Da diverso tempo si sente sempre più spesso parlare di rigenerazione cellulare; è una locuzione piuttosto generica che può avere diverse accezioni; più comunemente si fa riferimento a quel processo naturale grazie al quale le cellule dell’organismo umano si rinnovano di continuo. L’importanza del corretto funzionamento di questo meccanismo è intuitiva: più le cellule dell’organismo si rinnovano, più veloce ed efficace è la riparazione dei tessuti.
Sfortunatamente vi sono condizioni che possono “inceppare” il meccanismo di rigenerazione cellulare e ciò ha ovviamente delle conseguenze.
Quali condizioni rallentano la rigenerazione delle cellule?
L’avanzare dell’età è una delle condizioni che causano un rallentamento del processo rigenerativo e le conseguenze di ciò sono per esempio ben visibili a livello cutaneo: le rughe e la perdita di luminosità ed elasticità della pelle sono gli esempi più classici che si possono fare in proposito. Non è un caso che molti prodotti per la bellezza della pelle contengano sostanze che favoriscono il rinnovamento cellulare.
Va comunque precisato che non è solo l’invecchiamento che rallenta il meccanismo di rigenerazione delle cellule; anche uno scorretto stile di vita (alimentazione non equilibrata, fumo di sigaretta, stress, consumo eccessivo di alcol, scarsa qualità del sonno ecc.) contribuisce al suo malfunzionamento.
Vista la sua importanza, è normale un interesse della ricerca su questo processo che, se mantenuto ottimale, potrebbe essere di grande aiuto per mantenere sani i vari tessuti dell’organismo, ripararli efficacemente in caso di danni e rallentare l’invecchiamento.
Rigenerazione cellulare e autofagia cellulare
Nel 2016 è stato assegnato al biologo giapponese Yoshinori Ohsumi il Nobel per la medicina e la fisiologia; la motivazione del prestigioso riconoscimento è la scoperta del meccanismo dell’autofagia cellulare o autofagocitosi, un processo che consiste nel riciclo e nell’eliminazione dei rifiuti delle cellule; in parole semplici, si tratta di un meccanismo per il quale le cellule del corpo cannibalizzano le componenti cellulari danneggiate o invecchiate sostituendole con altre.
L’autofagia è quindi strettamente connessa alla rigenerazione delle cellule e contribuisce alla loro salute e alla loro longevità. In sostanza, favorire l’autofagia favorisce a sua volta il rinnovamento cellulare. Vi sono molte ricerche in corso per stabilire se tale meccanismo può essere sfruttato per ridurre il rischio di contrarre determinate malattie (tumori, ma anche patologie neurodegenerative) aumentando l’aspettativa di vita in buona salute.
Come si favorisce l’autofagia cellulare?
Gli studi mostrano che esistono molti modi per favorire il meccanismo dell’autofagocitosi. Uno di questi è una regolare attività fisica; con l’esercizio fisico infatti l’organismo è sottoposto a uno stress psicofisico e reagisce attivando l’autofagia al fine di rimuovere i componenti cellulari danneggiati.
Vi sono poi ricerche che mostrano che l’autofagia potrebbe essere favorita dall’assunzione di alcuni micronutrienti come per esempio la vitamina C, una sostanza di cui peraltro sono note le proprietà antiossidanti.
È poi stato provato che l’autofagia cellulare può essere fortemente favorita da digiuno o da programmi dietetici che lo mimano.
Cos’è il digiuno?
Digiuno è un termine tecnico che in ambito nutrizionale fa riferimento a una condizione caratterizzata dalla privazione di cibo. Il termine può avere due principali interpretazioni: in senso più stretto ci si riferisce alla totale privazione di cibi solidi e di acqua (e altri liquidi), mentre più comunemente si indica la sola privazione di alimenti solidi.
Da un punto di vista pratico la cosa è molto diversa poiché è provato che nel caso di soggetti sani sarebbe possibile la privazione dei soli cibi solidi fino a 30 giorni, mentre un’astensione totale da cibo e acqua non potrebbe essere protratta che per pochissimi giorni.
Precisazione teorico-pratica a parte, è interessante puntualizzare che vi sono alcuni studi che imitano il digiuno e che consentono di attivare l’autofagia, ridurre la massa grassa senza intaccare quella magra, accelerare il metabolismo e attivare meccanismi di protezione delle cellule.
Cos’è esattamente la Dieta Mima Digiuno?
Come abbiamo visto, si può aiutare la rigenerazione cellulare attraverso alcuni accorgimenti, come il digiuno intermittente, ad esempio seguendo la Dieta Mima Digiuno (DMD): un sistema nutrizionale ipocalorico che si basa sull’assunzione controllata di prodotti del marchio ProLon.
La Dieta Mima Digiuno (DMD) è un protocollo alimentare basato su 5 giornate di alimentazione programmata. La curiosa denominazione deriva dal fatto che si tratta di un sistema concepito in modo far sì di imitare gli effetti del digiuno pur continuando a mangiare.
Il programma DMD prevede un con box con 5 confezioni alimentari, una per ognuna delle cinque giornate; esse contengono alimenti di origine vegetale. L’apporto di calorie è limitato; per il primo giorno è previsto un apporto di poco superiore alle 1.000 kcal, mentre per ognuna delle rimanenti quattro giornate, esso si aggira sulle 800 kcal. Le cinque confezioni garantiscono un’assunzione bilanciata di macronutrienti e micronutrienti.
È fondamentale seguire scrupolosamente le indicazioni del programma ed è ovviamente importante verificare che non vi siano controindicazioni relative o assolute.
Prima di iniziare un qualsiasi percorso alimentare si raccomanda di consultare il proprio medico e/o nutrizionista di fiducia.
Fonti:
Premio Nobel per la medicina e la fisiologia 2016 a Yoshinori Ohsumi