Che cosa si intende per psicoterapia della Gestalt e quali sono i suoi principi cardine? In quali casi è utile iniziare una terapia gestaltica e come interviene nel concreto? Approfondiamo questo argomento.
Che cos'è la psicoterapia della Gestalt?
Con la definizione di psicoterapia della Gestalt si fa riferimento a un approccio psicoterapico messo a punto negli Stati Uniti nel secondo dopoguerra. I fondatori della terapia gestaltica sono lo psicoterapeuta di origini tedesche Fritz Perls, sua moglie Laura Posner, Paul Goodman e Isadore From.
Fritz Perls era un terapeuta tedesco che, dopo essere emigrato dapprima in Sud Africa, raggiunse New York negli anni '50 e qui ebbe modo di dedicarsi alla formulazione di una nuova terapia fortemente influenzata dalla filosofia esistenzialista e ispirata ad alcune analogie funzionali di una delle correnti psicologiche che si sono occupate di percezione: la psicologia della Gestalt.
Gestalt è una parola tedesca che significa letteralmente "struttura unitaria" o "configurazione armonica" e viene usata nell'ambito dell'approccio gestaltico per indicare il fatto che l'uomo e il suo gruppo sociale di appartenenza non sono un'entità separata ma, bensì, diverse parti di un'unica struttura in stretta relazione fra esse.
Utilizzata per la cura di diversi disturbi psicologici, la psicoterapia gestaltica ritiene che i sintomi non debbano essere tenuti sotto stretto controllo, ma che, al contrario, debbano essere riconosciuti e integrati dal soggetto. Quest'ultimo, infatti, intrattiene sempre un legame dinamico con la società nella quale è inserito, legame che può anche portare alla nascita di tensioni o di conflittualità che devono essere pensate ed elaborate.
La finalità dell'approccio Gestalt è quella di fornire al paziente gli strumenti per vivere a pieno la sua individualità e per imparare a relazionarsi con l'ambiente che lo circonda in modo spontaneo e soddisfacente.
Quali sono i principi della terapia della Gestalt?
Il principio cardine alla base della teoria della Gestalt è quello che il tutto è differente dalla somma delle singole parti, pertanto per il terapeuta è importante non sono analizzare un singolo aspetto, ma vederlo nella sua interezza, ovvero nel suo insieme olistico e globale.
Secondo tale scuola di pensiero, il singolo individuo è esposto continuamente a un significativo numero di stimoli; tuttavia, solo alcuni di essi vengono elaborati in una forma definita dal sistema percettivo; quelli selezionati vengono organizzati al fine di costruire delle risposte in relazione all'ambiente e confluiscono in una sorta di "ecosistema" formato tanto dall'individuo quanto dall'ambiente nel quale esso è immerso.
La psicoterapia gestaltica, oltre a ritenere che sia fondamentale osservare l'intera somma delle esperienze del singolo individuo, ritiene che sia importante analizzare non solo il "perché" di una determinata reazione, ma anche il "come" essa avviene.
All'interno di un percorso terapeutico, il paziente può quindi scoprire in modo creativo altri aspetti della propria personalità, e via via integrarli; grande rilevanza viene data, quindi, al contatto, ovvero alla capacità del singolo di rispondere in modo coerente, creativo e funzionale all'ambiente.
Secondo Erving e Miriam Polster, il contatto costituisce il momento dello scambio tra il soggetto e l'ambiente: esso stabilisce il confine e marca la differenza tra il sé e il differente da sé. Secondo i due terapeuti, i vari disagi psicologici non sono altro che un adattamento creativo messo in pratica per reagire a delle difficoltà incontrate nel proprio ambiente di riferimento.
