Le radiazioni ionizzanti, come quelle utilizzate in radiologia ed in medicina nucleare, sono potenzialmente "nocive" per qualsiasi organismo perchè determinano vari effetti sulla materia biologica, prevalentemente di tipo chimico, attraverso la creazione di coppie di ioni recanti cariche opposte.
Tra detti ioni abbiamo entità chimiche altamente reattive, i cosiddetti radicali liberi (H + e OH −) che interferiscono con il normale funzionamento delle cellule.
L'effetto delle radiazioni è diverso in relazione alle diverse radiazioni ionizzanti utilizzate.
Gli effetti prodotti dalle radiazioni ionizzanti sull’uomo possono essere distinti in tre categorie principali:
a) danni somatici deterministici;
b) danni somatici stocastici;
c) danni genetici (deterministici e stocastici).
Si dicono somatici i danni che si manifestano a carico dell’individuo irradiato, genetici quelli che si manifestano nella sua progenie.
L'impiego diagnostico dei raggi X prevede l'uso di basse dosi di radiazioni. A tali dosi il rischio di danno cellulare non è legato alla dose utilizzata ma è probabilistico (stocastico).
I danni somatici stocastici comprendono le leucemie e i tumori solidi. L'esposizione a raggi x per scopi diagnostici determina la PROBABILITA' del rischio di insorgenza di queste patologie.
Per questo motivo qualsiasi esame diagnostico che preveda l'uso di radiazioni ionizzanti deve essere richiesto dietro ad un preciso sospetto clinico in base ad una valutazione specialistica. Sarà compito dello specialista radiologo il proporre soluzioni diagnostiche alternative, ove possibili.
Questo principio detto di "giustificazione" è altresì specificato in un opportuno Decreto Legislativo (DL 26 maggio 2000, n. 187, Attuazione della direttiva 97/43/Euratom in materia di protezione sanitaria delle persone contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti connesse ad esposizioni mediche).