La Sindrome di Diogene è un disturbo comportamentale che porta a un grave deterioramento della qualità della vita.
Le persone che ne sono affette manifestano alcune caratteristiche: accumulo e attaccamento patologico agli oggetti, trascuratezza dell'igiene personale e dell'ambiente domestico, un marcato isolamento sociale.
Di seguito un approfondimento in merito.
Chi colpisce e quando si manifesta la sindrome?
Anche se può presentarsi anche in persone di mezza età, questa sindrome compare più frequentemente dopo i 60 anni. Non si tratta di un cambiamento improvviso, anzi, si caratterizza per un esordio graduale, motivo per cui risulta difficile individuare il momento esatto in cui tutto è iniziato.
Ciò che rende insidiosa questa particolare sindrome è la mancanza di consapevolezza da parte di chi ne soffre: le persone affette di rado riconoscono la gravità della propria condizione, continuando a vivere in ambienti malsani e potenzialmente pericolosi; spesso la situazione viene scoperta solo in seguito a emergenze mediche, come polmoniti, cadute accidentali o principi d'incendio.
Dal punto di vista clinico, la Sindrome di Diogene può presentarsi insieme ad altri disturbi psichiatrici, tra cui schizofrenia, disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), depressione, demenza e dipendenze, con particolare riferimento all'alcolismo; questa sovrapposizione di condizioni rende difficile prendersi cura delle persone affette da questa sindrome.
Potrebbe interessarti anche:
- Dismorfia corporea: come capire se si è affetti da questa condizione e come trattarla
- Grassofobia: capire l'impatto di questo fenomeno sociale
- Come si manifesta il complesso di inferiorità: ecco cosa sapere
A questo punto dobbiamo distinguere tra due forme della sindrome:
Sindrome di Diogene primaria
La primaria rappresenta una forma "pura" della sindrome, che si manifesta in assenza di altri disturbi psichiatrici diagnosticabili e con un'insorgenza più graduale.
Sindrome di Diogene secondaria
Questa forma si sviluppa in concomitanza con altre patologie psichiatriche, richiede un approccio terapeutico più complesso e un trattamento integrato.
I sintomi: i primi segnali da non sottovalutare
Questa patologia può essere presente molto tempo prima di essere diagnosticata. Il campanello d'allarme da tenere sott'occhio è il progressivo allontanamento dalla vita sociale.
La persona inizia a mostrare questi comportamenti:
- evita gli incontri con amici e familiari;
- mostra cambiamenti evidenti nella personalità;
- adotta comportamenti inusuali o inappropriati;
- manifesta difficoltà nel prendere alcune decisioni quotidiane.
Segnali fisici
La sindrome di Diogene, pur essendo un disturbo complesso con manifestazioni comportamentali e psicologiche, presenta anche alcuni segnali fisici piuttosto evidenti:
- trascuratezza nell'igiene personale;
- capelli e unghie non curati;
- presenza di eruzioni cutanee, pidocchi ecc. causate da scarsa igiene;
- odore corporeo intenso;
- abbigliamento trasandato;
- segni di malnutrizione o disidratazione;
- ferite non curate.
Segnali ambientali
È probabile che anche la casa della persona presenti segni di incuria e degrado:
- ambienti in evidente stato di abbandono;
- accumulo eccessivo di oggetti e rifiuti;
- odori sgradevoli provenienti dall'abitazione
- quantità eccessive di rifiuti all'interno e intorno alla casa;
Per tutte queste ragioni è difficile trovare una soluzione a questa situazione. La maggiore difficoltà nel trattare questa sindrome sta nel fatto che chi ne soffre non riconosce di avere un problema, negando la propria situazione, non provando alcun imbarazzo per l'ambiente in cui vive e rifiutando qualsiasi forma di aiuto esterno.
Fattori di rischio e fattori scatenanti
La Sindrome di Diogene si sviluppa attraverso l'interazione di molteplici fattori diversi, vulnerabilità preesistenti ed eventi scatenanti.
Eventi traumatici
Nella maggior parte dei casi all'origine della Sindrome di Diogene ci sono alcuni eventi traumatici: tra i più impattanti troviamo alcune perdite affettive che lasciano un segno profondo, come la morte del coniuge o di un parente stretto, una separazione o un divorzio.
Eventi traumatici possono essere anche cambiamenti radicali nello stile di vita, come un pensionamento, un trasferimento forzato, perdita di autonomia.
