Intanto vorrei complimentarmi con te per le opere di bene che ogni giorno volontariamente offri alle persone più fragili tra i fragili, cioè gli anziani affetti da demenza. Spero di poter rispondere in modo esaustivo anche se i tuoi dubbi vanno ad esplorare parte di ciò che questa malattia nasconde anche alla scienza.
La demenza avanzata ha delle difficoltà a riconoscere ciò che per noi è ormai scontato (es. i visi noti, il figlio, addirittura non si riconosce la propria casa e la propria identità..). Rimangono frammenti della vita passata con ricordi di visi di 50-70 anni prima e che ora o non ci sono più o hanno cambiato negli anni. Ma la malattia NON toglie la capacità di relazionarsi, la personalità, il riconoscere a chi si vuole bene e a chi no, riconoscere chi le vuole bene e chi no (anche nelle forme avanzate).
Se tu provi ad assentarti per un mese o due probabilmente non riconoscerà il tuo viso o il tuo nome ma il ricordo emotivo (la voce, le carezze, le tue attenzioni) rimarranno per molto tempo nella sua memoria.
L'atteggiamento assertivo e attentivo nei tuoi confronti evita la comparsa di disturbi del comportamento. Le reazioni imprevedibili e aggressive in un paziente affetto da demenza spesso sottendono un problema organico o dolore, non il rifiuto di attenzioni e carezze se ciò le è sempre piaciuto.