Il
disturbo ossessivo compulsivo è definito dal carattere forzato (
compulsivo, appunto) dei sentimenti, delle idee o delle condotte che si impongono al soggetto e lo vincolano ad una lotta inesauribile: benché egli continui a ritenere tali sentimenti, idee o condotte come qualcosa di ridicolo, non riesce a smettere di attuarli, al punto di non consentirgli di essere sè stesso.
Da un punto di vista clinico, il disturbo è caratterizzato da
fenomeni ossessivi (ad esempio, ossessione della pulizia, della colpevolezza, della verifica) e dai
mezzi di difesa messi in atto contro le ossessioni (rituali magici, ripetizioni di sequenze di movimenti) che divengono a loro volta ossessivi.
La
terapia vede come intervento privilegiato un percorso di
psicoterapia, che può essere efficacemente sostenuto da un
sostegno farmacologico con l'assunzione di
benzodiazepine e, in alcuni casi più gravi, anche di
neurolettici e
antidepressivi.