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Cosa fare in caso di ematoma dopo un intervento di ernia inguinale?

A distanza di 5 mesi dall'intervento di ernia inguinale dx, 4 giorni fa mi sono sottoposta ad intervento di ernia anche alla parte sx. A differenza della volta precedente, mi si è formato un ematoma (un gonfiore) sotto la ferita. La cosa viene ritenuta normale, ma qualcuno mi ha detto che a volte il liquido dell'ematoma deve essere aspirato con una siringa. Vorrei sapere un vostro parere e se altri hanno avuto la stessa situazione, quanto tempo è trascorso prima che l'ematoma si riassorbisse.

Risposta

Non lo precisi, ma immagino che il paziente sia di sesso femminile. Nella donna, infatti, all'interno del canale inguinale, non sono presenti strutture rilevanti vascolari come nell'uomo (vasi spermatici, ma anche strutture come il dotto deferente), e il muscolo cremastere non è presente. L'intervento di ernioplastica immagino sia stato eseguito con apposizione di protesi e per via inguinotomica e non laparoscopica. La dissezione dei tessuti per accedere al canale inguinale può causare la rottura di piccoli vasi, che non vengono identificati immediatamente, con conseguente fenomeno di Tourniquet, che in seguito alla sua risoluzione, può causare un minimo stravacco ematico. L'inguinotmoia può anche comportare la sezione fra lacci dei vasi epigastrici superficiali, e anche questi, in rari casi, possono sanguinare successivamente. L'evento più probabile è una piccola emorragia post-traumatica che imbibisce i tessuti della regione inguinale e sviluppa un ematoma di parete. Altra cosa è la presenza di un sieroma ovvero la formazione di una raccolta di liquido nei tessuti molli, che può essere aspirato per via percutanea per evitare il senso di tensione e dolore che può causare, ma anche l'infezione dello stesso. L'evidenza obiettiva può orientare verso la presenza del sieroma, diversamente può essere utile eseguire un'ecografia dei tessuti molli. A discrezione del chirurgo, l'indicazione all'aspirazione, l'ematoma si riassorbe rapidamente nel giro di 10-15 giorni, ma può anche progredire verso le regioni declivi, l'andamento è variabile.

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Redazione Pazienti Redazione
Redazione Pazienti
medico generale
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