Risparmiare per il futuro è una decisione importante, ma spesso complessa, soprattutto quando ci si trova a dover affrontare scelte finanziarie come l’apertura di un piano di risparmio o l’adesione a un fondo pensione.
Le opzioni sul mercato sono molteplici, e ciascuna presenta vantaggi e caratteristiche specifiche, infatti, comprendere quale sia la soluzione più adatta alle proprie esigenze, valutare costi, benefici e rischi può risultare complicato senza le giuste informazioni.
Per fare chiarezza su questi temi e fornire strumenti utili per orientarsi in questo mondo, ne abbiamo parlato con Paolo Coletti, Professore e ricercatore all’Università di Bolzano e creator esperto di finanza. Durante l’intervista, sono emersi suggerimenti pratici su come approcciare queste scelte in modo consapevole e strategico.
Ecco le domande che gli abbiamo posto.
Come definirebbe un piano di risparmio e un fondo pensione? Quali sono i primi passi da compiere per avviarli?
Sono due modi per gestire i propri soldi e il proprio futuro completamente diversi.
Il piano di risparmio consiste semplicemente nell'accantonare risparmi e investirli in modo adeguato per un orizzonte a lungo termine come è l'orizzonte previdenziale.
E' semplice come concetto ma tutt'altro che semplice da eseguire.
In primis bisogna essere un risparmiatore ben determinato, bisogna saper resistere alla tentazione di spendere il gruzzolo accumulato e, in caso di spesa imprevista che attinge dai risparmi per una situazione di emergenza, bisogna immediatamente rimboccarsi le maniche e aumentare il tasso di risparmio per recuperare i soldi perduti.
Sì, ho usato "perduti" non a caso, perché erano soldi destinati alla pensione che sono finiti invece in altro, sono stati rubati al nostro futuro.
Una volta aver impostato e iniziato un piano di risparmio bisogna sapere come investirlo e qui la conoscenza finanziaria la fa da padrona.
Se il risparmiatore ha conoscenze finanziarie sue o intende farsele, con una ventina di ore di studio su un corso base di finanza riesce a scoprire come investire da solo, senza rischio di errori e con un tempo minimo di un paio di ore l'anno da dedicare alla sorveglianza dei propri investimenti.
L'alternativa è affidarsi ad un'altra persona: questa persona va pagata, rivolgersi a consulenze gratuite significa che il consulente è pagato dai prodotti che si acquista e sta agendo in conflitto di interessi.
In entrambi i casi, un minimo di conoscenze finanziarie evitano che il consulente comprenda male le esigenze del risparmiatore e suggerisca prodotti non adatti.
Il fondo pensione invece è un quantitativo di denaro che viene solitamente prelevato dal datore di lavoro direttamente dallo stipendio e inserito in un fondo pensione (è comunque possibile che sia il risparmiatore a versare spontaneamente tramite bonifico).
Il fondo pensione investe secondo la tipologia di rischio prevista e non è possibile prendere i soldi prima dell'età pensionabile, tranne in un elenco preciso di casi quali acquisto prima casa, spese mediche o eventualmente anche massimo 30% senza motivazione.
Il grosso vantaggio è l'automatismo che supplisce ad una eventuale mancanza di volontà e il fatto che il fondo non permetta di disinvestire a totale discrezione.
Inoltre il fondo segue la strategia di investimento che solitamente ha un costo commissionale limitato.
Ma il suo più grosso vantaggio è un eventuale contributo da parte del datore di lavoro, che sono in pratica soldi gratis, e la deducibilità IRPEF sui versamenti fino a massimo 5164 euro l'anno.
Forse il problema qui è il limite di deducibilità che spinge il lavoratore a non investire di più.
30 anni a 5164 sono circa 155mila euro che aumentano per gli investimenti ma poi vengono tassati e sono soggetti all'inflazione, quindi è sì una integrazione alla pensione ma non eccezionale.
Piano di risparmio e fondo pensione: in che modo differiscono tra loro?
Il piano di risparmio richiede forza di volontà e capacità minime finanziarie, mentre il fondo pensione è più automatico.
Grazie ai benefici fiscali il fondo pensione non ha decisamente rivali, la deduzione fiscale e la tassazione successiva solo al 9-15% gli permettono di battere quasi tutti gli investimenti effettuati personalmente, soprattutto per chi ha aliquote IRPEF alte.
Solo una persona con aliquota IRPEF bassa, tanti anni prima della pensione e buone capacità di investitore riesce a battere il fondo pensione.
Purtroppo il vantaggio del fondo pensione termina a 5164 euro all'anno, il resto se si hanno le competenze conviene investirlo da soli.
L'unico rischio che vedo in un fondo pensione è scegliere il comparto errato.
I fondi pensione hanno differenti comparti che seguono strategie con rischi e rendimenti differenti.
Chiunque abbia più di 10 anni alla pensione deve scegliere il comparto più rischioso perché i rischi vengono ampiamente mitigati dalle fluttuazioni nel tempo.
Inoltre il lavoratore deve resistere alla tentazione di continuare a guardare il valore e cambiare comparto pensando di essere Warren Buffet e prevedere il mercato futuro.
Particolare attenzione per chi non ha IRPEF, ad esempio le partite IVA forfettarie.
Per questi lavoratori il beneficio fiscale del fondo pensione viene completamente meno e, se le conoscenze finanziarie lo permettono, è il caso di pensare invece ad un piano di risparmio.
Per un piano di risparmio invece i rischi sono decisamente più impattanti.
A parte il rischio di non riuscire a risparmiare, quello più pericoloso è il rischio di affidarsi ad un consulente che non fa i propri interessi e trovarsi invischiati in un prodotto finanziario dagli alti costi e bassi rendimenti e per giunta che vincola per una decina di anni.
