Schema Therapy o Terapia degli Schemi, cos'è e cosa può trattare

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 20 Agosto, 2024

Un uomo dallo psicologo

La Schema Therapy (ST) è un approccio psicoterapeutico sviluppato dal Dr. Jeffrey Young negli anni '90 per identificare, affrontare e modificare schemi di pensiero, stati emotivi e comportamenti disfunzionali che si ripresentano in risposta a esperienze precoci di insoddisfazione dei bisogni affettivi, causando disagio interiore e problemi relazionali.

La ST integra tecniche cognitive-comportamentali e altri approcci come la Gestalt, l’Analisi Transazionale e concetti provenienti dalla teoria dell’attaccamento e dalle scuole psicodinamiche.

La Schema Therapy è emersa negli ultimi anni come un approccio innovativo particolarmente indicato per il trattamento di disturbi di personalità. La terapia degli schemi mira ad aiutare i pazienti a funzionare in modo sano e a soddisfare i propri bisogni emotivi fondamentali nella vita quotidiana.

Cos'è la Schema Therapy

La Schema Therapy (ST) si fonda sul concetto di "schemi maladattivi precoci", ovvero pattern disfunzionali di pensieri, emozioni, ricordi e sensazioni fisiche che si sviluppano durante l'infanzia o l'adolescenza a causa di bisogni emotivi fondamentali non soddisfatti.

Questi schemi influenzano il modo in cui le persone vedono sé stesse e gli altri, causando problemi emotivi e relazionali che si ripetono nel tempo.

Il terapeuta aiuta il paziente a identificare i propri schemi maladattivi, a comprenderne le origini, riconoscerne gli effetti negativi nel presente e a trovare modalità più sane, adattive e funzionali di vivere le proprie emozioni.

Per fare questo, la Schema Therapy utilizza una combinazione di tecniche cognitive, comportamentali, teorie psicodinamiche, teoria dell'attaccamento e tecniche di Gestalt, profilate intorno alle caratteristiche del paziente.

Il fondatore della Schema Therapy è il Dr. Jeffrey E. Young, psicologo clinico e ricercatore presso la Columbia University.


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Inizialmente concepita come un'estensione della terapia cognitivo-comportamentale per pazienti con problemi caratteriali, in seguito la ST è stata ampliata al trattamento di vari disturbi psicologici, inclusi i disturbi dell'umore, l’ansia e le dipendenze.

Nel tempo, questo metodo si è dimostrato particolarmente efficace nel trattare i disturbi di personalità, specialmente per il disturbo borderline di personalità.

I concetti chiave della Schema Therapy

La Schema Therapy si basa su questi concetti chiave che formano il nucleo di questo approccio terapeutico: gli schemi maladattivi precoci, i modi di funzionamento e i bisogni emotivi fondamentali.

  1. bisogni emotivi fondamentali: tutti abbiamo bisogni emotivi di base che, se non soddisfatti durante l'infanzia, possono portare allo sviluppo di schemi disfunzionali;
  2. schemi disadattivi: sono strutture cognitive ed emotive, ovvero credenze, modelli o immagini negative su sé stessi e sugli altri, che si formano nell'infanzia e nell'adolescenza in risposta a bisogni emotivi insoddisfatti. Gli schemi disfunzionali influenzano il modo in cui una persona interpreta e reagisce al mondo. In relazione a questi, si sviluppano strategie di coping disadattive/non funzionali che possono essere di tre tipi: arrendevolezza agli schemi ( cedere allo schema), evitamento (fuggire dallo schema) o cercare di compensare lo schema in modo eccessivo;
  3. mode: l’insieme degli schemi che si attivano contemporaneamente.

Vediamoli nel dettaglio.

Schemi maladattivi precoci

Gli schemi maladattivi precoci sono modelli emotivi e cognitivi disfunzionali che si sviluppano durante l'infanzia o l'adolescenza e si ripetono nel corso della vita. Gli schemi maladattivi precoci hanno queste caratteristiche: 

  • sono stabili e duraturi;
  • sono autosabotanti;
  • coinvolgono ricordi, emozioni, cognizioni e sensazioni corporee;
  • si attivano in risposta a situazioni ambientali specifiche.

Esempi di schemi comuni:

  • abbandono/instabilità;
  • sfiducia/abuso;
  • privazione emotiva;
  • inadeguatezza/vergogna.

Mode di coping 

Gli schemi possono generare più stili di coping che si traducono nello stato mentale della persona. Il mode è lo stato mentale che orienta il comportamento e la modalità di percezione dell'altro.

Young identifica 10 mode inseriti in 4 categorie. Sono una combinazione degli schemi e dei meccanismi di coping dai quali scaturiscono modelli che si manifestano nel corso della vita. I mode appresentano gli stati emotivi e comportamentali influenzati dagli schemi attivi in un determinato momento:

  • mode del bambino (es. bambino vulnerabile, bambino arrabbiato);
  • mode disfunzionali di coping (es. evitante, ipercompensatore);
  • mode del genitore disfunzionale (es. genitore punitivo, genitore esigente);
  • mode dell'adulto sano.

L'obiettivo terapeutico è rafforzare il modo adulto sano e ridurre l'influenza dei mode disfunzionali.

La consapevolezza di questi processi è il primo passo per sviluppare strategie più sane per soddisfare i nostri bisogni emotivi fondamentali.