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Finalità della terapia della Gestalt
La psicoterapia ad orientamento gestaltico può essere utilizzata per conseguire diverse finalità, fra cui:
- aiutare il soggetto ad entrare in una relazione più profonda con sé stesso, facendo in modo che sia più in contatto con i suoi bisogni e con le sue difficoltà;
- far acquisire alla persona più consapevolezza delle proprie emozioni;
- far provare nuove esperienze, così che il soggetto possa entrare in relazione con differenti elementi della propria interiorità in modo creativo e libero;
- insegnare a non proiettare i propri bisogni sull'altro, ma trovare una profonda connessione interiore, analizzando le sensazioni fisiche che emergono nel corpo;
- far assumere più responsabilità e insegnare all'individuo che deve poter scegliere per sé stesso, senza attribuire le colpe agli altri;
- insegnare al paziente come entrare maggiormente in contatto con le proprie sensazioni, anche quelle fisiche o maggiormente legate ai sensi;
La psicologia della Gestalt utilizza un metodo terapeutico che può quindi aiutare l'individuo nel processo di crescita e di miglioramento della propria vita. In particolare, questo approccio psicoterapico può servire per il trattamento di:
- disturbi d'ansia;
- gestione dello stress;
- superamento del lutto;
- problemi nella coppia;
- blocchi nella sfera della sessualità;
- bassa autostima;
- difficoltà a costruire relazioni personali soddisfacenti;
- situazioni di crisi esistenziale;
- disturbi di personalità;
- crescita personale;
- disturbi di natura psicosomatica;
- depressione;
- insonnia;
- disturbo bipolare;
- fobie di varia natura.
Come opera la psicoterapia gestaltica a livello pratico
Come opera concretamente un terapeuta gestaltico e quali strumenti vengono messi in pratica per aiutare il paziente? Questo approccio tende a concentrarsi soprattutto sul presente del soggetto. Viene quindi attribuita meno importanza al passato, con l'obiettivo di focalizzarsi sul "qui e ora" e meno sulle condizioni che hanno portato all'insorgere delle problematiche.
Se il passato viene visto come ricordo, rimpianto, fantasia o nostalgia, il futuro riamane un'anticipazione o una proiezione sul quale si può intervenire solo agendo sul presente. È su quest'ultimo, quindi, che ci si deve concentrare: non a caso, lo psicoterapeuta gestaltico invita il paziente a pensare al momento e a riconoscere le sensazioni che emergono in quel determinato attimo.
L'obiettivo è quello di aumentare la consapevolezza e rendere più accessibile e immediata l'identificazione delle proprie emozioni e delle proprie necessità. La terapia, che può essere svolta sia a livello individuale che famigliare o di gruppo, si avvale di numerosi strumenti, fra cui il famoso esercizio della sedia vuota.
Esso consiste nel proiettare su una sedia vuota l'immagine di una persona molto significativa per il soggetto, che diviene una sorta di interlocutore e un modo per elaborare conflitti irrisolti o emozioni intense. Molto utilizzato è, poi, il metodo delle domande-affermazioni, che prevede di trasformare alcuni interrogativi ricorrenti nella storia della persona, in affermazioni, così da indagare a fondo bisogni e sensazioni.
In questo approccio terapeutico il professionista non è mai neutrale, né tantomeno distaccato: esso è coinvolto nelle difficoltà del soggetto e mette in campo tutte le sue risorse con l'obiettivo di aumentarne la consapevolezza e di aiutarlo ad esprimere in modo creativo e autentico i propri bisogni.
Fondamento essenziale di questo metodo è l'utilizzo di tecniche espressive all'interno delle sedute: drammatizzazione e creatività sono due elementi primari che possono aiutare il paziente nel suo percorso terapeutico. Accanto alle tecniche espressive, trovano ampio spazio anche quelle definite "integrative", che hanno come obiettivo l'integrazione, da parte del paziente, delle esperienze che sono state fatte durate le sedute di terapia.
Solitamente questo insieme di tecniche prevede l'assimilazione del contenuto che viene proiettato sugli altri e l'integrazione nelle proprie esperienze, oltre che l'enfasi nel momento presente, senza giudizio né necessità di aderire a un modello predefinito.
La terapia gestaltica non ha una durata predefinita, essa può infatti variare da alcuni mesi a molto più tempo in relazione al disturbo che si intende trattare. In genere le sedute hanno durata di circa un'ora e prevedono una cadenza settimanale.