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Come si eliminano le vene capillari?

Come vengono tolte le vene capillari alle gambe e quanta possibilità c'è che ritornino?

Risposta

La risposta meriterebbe un trattato. Sinteticamente, sono uso distinguere le vene capillari alle gambe (teleangectasie) secondo la causa in 5 gruppi principali:
  • capillari dovuti a debolezza costituzionale della parete, spesso ereditari, che aumentano di numero e di calibro con il passare degli anni
  • capillari secondari a ipertensione venosa locale, causati da reflusso o ostruzione al flusso di venule o vene comunicanti a monte.
  • capillari causati da malformazioni arteriolo-venulari o da anomala apertura di shunts (comunicazioni) arteriolo-venulari. Sono questi capillari ad alta pressione ed alta velocità, di colore più rosso (sangue più ricco di ossiemoglobina)
  • capillari di compenso che si formano per un'aumentata necessità di drenaggio ove esista una maggior formazione di liquido extracellulare (alcune malattie metaboliche compresa la cellulite) ovvero una disfunzione del drenaggio linfatico
  • capillari iatrogeni ovvero causati da rilassamento del tono muscolare della parete oppure di alcuni sfinteri precapillari: ciò avviene per assunzione di alcuni farmaci antipertensivi, alcuni ormoni femminili e durante la gravidanza.
Ciò premesso, è evidente la diversità di possibilità di trattamento. Nel primo tipo di capillare, la microscleroterapia è il trattamento elettivo. Il trattamento consiste nell'introduzione (pressoché indolore) tramite appositi piccoli aghi di opportuni farmaci sclerosanti in dosi e concentrazioni opportune. Ciò causa una flebite chimica controllata del vaso che esita in cicatrizzazione e chiusura dello stesso.

A seconda dei casi, lo sclerosante può essere introdotto in forma liquida o schiumosa (più attiva). In alcuni casi, si possono introdurre nel lume dei capillari piccolissime fibre ottiche laser (1/5 di mm) e procedere all'obliterazione degli stessi per via termica (laser a diodi). La metodica è indaginosa e costosa e non scevra da complicazioni locali (piccole ustioni). 

Malgrado la propaganda commerciale, l'applicazione di luce laser dall'esterno non è, invece, efficace nelle teleangectasie delle gambe, se non per i capillari più piccoli e quindi non risolutiva: tale metodica, inoltre, non è scevra di complicanze e soprattutto risulta piuttosto fastidiosa al paziente.

Nel secondo tipo di capillari, è essenziale la soppressione, di solito per via scleroterapica, del reflusso venoso a monte: la venula refluente o nutrice viene individuata tramite apparecchio a transilluminazione o, a seconda della grandezza, tramite ecodoppler, e viene sclerotizzata con opportune dosi e concentrazioni di farmaco. Qualora sussista un'insufficienza venosa importante (es. insufficienza safenica o delle collaterali safeniche), questa deve essere curata per prima (sclerosi ecoguidata con schiuma, ovvero stripping chirurgico, ovvero obliterazione con laser endovenoso o tramite sonda a radiofrequenza, ovvero, infine, tramite metodica conservativa CHIVA).

Nel quarto tipo di capillari, la scleroterapia rimane l'opzione migliore, pur con risultati non sempre brillanti: è tuttavia necessario provvedere contemporaneamente alla malattia di base. Di particolare utilità, si è rivelata la mesoterapia drenante, la pressoterapia sequenziale, i massaggi linfodrenanti e la terapia endermologica LPG. Nel quinto tipo di capillari, la soppressione (o sostituzione) del farmaco responsabile, ovvero l'espletamento di una gravidanza, portano da soli ad una regressione e miglioramento delle teleangectasie: per i capillari residui, una scleroterapia mirata conduce ad un ulteriore miglioramento estetico.

Per i capillari del terzo tipo, non vi è un trattamento specifico che sia risultato migliore: questo tipo di teleangectasie non solo risponde ben poco a qualsiasi trattamento (salvo accettare inestetici eventi collaterali locali), ma le recidive sono la norma.

Non si è fatto cenno alle terapie aggiuntive, assai utili alla cura dei capillari, per mancanza di spazio. Ricorderò tuttavia che una buona compressione locale post trattamento, l'assunzione di alcuni antinfiammatori durante il trattamento, la soppressione della pillola, un sano regime di vita e l'assunzione regolare di frutta e antiossidanti sono essenziali per il mantenimento della salute delle venule.

Infine, è bene ribadire che è solo la figura di un flebologo di provata formazione ed esperienza che può compiutamente diagnosticare e trattare le vene capillari.

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Risposta a cura di
Dr. Giorgio Falaschi Medico Chirurgo
Dr. Giorgio Falaschi
angiologochirurgo vascolare
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