Focus sui bisogni emotivi fondamentali

La Schema Therapy identifica una serie di bisogni emotivi universali come sicurezza, connessione, autonomia e autostima che, se frustrati o non soddisfatti nell'infanzia, possono portare allo sviluppo di schemi maladattivi:

  • relazione con gli altri;
  • autonomia e senso di identità;
  • libertà di esprimere bisogni ed emozioni;
  • spontaneità e gioco;
  • limiti realistici e autocontrollo.

L'obiettivo chiave del trattamento è la soddisfazione di questi bisogni in modo sano. 

Come funziona la Schema Therapy

La Schema Therapy è un processo strutturato che si sviluppa attraverso fasi specifiche e che utilizza diverse tecniche per aiutare i pazienti a superare i loro schemi maladattivi.

Il terapeuta punta a individuare le esperienze legate ai bisogni insoddisfatti, gli schemi che ne sono derivati e i meccanismi di coping che vanno di pari passo con.

In secondo luogo, l'obiettivo è riuscire a soddisfare i bisogni inappagati e accedere a una modalità sana che operi sulla base di schemi adattivi e meccanismi di coping più sani.

Vediamo più nel dettaglio come funziona questo approccio terapeutico.

Alcuni dei principi fondamentali che caratterizzano la Schema Therapy:

  1. focus sugli schemi maladattivi precoci;
  2. integrazione di diverse tecniche terapeutiche;
  3. importanza della relazione terapeutica;
  4. "Limited Reparenting";
  5. lavoro esperienziale ed emotivo.

Il reparenting limitato è una tecnica terapeuticain cui il terapeuta accede ai bisogni del paziente per dar loro soddisfazione mediante un esercizio immaginativo.

Fasi del trattamento

La durata del trattamento può variare a seconda della complessità del quadro clinico, ma in genere si articola in un percorso di almeno 6-12 mesi con sedute settimanali o ogni 15 giorni.

Tipicamente, un percorso di Schema Therapy si articola in tre fasi.

Fase di valutazione e psicoeducazione

Il trattamento inizia con una fase di valutazione approfondita, dove il terapeuta e il paziente collaborano per identificare gli schemi e i mode predominanti. Questa fase include l’anamnesi psicologica e l’utilizzo di questionari. 

Obiettivi:

  • identificazione degli schemi e dei modi di funzionamento del paziente;
  • spiegazione del modello della Schema Therapy al paziente;
  • collegamento della storia di vita del paziente ai suoi schemi attuali.

Un uomo dallo psicologo

Fase di cambiamento degli schemi

Si lavora per indebolire gli schemi disfunzionali/maladattivi attraverso l'ìntegrazione di più tecniche cognitive, esperienziali, emotive e comportamentali finalizzate anche all’elaborare delle emozioni legate agli schemi:

Tecniche adoperate:

  • tecniche cognitive: per ristrutturare i pensieri disfunzionali;
  • tecniche esperienziali: come l'immaginazione guidata e il role-playing, che consentono di  accedere alle emozioni profonde e di modificare il vissuto del paziente;
  • interventi comportamentali: per modificare pattern di comportamento maladattivi nella vita quotidiana.

Fase di consolidamento e prevenzione delle ricadute

In questa fase gli obiettivi sono i seguenti:

  • rafforzare i nuovi schemi adattivi;
  • sviluppare strategie per gestire l'attivazione degli schemi maladattivi;
  • preparare il paziente alla conclusione della terapia, anche attraverso una graduale riduzione della frequenza delle sedute.

Tecniche utilizzate nella Schema Therapy

La Schema Therapy integra diverse tecniche provenienti da vari approcci psicoterapeutici:

Tecniche cognitive

  • ristrutturazione cognitiva: consiste nello sfidare e modificare i propri pensieri disfunzionali;
  • schema dialogue: una tecnica di role play in cui paziente e terapeuta assumono i ruoli dello schema maladattivo e della parte sana.

Tecniche esperienziali

  • imagery rescripting: re-immaginare e modificare ricordi dolorosi;
  • chair Dialogue: una tecnica esperienziale in cui si attiva il confronto e il dialogo tra diverse parti del sé;
  • limited reparenting: il terapeuta soddisfa i bisogni del paziente attraverso una tecnica immaginativa.

Tecniche comportamentali

  • esperimenti comportamentali: testare nuovi comportamenti nella vita reale;
  • rinforzo dei comportamenti adattivi.

Tecniche di mindfulness

  • pratica della consapevolezza: osservare pensieri ed emozioni senza giudicarli;
  • tecniche di grounding: rimanere connessi al presente durante l'attivazione degli schemi.

Applicazioni della Schema Therapy

La terapia degli schemi si rivela efficace per trattare disturbi psicologici cronici come il disturbo borderline di personalità o il narcisismo, e anche per scardinare modelli comportamentali radicati come i disturbi alimentari o le dipendenze. 

  • Disturbi di personalità: disturbo borderline di personalità, disturbo narcisistico di personalità, disturbo evitante di personalità, altri disturbi di personalità;
  • Disturbi dell'umore: depressione maggiore;
  • Disturbi d'ansia: disturbo d'ansia generalizzato, fobia sociale, disturbo da attacchi di panico;
  • Disturbi alimentari: bulimia nervosa, binge eating disorder;
  • Dipendenze: abuso di sostanze, dipendenze comportamentali (es. gioco d'azzardo);
  • Disturbo da stress post-traumatico (PTSD)
  • Problemi relazionali cronici. 
Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

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