Di solito questo succede quando il risparmiatore si presenta dicendo "io non voglio rischiare" e il consulente non agisce nel suo interesse spiegandogli che non esistono investimenti senza rischio.
I risparmiatori a digiuno totale di finanza personale dovrebbero limitarsi al solo conto corrente o, al più, a titoli di stato in euro.
Completamente dall'altro lato c'è il risparmiatore influenzato da qualche pubblicità o conoscente che sbandiera mirabolanti risultati che finisce vittima nella migliore delle ipotesi di investimenti rischiosissimi e nella peggiore di vere truffe da cui non recupererà più il suo denaro.
Esistono diversi tipi di fondi pensione, come quelli pubblici, privati, o quelli aziendali. Quali sono le differenze e quali sono più vantaggiosi?
Esistono i fondi pensione di categoria che hanno accordi con i datori di lavoro.
Se il lavoratore aderisce e ci versa il proprio TFR (che viene anche detassato, seppur non così tanto come il versamento ordinario) e una percentuale minima, allora il datore di lavoro contribuirà con una percentuale a suo carico.
Si tratta di un vero e proprio regalo e non c'è motivo per non farlo, potendosi permettere di versare la percentuale richiesta.
Nei fondi pensione aperti invece il lavoratore versa spontaneamente del denaro, anche tramite bonifici irregolari perché non è obbligatorio un legame con lo stipendio, e anche essi godono dei medesimi benefici fiscali dei fondi pensione di categoria, ma non del contributo del datore di lavoro.
La differenza tra i due sono i costi, che però nei fondi pensione sono tendenzialmente sempre abbastanza contenuti, e i comparti che raramente raggiungono il 100% azionario (la scelta migliore per chi ha più di 10 anni di contribuzione davanti).
E' possibile versare anche in più fondi, ad esempio in quello di categoria fino al raggiungimento del massimo contributo del datore di lavoro e il resto in un fondo aperto fino al raggiungimento del massimo deducibile di 5164 euro.
Come si può gestire il rischio nei fondi pensione e nei piani di risparmio?
Se stiamo parlando di una gestione del rischio finanziario è altamente sconsigliabile che questa sia fatta attivamente dal risparmiatore andando a cambiare la allocazione di investimenti.
Difatti il risparmiatore risponde in ritardo alle fluttuazioni di mercato e troppo spesso vende quando i mercati sono in perdita per poi comprare quando sono in guadagno.
Il risparmiatore può solo agire a priori scegliendo investimenti rischiosi se il suo orizzonte temporale supera i 10 anni e scendendo progressivamente col rischio fino ad annullarlo quando l'orizzonte scende sotto i 3 anni.
Quali obiettivi finanziari devono essere stabiliti quando si pianifica per la pensione? Come si fa a capire quanto risparmiare per vivere serenamente durante la pensione?
Come detto prima, pensare di vivere la vecchiaia nell'agiatezze solo risparmiando 5164 euro all'anno nel fondo pensione è un'utopia.
Facendo un calcolo molto a spanne versandoli per 30 anni si traduce in 500 euro di potere di acquisto in più ogni mese che è una discreta integrazione ma non ottima.
Una situazione ideale sarebbe riuscire a versare 5164 euro nel fondo pensione e accumulare altri 5000 euro oltre ad eventuali soldi che servono per spese straordinarie.
In questo modo con la pensione INPS e un migliaio di euro in più al mese il futuro sarà decisamente più roseo e soprattutto sicuro in caso si necessiti di assistenza a pagamento.
Un altro investimento è ovviamente l'acquisto della propria abitazione.
Anche se finanziariamente non è quasi mai un affare in quanto gravano tutte le manutenzioni straordinarie, non dover pagare l'affitto quando si smette di lavorare ed essere sicuri di non fare traslochi è un sollievo non da poco una volta anziani.
Chiaramente è una scelta che dipende dalla propria vita, perché per chi è soggetto a frequenti spostamenti o per chi riesce a guadagnare poco la cosa è decisamente fuori portata.
Tutto ciò però suppone che una persona sia anche dotata di soldi per eventuali spese impreviste in cui potrebbe incorrere, che siano cure mediche straordinarie, manutenzione all'immobile, un cambio d'auto non previsto.
Questa forma di "previdenza" non è finalizzata alla vecchiaia, dovrebbe essere fatta da qualunque lavoratore a qualunque età.
Che consigli darebbe ai giovani che iniziano ad avvicinarsi al mondo del risparmio e degli investimenti, magari con uno stipendio non ancora elevato?
Senza dubbio aprire subito un fondo pensione di categoria versandoci TFR e quanto previsto per massimizzare il contributo del datore di lavoro.
Sono soldi gratis e per giunta sgravati fiscalmente.
Inoltre ad aprirlo entro i 35 anni dalla pensione si ottiene una tassazione solo al 9% al momento della pensione.
Questo fondo non andrà mai più chiuso completamente per non perdere la data di adesione.
Poi fare un bilancio delle spese e di quanto possono permettersi di risparmiare per eventualmente versare altro denaro fino al raggiungimento dei 5164 euro (tolti dall'importo lordo dello stipendio, quindi l'impatto sul netto è inferiore).
Infine fermarsi!
A questo punto bisogna dedicare qualche decina di ore a studiare la finanza personale.
Il web è pieno di corsi, tutorial, spiegazioni, ad esempio il mio corso gratuito su YouTube "Educati e Finanziati".
Importante: essendo il web pieno di truffatori e personaggi borderline, è sempre il caso di verificare eventuali proposte o progetti di investimento cercando sempre informazioni da altra fonte, per verificarne il rischio ma soprattutto che non siano truffe.
Lo studio precedente aiuta molto proprio su questo punto.