Salve,
emiplegia:
emi significa metà e
plegé vuol dire colpo. Hai subito un colpo. Per caso, hai subito un
ictus?
Diciassette mesi sono pochi.
L’emiplegia è dovuta ad un
danno cerebrale.
Questo danno causa la
paralisi di una metà del corpo, può interessare la metà destra o sinistra del nostro corpo, a seconda se è colpito l’emisfero cerebrale di sinistra (dominante) o di destra.
In ogni caso, c'è bisogno di una riabilitazione particolare e di qualità.
Il nostro
cervello è una bellissima centrale elettrica da cui partono ed arrivano impulsi (informazioni) tramite i
neuroni.
Il danno cerebrale quindi impedisce l’arrivo e la partenza di informazioni ai nostri vari organi tra cui i
muscoli.
Il danno al cervello può essere causato o da una rottura o da un'occlusione di un vaso.
In entrambi i casi, la parte del cervello interessata non riceve più sostanze nutritive.
Le cellule che compongono l'area interessata muoiono.
D'altra parte, non esistono circoli (
arterie o vene) di compenso perché le arterie cerebrali, tranne quelle del poligono di Willis, alla base del cervello dove sfociano le arterie carotidi e le vertebrali, sono terminali.
Perciò, la morte delle cellule (
neuroni) è sicura.
C’è una differenza enorme tra emiplegia destra e sinistra.
Entrambe sono accomunate dalla paralisi muscolare e dalla spasticità ovvero dal tono dei muscoli.
I muscoli si presentano rigidi ancor di più durante il tentativo di muoversi.
L'emiplegico ha la mano chiusa, il gomito flesso, il braccio attaccato al petto e la gamba rigida.
Devi perciò combattere l’ipertono e la spasticità tramite un programma di riabilitazione specifico.
Ancor di più se è incriminato l’emisfero di sinistra.
Devi migliorare l’attenzione, pianificare dove è possibile il movimento e la percezione.
Infatti, un semplice passo è fatto da un insieme di processi incredibili: ricordi, calcolo, attenzione, previsioni.
In gergo, si chiamano processi cognitivi che bisogna recuperare quanto più è possibile.
Basta poco per recuperare una miglior qualità della vita.
Infine, il recupero non è un arcobaleno che di solito viene dopo il temporale o la minaccia di esso.
Molto dipende da te.
Il recupero è un sacrificio quotidiano.
Guai ad arrendersi.
Ce la devi mettere tutta, ma proprio tutta.
Ti raccomando perciò di affidarti ad uno specialista che possa seguiti nel tempo.
Saluti