Condizioni cliniche
Alcune condizioni mediche possono aumentare la vulnerabilità a sviluppare questa sindrome:
Patologie neurologiche e cognitive:
- ictus e relative sequele neurologiche;
- forme diverse di demenza (Alzheimer, demenza vascolare, demenza frontotemporale);
- deterioramento cognitivo progressivo;
- disturbi del comportamento di origine neurologica.
Limitazioni fisiche e funzionali:
- artrite severa con limitazione dei movimenti;
- fratture complesse con lunghi periodi di convalescenza;
- problemi di mobilità cronici;
- deficit visivi;
- problemi di equilibrio e coordinazione.
Patologie cardiovascolari:
- insufficienza cardiaca congestizia;
- cardiopatie che limitano l'autonomia;
- problemi circolatori che riducono la mobilità;
- affaticamento cronico di origine cardiovascolare.
Disturbi psichiatrici:
- depressione clinica maggiore;
- disturbi dell'umore;
- sindromi ansiose severe;
- disturbi della personalità.
Condizioni sistemiche:
- stati di fragilità generale;
- malnutrizione;
- deficit immunitari;
- patologie croniche debilitanti.
Fattori psicosociali
Alcuni fattori psicosociali sono particolarmente rilevanti.
Fattori storici:
- pregressa storia di malattia mentale;
- precedenti di abuso di sostanze;
- esperienze traumatiche o abusi subiti.
Tratti delle personalità:
- tendenza all'introversione marcata;
- pattern comportamentali tendenti alla diffidenza;
- atteggiamenti di ostilità verso gli altri;
- tendenza all'isolamento sociale.
Peggiorano la situazione, la perdita di figure di supporto, l'interruzione di relazioni di assistenza consolidate, l'isolamento sociale progressivo.
La presenza di tutti questi fattori di rischio non implica necessariamente lo sviluppo della sindrome: è la combinazione di più fattori, spesso associata a un evento scatenante, a creare le condizioni per l'insorgenza. Un intervento precoce sui fattori modificabili può ridurre il rischio di sviluppo della sindrome.
Diagnosi della Sindrome di Diogene
Uno degli aspetti più caratteristici di questa sindrome è che raramente sono i pazienti stessi a richiedere un intervento medico. È molto più probabile che siano, invece, i familiari preoccupati o i servizi sociali su segnalazione di amici o vicini.
Attualmente, la Sindrome di Diogene non è classificata come una patologia indipendente nei manuali diagnostici standard (DSM-5-TR o ICD-11); come accennato poco sopra, spesso si manifesta in comorbidità con altre condizioni psichiatriche.
Valutazione sociale e comportamentale
Lo specialista raccoglie informazioni sulla storia comportamentale della persona, analizzando dinamiche sociali e familiari, collaborando con eventuali assistenti sociali per avere un quadro più completo della situazione.
Esame clinico
Segue una valutazione fisica completa con screening neurologico e analisi cognitiva dettagliata con un’indagine sullo stato nutrizionale.
Diagnostica strumentale
Infine, lo specialista può prescrivere alcuni esami, come la risonanza magnetica cerebrale (RM), la tomografia o altri esami radiologici di approfondimenti.
Cure per la sindrome
La Sindrome di Diogene può essere difficile da trattare in alcuni casi, ma è importante un'assistenza continua.
Le persone affette da questo disturbo possono essere a rischio di malattie o lesioni anche gravi, se non trattate. La condizione può anche causare eventi che mettono a rischio l'incolumità degli altri.
Dopo una diagnosi corretta, il medico potrà determinare il trattamento migliore che può comprendere psicoterapia o terapie farmacologiche, come i farmaci per trattare l'ansia, il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), la depressione o la psicosi.
Consigli su come prevenire e gestire la Sindrome di Diogene
Per prevenire la Sindrome di Diogene è importante che la famiglia mantenga una relazione attiva con le persone anziane che vivono sole, dando loro supporto psicologico preventivo in caso di eventi traumatici, incentivando il ricorso ai controlli medici regolari per gestire eventuali condizioni cliniche sottostanti.
In questo modo è possibile individuare precocemente le situazioni a rischio, implementare strategie preventive, fornire supporto a chi è più vulnerabile.
Per quanto riguarda la gestione della Sindrome di Diogene è consigliabile sviluppare un rapporto di fiducia graduale, coinvolgere attivamente la famiglia quando e se possibile, coordinare gli interventi con i servizi sociali, mantenere un approccio non giudicante.