la pandemia, l’aumento delle responsabilità, i ritmi di vita frenetici e la difficoltà a socializzare.
Sempre stando ai dati di questo studio, basato sulla popolazione americana, il 40% degli intervistati afferma di non avere migliori amici; tra i soggetti senza amici intimi, solo il 29% dichiara di essere completamente soddisfatto del numero di amici.
Questo perché diventare adulti significa attraversare esperienze che modellano la propria percezione e il proprio vissuto: si vivono avventure che insegnano a vedere il mondo – e noi stessi – con occhi diversi.
Tutto questo, inevitabilmente, porta a riconsiderare non solo la percezione che si ha della propria persona, ma anche dei rapporti interpersonali. Quindi, in primo luogo, si può dire che le amicizie cambiano perché siamo noi a cambiare.
Non si tratta solo di tempo che manca o di distanze che si creano, ma di un’evoluzione personale che può rendere alcune amicizie meno compatibili con la persona che stiamo diventando.
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Da giovani, l’amicizia è spesso spontanea e legata alla condivisione di esperienze quotidiane e comuni, come la scuola, l’università, o uno sport condiviso. Con l’età adulta, le priorità cambiano: si entra nel mondo del lavoro, si costruisce una famiglia, si inseguono obiettivi personali. Le energie si frammentano tra responsabilità diverse e, spesso, mantenere certi rapporti richiede uno sforzo consapevole.
Un altro fattore è la maturità emotiva. Crescendo, si diventa più consapevoli di ciò che si vuole da un’amicizia: non basta più la compagnia, serve un reale scambio di supporto e comprensione.
Avendo meno tempo a disposizione, si tendono a preferire rapporti “veri”, che abbiano un valore e che lascino qualcosa. Si diventa, quindi, più selettivi, meno disposti a mantenere legami per abitudine o per paura di restare soli.
Si smette di inseguire chi non ricambia e si dà più spazio a chi sceglie di esserci davvero e a chi mostra apprezzamento per il tempo passato insieme – e non è una cosa scontata.
Alla fine, le amicizie che resistono sono quelle costruite su una connessione autentica, capace di adattarsi ai cambiamenti senza perdere la propria essenza. Il resto, semplicemente, si lascia andare.
L’importanza della selezione
Le amicizie da adulti cambiano profondamente rispetto a quelle dell’adolescenza o della giovinezza, non si basano più su vicinanza geografica, abitudini quotidiane o la necessità di sentirsi parte di un gruppo.
Con il tempo, si tende a scegliere con più cura i rapporti umano, si è meno disposti a mantenere amicizie superficiali o sbilanciate e si cerca di passare il tempo con chi aggiunge valore alla propria vita – chi c’è anche quando non è conveniente esserci.
Le dinamiche si trasformano perché le priorità mutano: non è più così semplice vedersi spesso, ma i rapporti più autentici resistono anche a distanza e lunghi silenzi.
Le amicizie vere non hanno bisogno di conferme continue, si nutrono di rispetto, affetto sincero e della capacità di accettarsi nella propria evoluzione.
Da adulti si comprende che alcuni legami erano limitati a fasi della vita ormai superate e che non tutti sono destinati a restare. Si impara anche a non rincorrere più chi non ricambia con la stessa attenzione e a dare più valore a chi sceglie di esserci senza bisogno di essere sollecitato.
L’amicizia matura diventa più consapevole, meno basata sull’abitudine e più su una scelta reciproca. Forse, da una certa età in poi, è proprio questa la sua forza: sapere che, nonostante tutto, qualcuno è ancora lì.
Il lato emotivo del cambiamento
Le amicizie cambiano nel tempo, spesso in modo inaspettato. Crescendo, le priorità si trasformano, e con esse anche i rapporti: alcune persone restano, altre si allontanano, e non sempre per una ragione precisa.
È sempre più difficile avere il tempo e lo spazio mentale per vedere e supportare gli amici quanto meriterebbero. Tra lavoro, casa, famiglia e cura di sé si può avere la percezione di non avere mai abbastanza tempo per relazioni di qualità.
A volte ci si accorge di aver mantenuto legami solo perché si era l’unico a cercare l’altro; altre volte, si comprende che certe amicizie erano legate a fasi della vita ormai superate.
Un altro fattore da non sottovalutare è la distanza: se qualcuno cambia città, può anche essere che il numero di amicizie vada a diminuire, facendo diventare poi un vero e proprio “impegno” la ricerca di un altro gruppo di persone.
L’età adulta porta con sé una consapevolezza diversa, si inizia ad investire di più in sé stessi, nei propri hobby e nella famiglia che si sta costruendo. Possono esistere, quindi, amicizie che non hanno bisogno di incontri quotidiani per essere autentiche, perché l’affetto sincero non si misura in frequenza, ma in presenza emotiva – anche virtuale.
Il cambiamento nei rapporti può essere doloroso, ma spesso è necessario: ci si accorge che i simili si scelgono, e che le amicizie più vere sono quelle che accettano e sostengono le nostre sfumature senza giudizio.
Insomma, il tempo per coltivare le relazioni sembra sempre meno, tra lavoro, famiglia e impegni personali, ma alla fine ciò che conta è la qualità dei rapporti e la capacità di riconoscere chi merita davvero di restare nel nostro cammino.