Non molto tempo fa, la
nevralgia del trigemino è stata denominata la
malattia del suicida. Un numero considerevole di persone metteva fine alla propria vita perché era difficilissimo controllare il dolore sia con i farmaci sia procedure chirurgiche. Il
V nervo cranico è un nervo misto, ovvero sensitivo e motorio.
Trasmette informazioni sensoriali che si originano dalla faccia sopra la linea mandibolare:
- tattili (tatto)
- termiche (temperatura: caldo e freddo)
- dolorifiche (funzione nocicettiva: dolore)
È responsabile della funzione motoria dei muscoli masticatori (muscoli massetere, temporale e pterigoidei) coinvolti nella masticazione, ma non nell'espressione facciale propriamente detta.
La nevralgia del trigemino è un dolore caratteristico localizzato lungo uno o più rami del V nervo cranico. La diagnosi viene posta a partire dalla sola anamnesi sulla base delle caratteristiche del dolore che insorge in crisi parossistiche della durata di pochi secondi a qualche minuto.
La frequenza delle crisi è molto variabile, da centinaia di attacchi in un solo giorno a lunghi periodi di remissione che possono durare anche anni. Chi è affetto da nevralgia del trigemino descrive il dolore grave intenso, acuto, superficiale, trafittivo, urente o simile ad una scossa elettrica.
Queste caratteristiche permangono nei diversi attacchi. È scatenato dal tocco in un’area specifica o da attività quali mangiare, parlare, lavare il viso o i denti. Negli intervalli tra le crisi parossistiche, il soggetto è asintomatico. Nella nevralgia trigeminale, l’esame neurologico è quasi sempre normale.
La
nevralgia del trigemino, fatto stranissimo, è più frequente nei soggetti che fumano meno, consumano meno alcol e sono stati sottoposti ad un minor numero di
tonsillectomie. Ne soffre una persona ogni 10.000 in età > di 40 anni.
L’incidenza annuale è 5,9/100.000 per le donne e 3,4/100.000 per gli uomini. L’incidenza, lievemente superiore nelle donne, cresce con l'avanzare dell'età, tanto che negli uomini d’età superiore agli 80 anni il valore è 45,2/100.000. Il trattamento della nevralgia trigeminale può essere farmacologico o chirurgico.
Per la
terapia farmacologica, sono disponibili diverse molecole quali:
Carbamazepina (molecola elettiva e di prima scelta),
Clonazepam (nel post herpes),
Fenitoina,
Lamotrigina,
Ossicodone,
Gabapentin,
Pregabalin,
Morfina,
Codeina,
Fentanil.
Anche l'
anestesia locale con
Ropivacaina è una pratica utilizzata in associazione alla terapia farmacologica. Nella metà dei casi, i farmaci non sono tollerati o non sono efficaci.
Si deve ricorrere al trattamento chirurgico, come per esempio la termorizotomia trigeminale a radiofrequenza oppure la decompressione microvascolare a cielo aperto. La terapia deve essere fatta con disciplina, rispettando dosi ed orari.
La
Carbamazepina è il farmaco elettivo. Infatti, una revisione sistematica di 3 studi randomizzati con disegno crossover ha rilevato che, rispetto al
placebo, aumenta il numero di soggetti che hanno un miglioramento della sintomatologia dolorosa a breve termine. Risponde un soggetto su 3. Mentre un soggetto su 3 ha effetti avversi.
Una seconda revisione sistematica è giunta a risultati analoghi. Inoltre, uno studio randomizzato ha rilevato che la Pimozide era più efficace della Carbamazepina, ma causava effetti avversi nella maggior parte dei soggetti. L'impiego della Pimozide è limitato da importanti effetti avversi.
Non abbiamo trovato prove sull’uso di altri
farmaci antiepilettici per la nevralgia del trigemino. Vi sono prove insufficienti sugli effetti della
crioterapia, dell'iniezione di alcol o
fenolo, della
neurectomia periferica, della
termocoagulazione a radiofrequenza, del
trattamento laser o dell'
agopuntura per la nevralgia del trigemino. Idem sugli effetti del blocco dei nervi con
Lidocaina e
Streptomicina combinate rispetto a Lidocaina da sola.