Alla scoperta delle proprietà del rafano

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 28 Novembre, 2024

rafano in cucina

Quali sono i benefici e le proprietà del rafano? È vero che questa radice giova alla salute? E se sì, come fare per sfruttarla al meglio? Andiamo alla scoperta dei vantaggi e delle eventuali controindicazioni del rafano.

Tutte le proprietà del rafano

Il rafano (Armoracia rusticana), anche noto comunemente col nome di cren o di barbaforte, è una pianta perenne che appartiene alla famiglia delle Brassicaceae.

Diffuso soprattutto in Europa nord orientale e conosciuto fin dall'antichità, si distingue per il suo sapore pungente particolarmente caratteristico. Il rafano cresce spontaneamente negli ambienti umidi e freschi e in cucina se ne impiega principalmente la radice.

Molto apprezzato anche in Italia, il cren viene usato grattugiato e per preparare una salsa, chiamata, appunto, salsa cren. Si tratta di un ingrediente sfruttato per accompagnare soprattutto i piatti a base di carne, in virtù del suo sapore acidulo, aromatico e acre che ricorda quello della senape.

Se assunto in grandi quantità, il rafano può causare abbondante lacrimazione oculare, tuttavia si tratta di un vegetale che si distingue per le sue notevoli proprietà benefiche e che per questo è stato ampiamente utilizzato dalla medicina popolare.

Già diversi secoli fa si usava consumare il rafano per stimolare la digestione e per la sua azione balsamica sulle vie respiratorie, mentre studi recenti sembrano confermare i numerosi benefici associati a questo vegetale.

Il rafano, infatti, vanta un effetto antibatterico, antinfiammatorio, diuretico e antispastico.

Grazie ai numerosi composti volatili contenuti al suo interno e all'abbondante presenza di antiossidanti, il rafano si distingue per la sua capacità di favorire la produzione degli enzimi digestivi e, quindi, per rendere il processo di assimilazione del cibo da parte dell'apparato gastrointestinale, più veloce ed efficiente.

Ricco di vitamina C e di potassio, il rafano viene sfruttato, oltre che come ingrediente in cucina, anche come rimedio fitoterapico; per questo motivo si trova spesso formulato insieme a carciofo, genziana, cicoria e tarassaco, all'interno degli integratori destinati al miglioramento della funzionalità epatica.

I benefici del rafano come rimedio naturale

I principali benefici legati all'utilizzo del rafano come rimedio naturale sono dovuti all'abbondante presenza, all'interno di questa radice, di due composti, ovvero i glucosinolati e gli isotiocianati.

Sono proprio queste due sostanze le responsabili del gusto piccante e dell'effetto lacrimogeno della pianta, e la loro disponibilità all'interno del vegetale varia in base alla maturazione, alla stagione di raccolta e alla specie. La biodisponibilità dei due composti inoltre varia anche in base alla modalità di preparazione e trattamento che subisce la pianta.

Le proprietà del rafano sono numerose, come attestato anche dal suo largo impiego nell'ambito della medicina naturale. Esso viene sfruttato per curare le patologie respiratorie, i reumatismi, per stimolare la diuresi, per la cura delle vie urinarie e per stimolare la digestione.

Grazie alla presenza della sinagrina, inoltre, il rafano contribuisce ad abbassare la pressione arteriosa e migliorare la circolazione sanguigna.

rafano-spelato

Questa radice può essere impiegata anche per uso topico nel trattamento dell'herpes e dell'alopecia, e come coadiuvante nella perdita di peso. Il principio sarebbe quello comune anche ad altri alimenti dal gusto piccante ed è riconducibile a un presunto effetto di accelerazione del metabolismo esercitato proprio da questi cibi sull'organismo.

Il rafano è noto per essere:

  • antibatterico. Questa radice contiene un composto chiamato isotiocianato di allile che è responsabile del sapore pungente del vegetale. È proprio l'isotiocianato di allile che svolge un'efficace azione antibatterica, inibendo la proliferazione dei microrganismi e dei funghi;
  • digestivo. Oltre a stimolare gli enzimi digestivi, il rafano favorisce il rilascio della bile da parte della colecisti;
  • antitumorale. Sembra che i glucosinolati e isotiocianati contenuti nel rafano contrastino la crescita delle cellule tumorali;
  • antiossidante. Il rafano contrasta i radicali liberi e protegge l'organismo dallo stress ossidativo. Essendo ricco di vitamine, di sali minerali (in particolare magnesio, calcio, fosforo, ferro, sodio e potassio), di fenoli, di cumarine e di vari tipi di glucosinolati (glucoclearina, gluconasturtiina e sinagrina), il rafano ha spiccate proprietà antiossidanti;
  • diuretico. Il rafano favorisce la funzionalità renale e depura l'organismo;
  • analgesico. La radice grattugiata può essere applicata a livello topico per ottenere sollievo nei confronti di contratture, dolori muscolari, artrite, sciatica e tendiniti. Sembra, inoltre, che possa essere efficace anche per contrastare le discromie della pelle e la dermatosi, tuttavia, a causa della sua azione potenzialmente irritante, è comunque sempre preferibile fare dei test cutanei su piccole porzioni di pelle;
  • depurativo. L'abbondante presenza di solforati al suo interno fa del rafano un alleato per il benessere del fegato, in particolare se quest'ultimo è messo a dura prova da un'alimentazione troppo ricca di grassi, apportando cofattori essenziali per i processi di detossificazione epatica;
  • drenante . La radice può essere usata con successo per favorire lo smaltimento dei liquidi in eccesso e per eliminare le tossine.

