Il manifesting è una pratica che si basa sull'idea che i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre azioni possano influenzare la realtà che ci circonda: in sostanza si tratta di un modo per attirare nella propria vita ciò che si desidera attraverso la forza della mente.
Nonostante la popolarità acquisita negli ultimi anni, vediamo i pro e i contro del "manifestare" i propri successi.
“Manifesting”: di cosa si tratta e perché potrebbe essere d’aiuto
La pratica di "manifestare" i propri obiettivi si fonda su alcuni principi chiave:
- legge dell'attrazione: suggerisce che ciò su cui ci concentriamo, positivo o negativo, tende ad attrarre nella nostra vita situazioni e persone simili;
- visualizzazione: si tratta di creare immagini mentali vivide e dettagliate di ciò che si desidera ottenere;
- affermazioni positive: ripetere frasi positive e incoraggianti aiuta a rinforzare la convinzione di poter raggiungere i propri obiettivi;
- gratitudine: esprimere gratitudine per ciò che si ha già aiuta ad attirare ulteriori positività;
- azione: non basta solo visualizzare e affermare, è necessario agire in modo coerente con i propri obiettivi.
Questa concezione di un'unità cosmica, dove tutto è interconnesso e influenzabile dalla mente, è un concetto fondamentale in molte tradizioni spirituali orientali; le sue origini possono essere rintracciate in antichi insegnamenti, come quelli indù che postulano un'interconnessione profonda tra la mente individuale e l'universo, suggerendo che i pensieri umani possano influenzare la realtà circostante.
La "legge di attrazione", un concetto strettamente legato al manifesting, è diventata particolarmente popolare nella cultura contemporanea: afferma che ciò su cui ci concentriamo tende ad attrarre nella nostra vita, ed è stata divulgata da numerosi autori e insegnanti.
La manifestazione, intesa come pratica di auto-aiuto, va ben oltre il semplice “pensare positivo”: è un percorso di trasformazione interiore che coinvolge la focalizzazione intenzionale dei pensieri, la visualizzazione creativa e la consapevolezza del presente.
Secondo Denise Fournier, PhD e psicoterapeuta specializzata in consapevolezza, "manifestare significa coltivare una visione chiara del futuro e allineare i propri pensieri, emozioni e azioni in modo coerente con quell'obiettivo. È un processo attivo che richiede impegno e costanza, e che può essere paragonato a piantare un seme e curarlo fino a vederlo fiorire."
In un mondo che cambia rapidamente e a volte in modo imprevedibile, infatti, molte persone sentono il bisogno di trovare un significato più profondo alla propria esistenza.
La manifestazione, offrendo un senso di connessione con qualcosa di più grande di noi stessi, può soddisfare questo bisogno: "è un modo per ritrovare un senso di controllo e di agency in un mondo che a volte può sembrare fuori dalla nostra portata", spiega Fournier.
Il benessere psicologico è strettamente legato alla capacità di individuare e perseguire i propri obiettivi: pratiche come la manifestazione ci aiutano a coltivare una maggiore consapevolezza di ciò che desideriamo veramente dalla vita. "Quando siamo in sintonia con i nostri valori più profondi, sperimentiamo un senso di soddisfazione e realizzazione", afferma la terapeuta Julia Bartz.
La psicologia positiva ha dedicato ampio spazio allo studio del pensiero positivo e dei suoi effetti sul benessere individuale: i risultati di queste ricerche convergono nel sottolineare come un atteggiamento ottimista possa agire come un vero e proprio catalizzatore per il cambiamento positivo.
Bartz sottolinea che le nostre aspettative hanno un impatto significativo sui risultati che otteniamo: uno studio del 2016 pubblicato su The Encyclopedia of Mental Health conferma questa tesi, citando una ricerca che ha dimostrato come insegnanti con aspettative positive nei confronti di alcuni studenti hanno inconsciamente modificato il loro comportamento, dedicando loro maggiore attenzione e supporto.
Di conseguenza, gli studenti hanno mostrato miglioramenti significativi nelle loro prestazioni: questo dimostra come le nostre convinzioni profonde possano influenzare non solo la nostra percezione della realtà, ma anche gli eventi stessi.
Manifestare sì, ma senza che diventi una prerogativa
La manifestazione, pur essendo uno strumento potente per la crescita personale, non può da sola risolvere le profonde disuguaglianze sociali che caratterizzano la nostra società.
Come sottolinea Bartz, è importante riconoscere che le barriere sistemiche, come il razzismo, il sessismo e le disuguaglianze economiche possono limitare le possibilità di successo, indipendentemente dalla forza della nostra volontà o dalla positività dei nostri pensieri.
L'abitudine di manifestare, se mal interpretata, può avere conseguenze negative sulla salute mentale, soprattutto per le persone che vivono in condizioni di marginalizzazione. “Credere che i fallimenti siano dovuti a una mancanza di positività o di visualizzazione può portare a un senso di colpa e di auto-biasimo”, afferma Hawlan Ng, psicologo e psicoanalista.
Questo auto-flagellamento può esacerbare problemi preesistenti di ansia e depressione, in particolare tra coloro che si trovano a confrontarsi con sfide sistemiche come la povertà e la discriminazione.
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Dunque, la manifestazione, sebbene possa essere uno strumento di crescita personale, rischia di diventare una forma di evasione dalle sfide del presente; alcuni esperti la definiscono un “pensiero magico”, un modo per eludere il dolore e le difficoltà, piuttosto che affrontarle in modo costruttivo.
Come sottolinea Ng, “evitare di elaborare il trauma del passato può inibire la capacità di costruire relazioni sane e durature nel presente.” Infatti, prima di concentrarsi sulla manifestazione di nuovi obiettivi è fondamentale affrontare le ferite del passato e guarire i propri traumi motivi.
La manifestazione, se praticata in modo sano, può essere un complemento utile al nostro percorso di crescita personale; tuttavia, è importante mantenere una prospettiva realistica e riconoscere i limiti del nostro potere: "il benessere mentale si basa anche sulla capacità di accettare ciò che non possiamo cambiare e di concentrarsi su ciò che possiamo influenzare”, conclude Ng.