Spesso confusa con il solo terrore nei confronti degli spazi aperti e affollati, l’agorafobia è in realtà un disturbo d’ansia dalle numerose sfaccettature.
Le sue manifestazioni possono cambiare da persona a persona, includendo sintomi non sempre facili da riconoscere.
L’insorgenza di questa condizione avviene spesso in una fascia di età compresa tra i 18 e i 35 anni, e, stando alle statistiche, colpisce maggiormente le donne.
Ma di che cosa si tratta più nello specifico? Perché si soffre di agorafobia ed è importante riconoscerla in tempo? Quali sono le strategie da adottare per combatterla?
Vediamolo insieme.
Qual è il significato di agorafobia?
Il significato letterale del termine agorafobia deriva dall’accostamento dei termini greci “agorà” (piazza) e “phóbos” (paura), e si traduce come “paura della piazza”.
Come spesso accade per i disturbi d’ansia e per le altre fobie, anche l’agorafobia si manifesta per la gran parte sotto forma di ansia anticipatoria, ovvero come paura risultante dal pensiero relativo a una specifica situazione.
Ciò che rende spaventosi i grandi spazi aperti è, per l’agorafobico, la presunta impossibilità di trovare una via di fuga da un grande spazio affollato, così come il timore di non ricevere aiuto in caso di pericolo.
Chi soffre di agorafobia è portato, nel corso del tempo, a mettere in atto tutta una serie di strategie di evitamento, scegliendo di non frequentare più determinati luoghi e cercando di prevenire la possibilità di ritrovarsi in una situazione percepita come minacciosa.
Perché si soffre di agorafobia e come riconoscerla
Come spesso accade nell’ambito della salute mentale, rintracciare la causa specifica di un disturbo risulta piuttosto complicato.
Quello che oggi sappiamo sul perché si soffre di agorafobia è ancora poco, ma nonostante ciò gli esperti concordano sul fatto che questa condizione sia uno dei possibili sviluppi del disturbo da panico.
Quest’ultimo compare solitamente in seguito ad un grave trauma, come un incidente, un lutto o un abuso, vissuti durante l’infanzia o l'adolescenza.
L’agorafobia può comunque presentarsi anche senza che venga diagnosticato il disturbo da panico, come immediata reazione a una forte situazione stressante o come sintomo di altre patologie mentali di ordine più grave, come per esempio la depressione o il disturbo bipolare.
In alcuni casi, a sperimentare l’agorafobia sono invece persone intrappolate in relazioni disfunzionali, soggiogate al volere di un partner abusante.
Per quanto riguarda i sintomi dell'agorafobia, è possibile che ci si trovi di fronte ad un caso di agorafobia quando il soggetto sperimenta le seguenti condizioni:
- paura di avere un attacco di panico in pubblico (compreso sui mezzi di trasporto);
- paura di apparire stupidi o impacciati di fronte a grandi gruppi di persone;
- terrore di non trovare una via di uscita da grandi edifici e strutture (cinema, fiere, grandi magazzini, supermercati);
- ansia di perdere il controllo o di svenire di fronte agli altri;
- paura di morire in seguito ad un attacco di panico;
- incapacità di uscire di casa (da soli o in compagnia);
- pensiero ricorrente riguardo a possibili pericoli e a come fare per prevenirli.
Spesso i pensieri anticipatori sono accompagnati da sintomi fisici, che sono poi gli stessi a comparire quando il soggetto si trova nel mezzo della situazione temuta.
I sintomi fisici più comuni dell’agorafobia sono i seguenti:
- attacchi di panico;
- tachicardia;
- aumento della sudorazione;
- vertigini;
- fitte al petto;
- tremori;
- respiro affannoso;
- svenimenti.
Come superare l'agorafobia
Non esiste una strategia univoca per superare l’agorafobia: in base alla natura dei sintomi e alla loro intensità è possibile agire in diversi modi.
Il primo passo, però, può essere attuato da tutti coloro che la sperimentano: esso consiste nel riconoscere - ma soprattutto nell’accettare - la presenza dell’agorafobia, cercando di individuare anche i meccanismi di evitamento che essa comporta.
Riconosciuto il problema è poi possibile procedere come segue:
- operare alcuni cambiamenti nello stile di vita, perseguendo una routine salutare che prediliga attività fisica e dieta sana, evitando il consumo di alcolici e stupefacenti;
- attuare specifiche tecniche di auto-aiuto attraverso programmi riconosciuti, come la meditazione, l’accettazione della paura, la respirazione diaframmatica e altre tecniche di rilassamento;
- contattare un professionista della salute mentale, come uno psicologo, uno psicoterapeuta o uno psichiatra.
Tra le terapie psicologiche più utilizzate per combattere l’agorafobia rientrano la Terapia Cognitivo-Comportamentale e l’EMDR, entrambe erogate da un terapeuta abilitato.
Esse consistono nella ricerca delle cause che portano a sperimentare disagio e alla successiva esposizione del paziente ai contenuti dei pensieri negativi, mirata a creare convinzioni più funzionali.
Nei casi più gravi infine, l’agorafobia può essere trattata attraverso l’assunzione di farmaci specifici, naturalmente sotto prescrizione medica, conosciuti con il nome di SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina).
Recenti studi, infine, confermano l’azione ansiolitica esercitata da alcuni fitocannabinoidi come il cannabidiolo (CBD).