Buonasera a tutti sig.ri medici,
scrivo per chiedere consulto sulla situazione di mio padre. La malattia ha dato le prime avvisaglie nel novembre dello scorso anno: mio padre 56 anni, fumatore incallito da almeno 40, uomo sempre in buona salute, comincia a lamentare continui mal di testa sempre più forti e farmaco resistenti, effettuata rmn encefalo, risulta una eteroformazione frontale dx con edema diffuso. Ricoverato d'urgenza in neurotraumatologia ed effettuati ulteriori esami, si scopre essere lesione secondaria di una massa al polmone sx. Ad una settimana dal ricovero, viene effettuata craniotiomia per asportazione della suddetta neoformazione (neoplasia epiteliale ae1/ae3+, cit 7 +, ttf-1+, egfr-, alk1-, ros 1- ), viene dimesso, post operatorio perfetto, a febbraio iniziava trattamento cht/rt nad (2 cicli cht con gem e cis + rt su t ed n, tot 600cgy dal 20.01.2016 al 18.02.2016; 2 cicli cht con gem e cis + rt su t, tot 5040 cgy dal 26/04/2016 al 08/06/2016) a cui ha reagito ottimamente sotto ogni aspetto. A luglio, improvvisamente inizia ad avere problemi di linguaggio: rmn encefalo (15.07.2016) confermava la presenza di lesione in regione frontale destra ed è stato pertanto sottoposto a rt stereotassica cerebrale (tot 2550 cgy). Il 30 agosto è stata effettuata lobectomia polmonare inferiore sinistra estesa al segmento posteriore del lobo superiore sinistro, istologico che ci ha lasciato ben sperare (la diagnosi precisa era adenocarcinoma scarsamente differenziato g3 pt1a pn0) linfonodi indenni da metastasi. Da un paio di settimane ha iniziato ad avere dei forti disturbi dell'equilibrio e da rmn encefalo del 28.11 risultano 2 nuove lesioni al cervelletto (il referto riportava dp e t2). Trattare di nuovo con radioterapia stereotassica è la via giusta? La cyberknife sarebbe migliore? Il Nivolumab, che so dovrebbe essere disponibile dal prossimo anno, per un simile quadro clinico, sarebbe una scelta applicabile e fruttuosa? Al momento, papà sembra sia in uno stato di preoccupante depressione, ma rifiuta categoricamente qualsiasi tipo di supporto psicologico, c'è qualche farmaco che potrebbe fargli bene in questo senso? È un caso grave quanto lo sembra a me? Possiamo ancora nutrire speranze di averlo con noi a lungo?
Grazie a chi avrà pazienza di leggere questo mio "papiro" e vorrà rispondere ai miei quesiti, saluti.