In situazioni specifiche, sono state impiegate
metodologie chirurgiche di trattamento tese a rimuovere o distruggere parte del tessuto prostatico, ma le conseguenze sull'
eiaculazione, sulla
fertilità e sulla
capacità erettiva sono risultate drammatiche e anche invalidanti per l’attività sessuale e quindi di relazione.
Ovvio che possano sussistere situazioni particolari in cui non sia possibile agire diversamente, ma queste devono essere valutate con molta attenzione ed avendo tentato prima ogni altra possibile soluzione.
Le fondamentali ragioni di azione chirurgica sono: i
danni renali da
reflusso ureterale urinario, spesso connesso ad infezioni persistenti ed intrattabili delle urine; la
stenosi (rigidità permanente o riduzione del calibro) dell’
uretra prostatica che impedisce il corretto deflusso urinario e la possibile formazione di calcoli vescicali ed uretrali prossimali e gli ascessi intraprostatici.
Cordiali saluti