Buonasera,
giustamente, le è stato tolto il
betabloccante per non bradicardizzarla troppo (se la frequenza cardiaca scende sotto 45-40 bpm è da preoccuparsi, sopra no in genere).
Ora, è da capire se la
fibrillazione è stata una
LONE ATRIAL FIBRILLATION, ovvero si è trattato di episodio isolato, oppure se tua madre sia suscettibile per fattori di rischio cardiovascolare o anche no (ad esempio, disturbi tiroidei) a nuovi episodi.
Per prima cosa, è sempre utile eseguire un ecocardiocolordoppler che ci permette di valutare le camere cardiache e l'associazione di eventuali altre cardiopatie (ad esempio, dilatazione del vs e/o dell'atrio). Tali elementi, specie la dilatazione atriale, possono precludere la buona riuscita, laddove si riverificasse un episodio di fibrillazione atriale, della cosiddetta cardioversione elettrica.
Poi, si potrebbe in altri casi valutare se sia utile (questo con vari episodi) la cosiddetta procedura di ATC (ablazione trans-catetere che dirsi voglia).
Tornando alla terapia, l'
amiodarone cloridrato è ottimo farmaco per profilassi della fibrillazione atriale (anche se da monitorare per gli effetti indesiderati possibili, specie su
tiroide); invece, il
Warfarin sodico (terapia
anticoagulante orale) è da fare profilatticamente se e solo se il cosiddetto CHA2DS2VASC score (un punteggio dato da vari fattori di rischio tra cui anche l'età) è elevato e la giustifichi.
Oggi, a dir il vero, esiste oltre alla TAO (terapia anticoagulante orale) la cosiddetta NAO (nuovi anticoagulanti orali) che ha una migliore compliance per il paziente (non necessita di prelievi periodici per dosaggio del farmaco stesso) oltreché migliori risultati nei grandi trial scientifici, ma anch'essa deve esser prescritta solo in taluni casi e solo se la fibrillazione atriale non sia valvolare, detto in termini tecnici.
Mi scuso per la lunghezza.
Cordiali saluti