La medicina popolare conosce e sfrutta le proprietà del rafano da moltissimo tempo, non a caso questo vegetale veniva usato come rimedio naturale per alleviare i sintomi influenzali e i problemi alle vie respiratorie. Se applicato localmente, il rafano è un alleato contro reumatismi e strappi muscolari, 

Valori nutrizionali del rafano

Il rafano viene utilizzato comunemente in cucina, sia grattugiato e aggiunto a piatti a base di carne o pesce, che come ingrediente per preparare salse. Avendo un sapore piccante e intensamente aromatico, viene sfruttato spesso e si trova anche sotto aceto.

Per quanto riguarda i valori nutrizionali del rafano, 100 grammi di prodotto fresco apportano circa 48 calorie, mentre un cucchiaio di prodotto fresco contengono:

  • 0,18 grammi di proteine
  • 0,10 grammi di lipidi;
  • 1,69 grammi di carboidrati;
  • 3,7 mg di vitamina C;
  • 0,058 mg di niacina;
  • 0,011 mg di vitamina B6;
  • 0,004 mg di riboflavina;
  • 0,001 mg di tiamina;
  • 9 µg di folati;
  • 37 mg di potassio;
  • 8 mg di calcio;
  • 5 mg di fosforo;
  • 4 mg di magnesio;
  • 0,12 mg di zinco;
  • 0,06 mg di ferro;
  • 0,019 mg di manganese.

Il rafano è una buona fonte di beta-carotene, di luteina, di zeaxantina e di numerosi altri composti volatili, i quali sono a loro volta responsabili del suo caratteristico sapore pungente. Nel rafano si trovano poi anche ottime quantità di vitamina B1 e di vitamina C.


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Le proprietà del rafano nero

Il rafano nero, esattamente come quello bianco, appartiene alla famiglia delle Brassicaceae. Viene utilizzato in cucina ma anche come rimedio fitoterapico, non a caso veniva utilizzato già diversi secoli fa per depurare il fegato e stimolare la secrezione della bile.

Il rafano nero contiene vitamine, in particolare vitamina A, vitamine del gruppo B e vitamina C, inoltre ha buone quantità di oligominerali. La sua azione detossificante nei confronti del fegato è dovuta al fatto che la radice ha una capacità coleretica e colagoga, che favoriscono l'eliminazione di composti chiamati xenobiotici, che possono essere assunti con  alimenti.

Questo vegetale si caratterizza per avere proprietà digestive e gastroprotettive, inoltre aiuta a combattere il colesterolo. Per quanto riguarda la sua capacità di migliorare il benessere delle vie respiratorie, il rafano nero aumenta la produzione di muco e lo rende più fluido,  svolgendo così un'intensa azione espettorante.

ll rafano nero non ha controindicazioni particolari, se non quelle che sono comuni anche alla varietà bianca, e che lo rendono un alimento sconsigliato a chi soffre di disturbi gastrointestinali, tiroidei o renali

Il rafano presenta delle controindicazioni?

Il rafano è un alimento ricco di proprietà benefiche per la salute che, tuttavia, impone anche una certa attenzione.

Se assunto in grandi quantità, il rafano è sconsigliato alle donne in gravidanza, a quelle che allattano al seno e ai bambini sotto i quattro anni di età, come anche per chi soffre di disturbi gastrointestinali (come ad esempio ulcere, irritazioni dell'apparato o altri tipi di infezione) o per chi ha un'insufficienza renale o soffre di ipotiroidismo.

Questa radice potrebbe interferire con l'assunzione della levotiroxina, pertanto prima di assumerlo è preferibile chiedere consiglio al proprio medico. Secondo l'EFSA, ovvero l'Agenzia Europea per la sicurezza alimentare, è importante non eccedere con le quantità massime giornaliere consigliate, fissate a 0,2 milligrammi per chilo di peso corporeo.

Il rischio è legato alla capacità degli isotiocianati presenti nel rafano, di legarsi e trattenere lo iodio, cosa che può essere pericolosa per tutti coloro che soffrono di disturbi della tiroide o che presentano una situazione di squilibrio di questa sostanza.

Non bisogna dimenticare, inoltre, che la radice fresca di rafano può risultare irritante, sia per gli occhi che per la pelle. Quando si maneggia il prodotto fresco bisogna quindi prestare attenzione perché esso può provocare lacrimazione, congiuntivite o mal di testa.

Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Dr. Maurizio Romano
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