I Millennial, anche conosciuti come Generazione Y, sono un gruppo demografico che continua a plasmare il mondo in modi significativi.
Nati tra l'inizio degli anni '80 e la metà degli anni '90 (indicativamente 1980-1996), si trovano a cavallo tra l'era analogica e quella digitale, caratteristica che ha avuto un impatto profondo sulle loro esperienze e prospettive.
Ma quindi cosa si intende per “crisi di mezza età” per questa generazione?
La crisi dei Millennial ha un nuovo volto
La crisi di mezza età, che coincide con la necessità di cambiamento (spesso molto stereotipata, col classico uomo vicino alla pensione che va in giro con una decappottabile rossa e si rendo conto che vuole una compagna di vita con vent’anni in meno) e che solitamente si verifica intorno ai 50 anni, sembra essere in rapida evoluzione, soprattutto per la generazione dei Millennial.
Un dato sorprendente emerge dalle ricerche: quasi un Millennial su due prevede di attraversare questa fase critica in futuro, ma con un anticipo significativo rispetto alle generazioni precedenti.
Inoltre, l'81% di loro ritiene di non potersi permettere finanziariamente una crisi di mezza età, mentre il 58% sente di non avere il tempo necessario per affrontarla.
Gli studi condotti dal professor David Almeida, docente di sviluppo umano e studi sulla famiglia presso la Penn State University, hanno rivelato un quadro preoccupante riguardo allo stress nella mezza età.
Le sue ricerche, che hanno confrontato diverse generazioni di adulti, hanno evidenziato un significativo incremento dei livelli di stress negli anni 2010 rispetto agli anni '90.
Questo aumento è attribuibile a una combinazione di fattori, tra cui:
- instabilità economica: le fluttuazioni economiche e l'incertezza lavorativa contribuiscono a un senso di precarietà;
- perdita di connessioni sociali: l'indebolimento dei legami sociali e la diminuzione del supporto reciproco aggravano il senso di isolamento;
- generazione sandwich: un numero crescente di persone tra i 40 e i 50 anni si trova a dover accudire contemporaneamente figli e genitori anziani, un carico di responsabilità che si protrae più a lungo rispetto al passato.
"Quello che sto scoprendo è che il vantaggio dell'età è scomparso dalla mezza età. Ora abbiamo più responsabilità e non stiamo ottenendo tutti i vantaggi psicologici che derivano dalla mezza età", afferma Almeida.
Mentre i Boomer, alla stessa età, potevano spesso godere della stabilità derivante dalla proprietà di una casa e da una relativa sicurezza economica, i Millennial si trovano "schiacciati tra i peggiori tassi di inflazione della loro vita, prezzi delle case alle stelle e le conseguenze precarie della pandemia".
Questa situazione si traduce in:
- difficoltà nell'accesso alla proprietà abitativa: l'aumento vertiginoso dei prezzi delle case rende l'acquisto un obiettivo sempre più irraggiungibile per molti millennial;
- precarietà economica: l'inflazione e le conseguenze della pandemia hanno generato un clima di incertezza lavorativa e finanziaria;
- disuguaglianza generazionale: il divario tra le opportunità economiche dei Boomer e quelle dei Millennial si è ampliato, creando una crescente disuguaglianza generazionale.
Millennial in crisi: approfondiamo il contesto
Tirrell De Gannes, psicologo clinico autorizzato presso il Thriving Center of Psychology, offre una lucida analisi delle molteplici cause che contribuiscono ai sintomi di stress e disagio sperimentati dalla generazione dei Millennial.
"I Millennial stanno sperimentando questi sintomi per una serie di ragioni, tra cui, ma non solo: crescere con l'aspettativa di andarsene di casa in giovane età ed essere autosufficienti senza risorse", spiega. "Stanno anche guadagnando molto meno di quanto sia necessario per vivere in modo indipendente (anche se è più dei loro genitori) e affrontando la proliferazione dei social media e il loro effetto sulla salute mentale attraverso un confronto costante".
L'analisi delle dinamiche generazionali rivela un panorama complesso, in cui la Generazione X si distingue per una resilienza economica che i Millennial non hanno ancora sperimentato.
Sì, hanno affrontato sfide simili, come i cambiamenti sociali e il declino delle condizioni socio-economiche, ma sono stati gli unici ad aver pienamente recuperato la ricchezza persa durante la Grande Recessione.
Potrebbe interessarti anche:
- Prendere metaforicamente un caffè con chi eravamo 10 anni fa: il potere di una malinconia propositiva
- Dovremmo riscoprire l'importanza dei rituali nella nostra vita (no, non devi per forza meditare)
- In un'epoca piena di stimoli la noia è un lusso che non riusciamo più a concederci
Di conseguenza, le difficoltà che i Millennial riscontrano nel raggiungere la stabilità finanziaria, spesso non prima della metà dei trent'anni, ritardano anche altre tappe della vita, come la genitorialità, che tende a essere necessariamente posticipata verso la fine dei trent'anni.
Questa dilazione ha implicazioni profonde:
- mancanza di tempo e risorse per "crolli": la precarietà finanziaria e le responsabilità familiari tardive non lasciano spazio a periodi di pausa o di instabilità;
- una fase di vita prolungata: i Millennial si trovano in una fase di vita prolungata, caratterizzata da una continua ricerca di stabilità e realizzazione, senza la possibilità di "sedimentarsi" in una routine consolidata;
- pressione costante: la necessità di mantenere un equilibrio precario tra lavoro, finanze e famiglia genera una pressione costante, che può portare a stress e ansia.
I Millennial stanno, quindi, affrontando la mezza età in un contesto di maggiore precarietà e difficoltà economiche rispetto alle generazioni precedenti, con implicazioni significative per il loro benessere e la loro qualità di vita.
Hanno vissuto due recessioni economiche significative, la crisi finanziaria del 2008 e quella più recente causata dalla pandemia di COVID-19; a queste si aggiunge l'impatto di una pandemia globale, un evento che ha sconvolto le dinamiche sociali ed economiche a livello mondiale.
La crescente disparità tra l'aumento dei costi della vita e la stagnazione dei salari ha creato inevitabilmente una situazione di precarietà economica diffusa.
"C'è la convinzione che dovremmo aver raggiunto certe cose entro una certa età, influenzati da ciò che abbiamo visto fare ai nostri genitori, ma questo non è stato rilevante per le nostre vite", afferma la terapeuta Meryn Addison. "Non aver raggiunto quelle grandi pietre miliari porta a bassa autostima, depressione e infelicità, soprattutto se vediamo altri che lo fanno ‘meglio’ sui social media. I nostri genitori non hanno avuto le opportunità che abbiamo avuto noi, ma c'era un senso di sicurezza lì. I Millennials hanno improvvisato, il che è estenuante e ci fa sentire come bambini".