Quali sono le erbe spontanee commestibili più diffuse nel nostro territorio? Perché dedicarsi alla loro raccolta e come distinguerle da quelle che non sono adatte al consumo alimentare?
Ecco tante informazioni utili sulle erbe selvatiche commestibili e un approfondimento su 10 piante spontanee commestibili da conoscere assolutamente.
Erbe spontanee commestibili: perché raccoglierle e come utilizzarle
Le erbe commestibili selvatiche rappresentano da sempre una grande risorsa per l'alimentazione umana, tuttavia negli ultimi tempi esse sono state riscoperte anche in virtù delle loro proprietà benefiche per la salute.
Esse contengono, infatti, numerosi nutrienti fondamentali, come ad esempio vitamine (vitamina A, C, K), antiossidanti e minerali (calcio, ferro, potassio, magnesio).
Le piante commestibili spontanee, inoltre, sono considerate un'importante risorsa anche in campo erboristico, dove vengono utilizzate per preparare rimedi, cosmetici, unguenti, etc.
Questo tipo di piante, dette alimurgiche, vengono raccolte e utilizzate da moltissimi secoli e nel corso del tempo sono state fondamentali per sopperire alle necessità alimentari della popolazione umana.
Per quanto riguarda il loro utilizzo in cucina, esse si prestano ad essere consumate in molti modi diversi: nelle insalate, nelle zuppe, come parte dei ripieni, nei dolci oppure come contorno a sé.
Prima di sfruttarle in cucina, è importante lavarle accuratamente sotto l'acqua corrente, al fine di eliminare ogni possibile traccia di impurità.
Come raccogliere le piante selvatiche commestibili in sicurezza
Ma come si raccolgono le erbe commestibili spontanee e quali accorgimenti occorre adottare per farlo sempre in sicurezza?
Innanzitutto è fondamentale informarsi preventivamente della tipologia di specie che si intende cercare, in modo da essere certi che si tratta proprio di una specie commestibile; può essere utile, ad esempio, frequentare un apposito corso, leggere un manuale dedicato oppure farsi accompagnare da un esperto.
Oltre al riconoscimento della pianta, è importante anche prestare attenzione al luogo della raccolta.
Occorre infatti effettuarla nelle aree appositamente dedicate, privilegiando zone protette e non inquinate, come ad esempio parchi e terreni protetti.
Questo dà la sicurezza che le erbe non siano state inquinate o danneggiate dall'attività umana, che la terra non sia impoverita o, peggio, contaminata da sostanze chimiche.
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In Italia, ad esempio, è possibile richiedere agli Enti per la tutela dei parchi o alla Guardia Forestale, l'autorizzazione alla raccolta di specie vegetali ed essa viene generalmente concessa in alcuni periodi dell'anno e una specifica finestra temporale.
Al contrario, è vivamente sconsigliata la raccolta di erbe spontanee mangerecce in zone inquinate, urbanizzate, ai bordi delle strade o in prossimità di campi coltivati.
Poi, è importante sapere quali parti della pianta si possono raccogliere, sia a seconda della sua tipologia, sia in relazione all'uso che si intende farne.
Delle specie vegetali è possibile infatti servirsi dei fiori, della corteccia, delle foglie oppure dei frutti. In relazione all'erba da raccogliere e alla specifica componente di cui si necessita, è consigliabile seguire la corretta stagionalità, in modo da poter sfruttare la più alta concentrazione di principi attivi.
In particolare, ecco quando raccogliere le diverse componenti di un'erba spontanea commestibile:
- fiori: essi si raccolgono generalmente in estate, ovvero al massimo della stagione riproduttiva della pianta;
- corteccia: si raccoglie in inverno, quando è più intensa la loro capacità balsamica;
- radici: se è strettamente necessario, preferire il taglio delle radici in inverno;
- foglie: in primavera.
Le erbe selvatiche andrebbero raccolte nelle prime ore della mattina, ovvero quando hanno ancora la rugiada della notte e sono più vitali.
Inoltre, se si fa riferimento ai cicli lunari, è consigliabile prendere radici e cortecce nelle fasi di luna calante, mentre fiori e foglie durante la luna crescente.
Piante erbacee commestibili utilizzate in campo erboristico
Queste piante selvatiche vengono utilizzate prevalentemente in campo erboristico per preparare rimedi come tisane e infusi, sebbene alcune di esse si prestino anche al consumo alimentare.
Malva
La malva, ovvero la Malva sylvestris, è una delle piante commestibili più note e utilizzate nel settore dell'erboristeria. Si raccoglie in primavera e si possono usare sia le sue foglie che i fiori.
