Suona la sveglia ma non abbiamo la forza di alzarci: ecco perché il letto diventa un rifugio

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 24 Febbraio, 2025

Donna sdraiata nel letto che guarda fuori sconsolata perché non vuole alzarsi

Quante volte la mattina vorremmo solo scomparire nel piumone e rimandare a domani tutto ciò che ci aspetta nel corso della giornata?

Scopriamo perché succede e come provare ad arginare questa sensazione.

Voler rimanere a letto per nascondersi dal mondo

Quell’impulso irrefrenabile di rimanere al letto dopo che è suonata la sveglia non ha una spiegazione clinica, ma secondo gli esperti può avere diverse origini.

“Quando siamo così sopraffatti o angosciati, regoliamo al ribasso l'attività. Iniziamo a diventare insensibili o dissociati", afferma la psicologa e PhD Jenny Wang. "Sembra un modo per reagire quando siamo delusi, frustrati o sopraffatti".

Parallelamente, si manifesterebbe una tendenza all'evitamento, alla negazione o alla dissociazione, elementi tipici della risposta di "congelamento"; in questo caso, la persona potrebbe sentirsi sopraffatta e incapace di elaborare gli stimoli che la travolgono.

Questa reazione, spesso, è la conseguenza di una distorsione cognitiva, di un pensiero disfunzionale (schema di pensiero negativo) che porta a conclusioni errate e negative. "Si tratta, nella maggior parte dei casi, di un pensiero 'tutto o niente'" o “bianco o nero”, spiega la psicologa clinica Jessica B. Stern.

Un esempio di questa distorsione è quando, di fronte a un errore, si pensa di essere un fallimento totale, incapaci di fare alcunché di giusto, arrivando a voler abbandonare la sfida; una reazione più razionale, invece, consisterebbe nel riconoscere che tutti sbagliano, e nel provare a trovare soluzioni imparando dagli errori.


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La "sindrome del ritorno a letto" a volte può essere attribuita a dinamiche cerebrali, ma in altre occasioni può essere la conseguenza di un accumulo di fattori di stress, sia psicologici che fisiologici.

Malattia, riposo insufficiente, ciclo mestruale, squilibrio nel rapporto tra acqua e caffè: tutti questi fattori possono lentamente aumentare la sensibilità del corpo, rendendolo incapace di gestire qualsiasi tipo di stimolo angosciante.

Come afferma Wang, "tutte queste cose possono iniziare lentamente ad amplificare il corpo in modo che non riesca a tollerare alcun tipo di stimolo angosciante".

Inoltre, questa condizione può essere particolarmente rilevante per chi soffre di determinate patologie mentali: "Gli individui con depressione tendono ad avere livelli più bassi di motivazione ed energia, quindi può essere più difficile per loro combattere questo processo", spiega Stern.

"Le persone con ADHD possono anche avere livelli più bassi di motivazione, specialmente per compiti che non vogliono fare, il che può renderle più inclini a deviare dal loro piano".

Sentirsi sopraffatti e desiderare di rifugiarsi sotto le coperte di tanto in tanto è un'esperienza umana comune, come sottolinea Stern: cedere occasionalmente a questo impulso è comprensibile, poiché non si può pretendere di essere sempre produttivi.

Tuttavia, se questa "fuga" dal mondo esterno inizia a influenzare negativamente la sfera lavorativa, con difficoltà a completare i compiti, le relazioni interpersonali, con difficoltà a comunicare con le persone care, o la vita in generale, con incapacità di soddisfare i propri obblighi, allora diventa un segnale di allarme, come avverte la specialista.

Un ulteriore campanello d'allarme è la frequenza con cui si manifesta: se si nota un aumento significativo rispetto al solito, è importante fermarsi e riflettere sulle cause sottostanti: potrebbe trattarsi di un periodo di forte stress e sovraccarico lavorativo, oppure di un trauma irrisolto che impedisce di funzionare in modo ottimale, sia in ambito lavorativo che in altri contesti.

In questi casi è fondamentale prendersi del tempo per sé stessi, ascoltare i propri bisogni e, se necessario, cercare un aiuto professionale per affrontare le difficoltà e ritrovare un equilibrio nella propria vita.

Come provare a combattere la voglia di tornare a letto 

Vediamo ora alcuni suggerimenti delle specialiste Wang e Stern per contrastare la voglia di rimanere sotto le coperte:

Ripensare la propria agenda

Liberare spazio nell'agenda può aiutare a sentirsi meno sopraffatti e favorire il rilassamento del sistema nervoso, dunque si possono cancellare o posticipare appuntamenti, sostituire riunioni con email, prorogare scadenze o annullare programmi per la cena.

Delegare compiti

È importante ricordare che non si deve fare tutto da soli: si ha il diritto di chiedere aiuto e spesso si trova qualcuno disposto a supportare nei compiti che sembrano insormontabili.

Evitare di focalizzarsi sui dettagli

In situazioni di stress e sovraccarico la ricerca della perfezione può peggiorare la situazione: bisognerebbe concentrarsi sul progresso, ricordando che anche un piccolo passo è meglio di niente.

È  consigliabile, inoltre, concedersi delle pause, soprattutto quando si sente l'impulso di abbandonare tutto e tornare a letto.

Suddividere i compiti complessi 

Suddividere progetti o compiti di grandi dimensioni in passaggi più piccoli può renderli più gestibili: è una strategia che aiuta a contrastare il pensiero "tutto o niente" e incoraggia a compiere anche piccoli progressi.

Praticare esercizi di radicamento

Quando ci si sente sopraffatti, si può provare a concedersi una breve pausa per praticare esercizi di radicamento.

Si tratta di esercizi che aiutano a distogliere l'attenzione dai pensieri negativi e a riportare la concentrazione sul momento presente.

Vi sono diverse tecniche a disposizione, come bere una bevanda fredda, spruzzare acqua fredda sul viso o utilizzare il metodo 5-4-3-2-1.

Muoversi

L'attività fisica può essere utile per scaricare l'energia accumulata nel sistema nervoso e il movimento è spesso utile per gestire ansia e depressione.

La mattina, ad esempio, per combattere l’impulso di tornare a letto, si potrebbe provare a fare stretching o una routine di yoga/pilates dedicata al risveglio.

Concedersi dei premi

Come forma di auto-incoraggiamento si possono prevedere piccoli premi per rendere la giornata più piacevole, come organizzare un pranzo con un amica o concedersi un momento di relax davanti alla televisione; l’importante è che siano ricompense motivanti per superare la giornata.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

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