Cosa sono gli psicofarmaci
Con il termine
psicofarmaci,
viene indicata una
categoria di principi attivi che, agendo a livello del
sistema nervoso centrale, stimolano il rilascio di diversi tipi di
neurotrasmettitori.
Vengono suddivisi in:
All’interno della stessa categoria, ci sono importanti differenze tra un principio attivo l’altro.
Non appartengono alla
categoria degli psicofarmaci quelle sostanze di origine naturale quali caffè, melissa, camomilla, iperico, valeriana, alcool, definite
psicotrope; oppure quelle sostanze che, sebbene sintetizzate in laboratorio, hanno effetti sulla psiche (
analgesici,
barbiturici o droghe come
ecstacy, LSD), ma non hanno alcun effetto su stati d’
ansia, depressione,
psicosi e
manie.
Quando vengono prescritti
Tra gli stati patologici per i quali possono essere prescritti psicofarmaci troviamo:
Che tipi di psicofarmaci esistono e come agiscono
Sono noti i potenziali
effetti collaterali causati da questi medicinali, soprattutto per quanto riguarda la loro capacità di
dare dipendenza.
Oggi, gli psicofarmaci prescritti più comuni sono medicinali sicuri e, se assunti sotto controllo e indicazione medica, consentono di ottenere l’effetto terapeutico senza causare effetti collaterali o dipendenza.
Le sinapsi che mettono in comunicazione i neuroni possono essere elettriche o biochimiche. È proprio a livello delle sinapsi biochimiche che agiscono questi farmaci.
Essendo in comunicazione tra di loro, ci sono neuroni da cui parte il messaggio e
neuroni che ricevono il messaggio. Le
sinapsi dei neuroni da cui parte il messaggio presentano delle vescicole contenenti i neurotrasmettitori. A livello delle sinapsi che ricevono il messaggio troviamo, invece, i recettori che raccolgono i neurotrasmettitori.
I neurotrasmettitori in eccesso subiscono il processo di ricaptazione, ovvero vengono riassorbiti nella membrana presinaptica.
I neurotrasmettitori possono essere di due tipi:
-
eccitatori (dopamina, noradrenalina, serotonina)
-
inibitori (GABA)
Più che parlare di psicofarmaci più potenti, dobbiamo parlare di diversi meccanismi d’azione di questi medicinali:
- inibiscono selettivamente la ricaptazione della serotonina, quindi essa si accumula a livello sinaptico (antidepressivi SSRI, inibitori della ricaptazione della serotonina)
- incrementano l’azione inibitoria del GABA (ansiolitici a base di benzodiazepine)
- stimolano la secrezione di serotonina, noradrenalina e dopamina (antidepressivi triciclici)
- determinano accumulo di serotonina, dopamina e noradrenalina attraverso l’inibizione degli enzimi monoaminoossidasi (antidepressivi anti-MAO)
- bloccano la produzione di dopamina riducendo il numero dei recettori post-sinaptici che ne sono sensibili (antipsicotici)
Effetti collaterali
I
potenziali effetti collaterali che possono essere determinati dai vari psicofarmaci variano in base al principio attivo utilizzato, alla via di somministrazione e alla sensibilità dell’individuo nei confronti del farmaco stesso.
In linea generale, gli effetti collaterali provocati dalla maggior parte degli psicofarmaci sono:
Psicofarmaci in gravidanza
Durante la
gravidanza, gli
psicofarmaci andrebbero somministrati solo negli stati ansiosi o depressivi più gravi.
Sebbene l’uso di questi medicinali in gravidanza potrebbe causare disturbi e
complicazioni alla madre, al
feto (se il principio attivo è in grado di oltrepassare la barriera placentare) e al nascituro (nel caso in cui il farmaco fosse
teratogeno e quindi in grado di determinare malformazioni), solo sotto stretto controllo medico e previa prescrizione medica, vengono prescritte in alcuni casi le
benzodiazepine, gli
antidepressivi triciclici, farmaci contenenti
serotonina a dosaggi bassi e per brevi periodi.
In alcuni casi, vengono somministrati farmaci
betabloccanti, per diminuire eventuali incrementi pressori.
Prima di ricorrere agli psicofarmaci, in gravidanza, in condizioni controllabili vengono consigliati sedativi naturali come la camomilla e la melissa. Utile evitare bevande eccitanti ed alcoliche.
Come smettere di prendere psicofarmaci
La
sospensione di questi medicinali non andrebbe mai effettuata improvvisamente e senza aver prima consultato il medico. Queste sostanze, infatti, vanno sospese in
maniera graduale e sotto stretto controllo di uno specialista per evitare di incorrere in seri
effetti collaterali dovuti alla
dipendenza che, notoriamente, questi farmaci creano.