È vero che lo zucchero scade oppure, al contrario, fa parte di quella categoria di alimenti che si può consumare praticamente sempre? Esistono degli specifici tipi di zucchero che, invece, sono soggetti a una data di scadenza? Scopriamolo insieme.
Lo zucchero scade sì o no?
Lo zucchero è uno degli alimenti più diffusi e consumati in cucina, ingrediente indispensabile per realizzare torte, bevande e dessert. Tra le particolarità che lo contraddistinguono risulta il fatto che non scade mai: esso, infatti, può indurirsi leggermente o cambiare colore, assumendo una sfumatura giallastra, tuttavia non è soggetto a scadenza. Il motivo dell'assenza di scadenza dello zucchero è da rintracciare nel fatto che esso non rappresenta un ambiente nel quale i batteri possono cibarsi e, quindi, riprodursi.
Sia lo zucchero raffinato di colore bianco che quello di canna, quindi, non scadono mai, e se vengono conservati in modo ottimale, ovvero al riparo dalla luce solare o da fonti di calore, non vanno neppure incontro a cambiamenti nell'aspetto o nelle loro proprietà organolettiche.
Sulle confezioni di zucchero, non a caso, non è mai riportata alcuna data di scadenza, bensì la dicitura "alimento non soggetto a un termine minimo di conservazione", che significa appunto che, se conservato correttamente, tale alimento non scade praticamente mai.
Secondo quanto previsto dal Regolamento Europeo del 2011 relativo all'etichettatura degli alimenti, i produttori alimentari hanno l'obbligo di informare i consumatori circa i termini di conservazione dei prodotti. Le etichette devono quindi riportare il cosiddetto “termine minimo di conservazione”, ovvero il periodo entro il quale un determinato alimento mantiene inalterate le sue caratteristiche nutritive e organolettiche se correttamente conservato.
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Se per i prodotti deperibili è tassativo indicare una data di scadenza oltre la quale non è consigliabile mangiare il prodotto, per quelli non deperibili è stata introdotta la dicitura "consumare preferibilmente entro", che indica la data entro la quale un alimento correttamente conservato è in grado di mantenere inalterate le sue proprietà organolettiche, senza che però vi sia alcuna proliferazione batterica potenzialmente pericolosa per la salute.
Nel caso dello zucchero, esso ha la capacità di mantenere inalterate le sue caratteristiche organolettiche e per questo motivo nelle confezioni non è indicata alcuna data specifica.
Zucchero gelificante: l'unico zucchero che scade
Se è vero che lo zucchero semolato non scade, cioè quello che comunemente si adopera in cucina e per dolcificare le bevande, vi è un altro tipo di zucchero, chiamato zucchero gelificante, che, invece, ha una data di scadenza ben precisa.
Questo particolare tipo di zucchero viene utilizzato solitamente in pasticceria e nella preparazione di marmellate e creme dolci, pertanto presenta una composizione diversa da quella dello zucchero tradizionale.
Esso, infatti, è composto principalmente dalla pectina, ovvero un gelificante di origine naturale derivato dalla frutta, e dall'acido citrico; è proprio grazie alla presenza di queste due componenti che questo prodotto riesce a rassodare i composti all'interno dei quali viene disciolto in fase di cottura, permettendo di ottenere una consistenza più ferma, più omogenea e meno liquida.
La pectina che si trova all'interno di questo zucchero, tuttavia, tende a deteriorarsi a causa dell'azione degli acidi e del calore: questo non significa che, una volta scaduto, lo zucchero gelificante provochi dei danni alla salute, tuttavia esso non riuscirà più a espletare la sua azione rassodante come prima.
Per capire se il prodotto è ancora utilizzabile, basta eseguire un semplice test versando due cucchiaini di zucchero sopra un piatto freddo: se si compatta in tempi piuttosto rapidi vorrà dire che è ancora usabile, al contrario, significa che è da buttare.