Piangi mentre guardi i film? Sappi che hai una forte intelligenza emotiva

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 26 Febbraio, 2025

Una giovane coppia che al cinema si commuove per un film

Piangere durante un film, lungi dall'essere un segno di debolezza, è un indicatore di una ricca vita emotiva e di una profonda capacità di connessione umana.

Ma cosa ci spinge a commuoverci così tanto? Perché accade?

Conosciamo l'ormone responsabile delle nostre lacrime

Il neuroscienziato Paul Zak ha condotto studi pionieristici sugli effetti delle storie avvincenti sul nostro cervello, dimostrando che la visione di narrazioni coinvolgenti può innescare il rilascio di ossitocina.

Questo ormone, spesso definito "l'ormone dell'amore", è noto per il suo ruolo cruciale nel parto e nell'allattamento, dove favorisce le contrazioni uterine durante il travaglio e stimola la produzione di latte; tuttavia, l'ossitocina è molto più di un semplice ormone riproduttivo.

La sua produzione è stimolata da una varietà di esperienze positive, tra cui il contatto fisico affettuoso (come abbracci, baci e carezze), le interazioni gratificanti e persino il contatto con gli animali.

In quanto animali sociali, la nostra sopravvivenza dipende dalla capacità di creare e mantenere legami significativi e l'ossitocina ci aiuta a riconoscere e a legarci alle figure di riferimento essenziali, come i genitori, e ai gruppi di appartenenza che ci offrono protezione e supporto.

Ma non è tutto qui, perché le recenti scoperte del neuroscienziato Robert Froemke rivelano che l'impatto dell'ossitocina è ancora più ampio di quanto si pensasse: essa agisce come un vero e proprio "regolatore di volume" per il nostro cervello, amplificando l'attività neurale associata alle esperienze che viviamo.

In altre parole, l'ossitocina non solo ci spinge a creare legami sociali, ma intensifica anche le nostre risposte emotive, quindi quando guardiamo un film che ci appassiona le connessioni emotive che stabiliamo con i personaggi e le loro storie attivano questo ormone, intensificando le nostre emozioni.

Questo aumento di empatia e compassione rafforza ulteriormente i nostri sentimenti di connessione sociale, spingendoci a prestare ancora più attenzione ai segnali sociali che i personaggi del film ci inviano; si innesca così un circolo virtuoso di emozioni, che culmina nella nostra improvvisa e irrefrenabile esplosione emotiva.

Non è raro imbattersi su TikTok in video di persone che richiedono espressamente consigli per farsi un pianto liberatorio davanti un film, come se questa visione emotivamente coinvolgente possa diventare un momento catartico per liberarsi del proprio carico emotivo. 

L'ossitocina è quindi un ormone potente, capace di influenzare profondamente le nostre emozioni e relazioni sociali e la sua capacità di intensificare le nostre esperienze emotive e di rafforzare i legami sociali ci permette di vivere appieno la ricchezza delle nostre interazioni umane, sia nella vita reale che attraverso le storie che ci appassionano.

Intelligenza emotiva: come agisce e perché è importante

Tuttora il pianto è erroneamente associato alla debolezza emotiva, e questa errata associazione è spesso legata a stereotipi di genere che vedono le donne come più emotive e vulnerabili perché si concedono di piangere e gli uomini come più forti proprio perché cercano in tutti i modi di evitarlo.

Invece, le lacrime che versiamo in risposta a una storia coinvolgente rivelano la nostra capacità di entrare in risonanza con le emozioni dei personaggi, di provare empatia per le loro esperienze e di connetterci con i temi universali che la narrazione affronta.

Piangere in pubblico, inoltre, può essere un atto di coraggio e autenticità: mostrare le proprie emozioni, senza timore del giudizio altrui, è un segno di forza interiore e di accettazione di sé.

Lo psicologo Daniel Goleman ha identificato cinque componenti chiave dell'intelligenza emotiva:

  • consapevolezza di sé: riconoscere le proprie emozioni e il loro impatto sui propri pensieri e azioni;
  • autoregolamentazione: controllare o reindirizzare impulsi o stati d'animo distruttivi;
  • motivazione: auto motivarsi e di perseguire obiettivi con passione e perseveranza;
  • empatia: comprendere i sentimenti degli altri e di mettersi nei loro panni;
  • abilità sociali: costruire e mantenere relazioni positive, di comunicare efficacemente e di collaborare con gli altri.

Numerose ricerche hanno dimostrato che un'elevata intelligenza emotiva è strettamente correlata a una serie di benefici significativi: favorisce una leadership efficace, il successo professionale e accademico, relazioni sociali e intime più soddisfacenti, una migliore salute psicologica e fisica, nonché una maggiore capacità di gestire lo stress e i conflitti.


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L’empatia, nello specifico, viene definita dallo psicologo come la capacità di riconoscere e gestire le proprie emozioni, nonché di comprendere e influenzare quelle degli altri; è infatti un tratto distintivo degli individui di successo sia nella vita personale che professionale.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

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