La meditazione è una pratica antica che comprende diverse tecniche volte a favorire il benessere psicofisico di un individuo.
La mindfulness, pur derivando dalla meditazione, si differenzia per alcune caratteristiche: quali sono le differenze nello specifico tra mindfulness e meditazione? Vediamolo insieme.
Cos’è la mindfulness?
Per mindfulness si intende una forma specifica di meditazione, il cui obiettivo principale è il raggiungimento di un profondo grado di conoscenza e consapevolezza di sé e della realtà.
Nello specifico, la mindfulness consiste in una pratica basata su esercizi specifici di respirazione, immaginazione guidata e pratiche di rilassamento che coinvolgono sia il corpo sia la mente.
Lo scopo principale di questa pratica meditativa è quello di aiutare a rimanere concentrati sui nostri sensi e ancorati alle sensazioni del momento, sospendendo ogni forma di interpretazione o giudizio su ciò che si sta vivendo o di cui si sta facendo esperienza.
Cosa si intende con “meditazione”?
La meditazione è una pratica antichissima e comune a numerose tradizioni religiose e spirituali.
Il termine meditazione rappresenta un nome generico che include diversi tipi di tecniche e pratiche, utili a favorire il rilassamento e ad acquisire una maggiore consapevolezza di sé e di ciò che ci circonda. Questo si ritiene essenziale per vivere a pieno il "qui ed ora".
Attraverso l’uso di tecniche meditative di vario tipo si può allenare la mente a raggiungere uno stato di calma e stabilità.
Quali sono le differenze fra le due pratiche?
C'è una sottile linea che separa mindfulness e meditazione ma la differenza principale è che la meditazione fa riferimento ad un insieme di pratiche e tecniche che includono anche la mindfulness.
Più semplicemente si può dire che la mindfulness è una delle tante tecniche meditative che attraverso i suoi esercizi permette di imparare a cogliere elementi, sensazioni ed emozioni che solitamente sfuggono alla nostra attenzione, per giungere ad una più completa consapevolezza di noi stessi e della realtà che ci circonda.
La meditazione, in particolare quella concentrativa, è una pratica più profonda e intensa, attraverso i cui esercizi ci si allena a trascendere la mente e i processi di pensiero.
Quando è più indicata la mindfulness e quando la meditazione?
La mindfulness può essere praticata sia a livello formale che informale, in qualsiasi luogo e senza alcuna guida.
Questo tipo di meditazione è indicata soprattutto per coloro che vogliono svolgere i propri esercizi in autonomia, senza il bisogno di ricorrere alla guida di un insegnante. Durante gli esercizi di mindfulness, infatti, la mente rimane vigile e attiva ma concentrata sulle sensazioni del momento, proprio per questo può essere svolta anche mentre si è impegnati in altre attività.
Al contrario, gli esercizi di meditazione (in particolare quella zen o la meditazione trascendentale) hanno bisogno di essere praticate in un ambiente protetto e in determinate condizioni, utili a facilitare la concentrazione su un oggetto, un’immagine, un suono o un mantra necessari per raggiungere uno stato mentale trascendente.
Per riassumere, dunque, mentre la mindfulness può essere applicata ad ogni situazione o evento quotidiano, la meditazione necessita di essere praticata per uno specifico lasso temporale e in specifiche condizioni ambientali.
Proprio per questi motivi, la mindfulness è forse una forma di meditazione più accessibile e popolare, ma la determinazione di quale delle due pratiche scegliere dipende dagli obiettivi e dalle preferenze individuali del singolo.