Ha diverse proprietà terapeutiche, a partire dalla sua capacità di lenire le vie respiratorie e dalla sua azione emolliente, non a caso si utilizza per realizzare dei rimedi contro le malattie a danno dell'apparato respiratorio.
Essendo commestibile, i suoi fiori possono essere inseriti all'interno di preparazioni salate (gnocchi, risotti, paste fresche, etc.) oppure fritti o consumati crudi in insalata.
Borragine
La borragine, o Borago officinalis, è una pianta appartenente alla famiglia delle Boraginaceae che cresce spontanea in molte zone.
Ha dei caratteristici fiori blu e numerose proprietà benefiche; essa, infatti, svolge un'azione antinfiammatoria e febbrifuga, inoltre può essere utilizzata in cucina all'interno di insalate, frittate o torte salate.
Corteccia di Rovere
La corteccia di rovere ha proprietà antibatteriche dovute all'abbondante presenza di tannini al suo interno. Si può utilizzare per preparare un infuso e in ambito alimentare viene sfruttata per le affumicature dei cibi e per il settore del mixology.
Artemisia
Detta anche "erba del brigante" o "assenzio selvatico", l'artemisia è una pianta commestibile che appartiene alla famiglia delle Asteraceae. Pur avendo un sapore amaro si usa in erboristeria ma anche in cucina, dove le sue foglie (consumate sia cotte che crude), hanno la capacità di favorire la digestione.
Menta
Tra le erbe aromatiche selvatiche più facili da riconoscere, grazie al suo profumo intenso e particolare, la menta ha numerose proprietà benefiche.
Si utilizza per preparare minestre, primi e secondi piatti, dolci, liquori, ma anche come rimedio erboristico in tisane e infusi.
Sambuco
Il Sambuco appartiene alla categoria delle piante di campo commestibili e si può utilizzare per preparare sciroppi, succhi, salse, ma anche dolci e dessert.
Tra i tipi di erbe spontanee, il sambuco si distingue per le sue proprietà depurative e diuretiche.
Le piante commestibili selvatiche più diffuse
Quali sono le piante commestibili italiane più diffuse e famose?
Ecco 5 specie da conoscere e utilizzare in cucina:
Tarassaco
Il tarassaco, o Taraxacum officinale, è conosciuto anche con il nome di dente di leone o soffione. Si tratta di un'erba di campo commestibile estremamente diffusa che cresce solitamente ai bordi delle strade.
Presenta dei tipici fiori di colore giallo a corolla e le sue foglie vengono utilizzate sia in cucina, per preparare minestre, confetture, sott'aceti e insalate, sia in erboristeria. Tra le sue principali proprietà vi sono quella depurativa e diuretica.
Ortica
L'ortica è tra le erbe di campo commestibili più famose e utilizzate. Oltre alle sue molteplici proprietà terapeutiche (essa è, infatti, un antiparassitario e antibatterico naturale), essa viene impiegata in cucina per preparare risotti, gnocchi, paste ripiene e frittate.
Le sue foglie, tuttavia, vanno sempre cotte e non possono essere mangiate crude, in quanto contengono un fastidioso principio urticante.
Generalmente si raccolgono le sue foglie in primavera, quando sono più tenere e delicate, e consumarle può avere un'azione positiva nei confronti del fegato e dei reni.
Cicoria
La cicoria appartiene alle erbe commestibili di campo più note, infatti il suo consumo è molto diffuso. Le sue foglie sono edibili e hanno una capacità lassativa e depurativa, mentre i germogli possono essere consumati sia crudi che cotti.
Generalmente le foglie della cicoria si usano per preparare delle insalate miste oppure vengono lessate e poi ripassate in padella, o, ancora, trovano impiego nella preparazione di minestre.
Un tempo la radice della cicoria, come anche altre erbette selvatiche commestibili, veniva utilizzata come sostituto del caffè, essendo completamente privo di caffeina.
Bietola
La bietola selvatica è molto simile a quella coltivata e rappresenta una delle verdure selvatiche commestibili più note. Ha foglie lunghe e strette, cresce rigogliosa soprattutto nelle zone d'ombra e se ne utilizzano le foglie tenere e color verde chiaro.
Queste possono essere lessate o cotte in padella, utilizzate come ingrediente per zuppe e minestroni, oppure impiegate all'interno dei ripieni per la pasta fresca. Le erbette selvatiche, come la bietola, sono particolarmente diffuse e utilizzate in tutta la tradizione gastronomica italiana.