"Dovresti imparare dai tuoi errori": sono tante le volte abbiamo sentito ripeterci questa frase, ma dal punto di vista scientifico è davvero possibile?
Scopriamolo in questo approfondimento.
Il cervello come processa un errore? Tra percezione e realtà
Ogni volta che commettiamo un errore, il nostro cervello produce una particolare reazione elettrica: un'onda negativa, più intensa nella parte superiore del cranio, chiamata negatività correlata all'errore (ERN).
Questa risposta elettrica, che si manifesta quasi istantaneamente dopo aver sbagliato, indica che il cervello ha rilevato l'errore e lo sta elaborando ed è talmente rapida da anticipare la nostra consapevolezza dell'errore stesso.
Infatti, mentre ci vogliono almeno 200 millisecondi perché noi ci rendiamo conto di aver sbagliato, l'ERN si manifesta in meno di 100 millisecondi perché la corteccia cingolata, una regione del cervello, confronta in tempo reale ciò che facciamo con ciò che intendevamo fare: quando c'è una discrepanza l'ERN segnala l'errore al nostro cervello cosciente, ma solo successivamente, con la comparsa della positività dell'errore, diventiamo pienamente consapevoli di aver sbagliato.
L'idea che gli errori siano sempre trampolini di lancio verso la crescita è un mito tenacemente radicato nell'immaginario collettivo; tuttavia, una recente ricerca pubblicata sul Journal of Experimental Psychology: General getta nuova luce su questa convinzione.
Lo studio rivela un'interessante discrepanza tra la percezione comune e la realtà: mentre la maggior parte di noi tende ad associare il successo a un precedente fallimento, i dati empirici suggeriscono che questa correlazione potrebbe non essere così diretta e universale come si crede.
La credenza eccessivamente ottimistica che il fallimento sia un trampolino di lancio verso il successo potrebbe rivelarsi un ostacolo insidioso per la crescita personale e professionale.
Come sottolinea Lauren Eskreis-Winkler, autrice principale dello studio e professoressa associata presso la Northwestern University, questa visione distorta può paralizzare le persone, impedendo loro di elaborare strategie concrete per affrontare le sfide.
“Coloro che sopravvalutano in modo eccessivo la probabilità di risollevarsi dopo una caduta sono meno propensi a mettere in atto le azioni necessarie per sviluppare una vera resilienza. Non è che il successo dopo un fallimento sia impossibile, ma non è nemmeno automatico.”
Lo studio ha indagato le credenze relative alla risposta di fronte al fallimento, analizzando le risposte di 1.800 adulti statunitensi a un sondaggio online: in particolare i ricercatori si sono concentrati su situazioni specifiche, come la capacità di riprendersi da un problema di salute o di affrontare un risultato scolastico deludente.
I risultati della ricerca evidenziano una netta discrepanza tra le nostre aspettative e la realtà quando si tratta di superare le avversità, perché i partecipanti allo studio hanno sistematicamente sovrastimato la capacità delle persone di riprendersi da fallimenti e battute d'arresto.
Ad esempio, hanno ampiamente sopravvalutato il numero di professionisti come avvocati, insegnanti e infermieri che, dopo aver fallito un esame iniziale, sarebbero riusciti a superarlo in seguito; allo stesso modo hanno sovrastimato le probabilità di successo di persone affette da dipendenze o da malattie croniche nel modificare i propri comportamenti.
Questa tendenza a vedere il bicchiere mezzo pieno, sebbene comprensibile, può portare a sottovalutare le sfide reali e le risorse necessarie per affrontare situazioni difficili.
Contrariamente alla credenza popolare, “imparare dagli errori è spesso più complesso che imparare dai successi”, sottolinea Eskreis-Winkler. Yvette Sheline, professoressa di psichiatria, sottolineando il ruolo cruciale della dopamina nel rinforzare i comportamenti positivi.
“Il nostro cervello è naturalmente predisposto a premiare i successi”, afferma, “e questo meccanismo di ricompensa è fondamentale per la costruzione di modelli mentali efficaci.”
Tuttavia, la specialista ammette che anche gli errori possono rappresentare un'opportunità di apprendimento, soprattutto quando sono inaspettati e ci costringono a rivedere le nostre strategie.
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L'idea che il fallimento sia un'opportunità di crescita è un luogo comune, ma la realtà è più sfumata: secondo Hillary Ammon, psicologa clinica, la capacità di imparare dagli errori varia da persona a persona e dipende da una serie di fattori, tra cui la motivazione, lo stato emotivo e il contesto.
Eventi di vita particolarmente significativi, come un fallimento professionale o una grave malattia, possono rappresentare sfide particolarmente ardue da superare; in questi casi la capacità di riprendersi può essere fortemente influenzata da fattori psicologici e sociali.
Al contrario, errori di minore entità possono essere più facili da correggere, poiché le conseguenze sono meno gravi e le risorse personali necessarie per affrontare la situazione sono minori.
Studi scientifici hanno dimostrato che, dopo aver commesso un errore, tendiamo a rispondere più lentamente nel tentativo di evitare di ripeterlo ed è tanto più evidente quanto più intensa è la nostra reazione cerebrale all'errore, misurata dall'ERN.
In pratica un ERN più forte indica un maggior impegno del cervello nell'apprendere dai propri sbagli; ad esempio, delle ricerche hanno persino correlato un ERN più pronunciato a un rendimento scolastico migliore.
Tuttavia, un'eccessiva reattività all'errore, tipica delle persone ansiose, può portare a una distrazione eccessiva e compromettere la performance; così l'ERN, anziché favorire l'apprendimento, può diventare un ostacolo.
Trasformare i fallimenti in trampolini di lancio: consigli degli esperti
Ma quindi come possiamo trasformare un’esperienza negativa in un’opportunità di crescita? Secondo gli psicologi, è possibile adottare alcune strategie per aumentare le probabilità di successo dopo una battuta d’arresto:
Fermarsi a riflettere
Il primo passo è concedersi del tempo per elaborare l’accaduto e analizzare con onestà le cause del fallimento e le emozioni che si provano. Si tratta di un momento di introspezione che, seppur doloroso, è fondamentale per imparare dagli errori.
Identificare gli errori
Una volta accettato il fallimento, è importante individuare le cause che l’hanno determinato, in modo da possedere la consapevolezza sufficiente per evitarli in futuro.
Impara dai propri errori
È facile voler dimenticare subito un fallimento, ma è fondamentale dedicare del tempo a capire cosa non ha funzionato e come migliorare; è utile anche stabilire degli obiettivi chiari e realistici e definire le azioni concrete da intraprendere per raggiungerli.
Essere realisti
È importante avere aspettative realistiche: non tutti raggiungono il successo al primo tentativo, ed è del tutto normale. Anche avere un ottimismo eccessivo potrebbe essere controproducente: una visione troppo rosea del futuro, infatti, potrebbe diminuire la possibilità di affrontare le difficoltà in modo efficace.
Dunque, il fallimento può essere scoraggiante, ma è importante non farsi sopraffare dalle emozioni negative e credere nelle proprie capacità, senza avere paura di riprovare.