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Quando c'è da preoccuparsi per un valore alto di colesterolo?

Buongiorno, 
sono un ragazzo di 27 anni. Dieci mesi fa, ho fatto delle analisi di routine e tutti i valori sono usciti al minimo, tranne il colesterolo totale che è uscito a 290. Da quando ho fatto le analisi, sono andato in ansia e da 7 mesi sto soffrendo di fitte al petto e molto raramente di attacchi di panico. Ho seguito una dieta giusta e sono andato a rifare le analisi e i valori sono questi: "colesterolo totale 214, colesterolo ldl 121, colesterolo hdl 68". Io però continuo ad avere queste fitte al petto sinistro, che a volte mi prendono pure la mano sinistra. A 27 anni, il colesterolo ha avuto il tempo di depositarsi nelle arterie o vene da poter provocare un infarto? Dato che dopo alcuni mesi ho rifatto le analisi e i valori del colesterolo sono usciti nella norma, c'è il rischio che una placca se formata rimanga nelle arterie o vene? Cosa posso fare per levarmi di dosso questa continua paura che mi possa venire un malore cardiaco? 

Grazie per l'attenzione

Risposta

Salve,
non vi è dubbio che una colesterolemia totale a 290 mg/dl sia un valore decisamente alto se uno si confronta con le linee guida della prevenzione cardiologica.

Tuttavia, le linee guida e l'esperienza dicono di considerare l'insieme dei fattori di rischio vascolare: pressione arteriosa, controllo della glicemia, stile di vita, familiarità vascolare.

In altre parole, se non presenti altri fattori di rischio oltre l'ipercolesterolemia, se i tuoi genitori (ed eventualmente altri parenti) sono vispi e vegeti, non hai particolari ragioni di allarmarti, anzi, al contrario, visto che lo stress è assai probabilmente un fattore di rischio vascolare.

Una buona idea sarebbe quella di fare una visita angiologica completa con ecodoppler che ci dirà se ci sono già delle placche di colesterolo o meno.

Il colesterolo è un elemento indispensabile all’organismo umano; esso rientra tra i principali componenti della membrana cellulare.

Svolge inoltre un ruolo di primo piano nella sintesi di vitamine e ormoni. Per gran parte, è fabbricato dall’organismo umano (colesterolo endogeno), ma può essere assunto anche direttamente dagli alimenti (colesterolo esogeno, solo il 30% del totale).

Questo primo dato fa già comprendere come la sola “dieta” talora non sia sufficiente ad abbassare i livelli di colesterolo e spesso sia necessario iniziare farmaci che “bloccano” la fabbricazione del colesterolo endogeno (le famose statine).

Essendo, come detto, fondamentale per varie funzioni dell’organismo, il colesterolo deve essere trasportato ai vari distretti del corpo.

È un “grasso” e quindi come tale non si può diluire nel sangue (che è un fluido acquoso). 

Per questo, si lega a delle proteine che lo rendono trasportabile attraverso i vasi sanguigni.

Dal matrimonio del colesterolo con le proteine nascono le lipo-proteine.

Le lipoproteine principalmente sono di 2 tipi: quelle a bassa densità (LDL, low density lipoproteins) e quelle ad alta densità (HDL, high density lipoproteins).

Da queste considerazioni, si capisce come sia sbagliato parlare di colesterolo alto riferendosi solo al colesterolo totale.

Il colesterolo totale presente nel sangue, e rilevato con le analisi, pertanto non è il parametro da considerare per l'inizio di provvedimenti atti a ridurre il rischio di ammalarsi (cosa che invece alcune pubblicità ingannevoli trasmesse in questi giorni alla TV inducono a pensare).

Il colesterolo cattivo può essere calcolato una volta che si conosce il totale, l’HDL e i trigliceridi con la seguente formula: colesterolo LDL= colesterolo totale – colesterolo HDL – la quinta parte del valore dei trigliceridi. Bisogna quindi sempre fare riferimento al rapporto tra colesterolo cattivo e colesterolo buono.

È il colesterolo cattivo (LDL) che si deposita nelle arterie e contribuisce a rovinarle e a intasarle.

Per questo motivo, il colesterolo LDL si è guadagnato l'appellativo di "colesterolo cattivo": il colesterolo LDL è quello cattivo perchè lorda le arterie (espediente per ricordarsi quale è il cattivo).

Se si pensa che oltre il 40% dei decessi nei paesi industrializzati è causato dalle malattie cardiovascolari (in primo luogo l’infarto miocardico), si comprende bene la necessità di sorvegliare attentamente i parametri del colesterolo, tra i fattori determinanti per l’insorgere di problematiche al sistema cardio-circolatorio.

Il colesterolo è stato dichiarato a tal punto responsabile di un simile disastro, che risulta costosissimo anche in termini economici per la spesa sanitaria pubblica, da aver subito una campagna di sensibilizzazione molto elevata.

Negli Stati Uniti, sono apparse bevande e cibi “colesterol free” proprio per contrastare l’aumento del tasso di colesterolo sanguigno di origine esogena.

Esiste anche un tipo di colesterolo, il colesterolo HDL, che gioca un ruolo molto importante e benefico per il sistema circolatorio.

Esso contribuisce a rimuovere le LDL in eccesso e a mantenere in buona forma le pareti dei vasi.

Ciò gli è valso il soprannome di “colesterolo buono” in contrasto con le LDL, ribattezzate appunto “colesterolo cattivo”.

Essenziale è mantenere controllati i valori di “colesterolo cattivo” nel sangue, per proteggere naturalmente il sistema cardiovascolare.

Ricordarsi che nelle analisi l'intervallo di normalità riportato a lato del risultato degli esami si riferisce ad una popolazione di soggetti giovani, sani e senza altri fattori di rischio cardiovascolari (fumo, obesità, diabete, ipertensione, insufficienza renale, ateromasia carotidea, pregresso infarto miocardico). 

Per questo motivo, capire se il colesterolo è da ridurre non è semplice, perché i valori accettabili variano da persona a persona.

Vuoi un esempio? Un paziente che ha avuto un infarto dovrà mantenere i valori di LDL inferiori a 70 mg/dL. 

Per valori superiori a questi, si è dimostrato un aumento del rischio di avere un nuovo infarto. 

Per un paziente sano di pari età e senza fattori di rischio, valori doppi di colesterolo LDL (140 mg/dL) possono non richiedere alcuna cura. 

Tuttavia, se in questo individuo viene riscontrata un'iniziale formazione di placche a livello delle carotidi (che si rileva con una semplice e banale ecografia dei vasi arteriosi del collo) è necessario mantenere valori di colesterolo LDL inferiori a 100 mg/dL.

Il problema è che spesso il vero rischio di una persona non si conosce, poiché le placche a livello delle carotidi sono asintomatiche, e quindi una parte dei pazienti non è adeguatamente trattata. 

È quindi importante non solo conoscere i livelli dei diversi tipi di colesterolo, ma interpretare gli esami in funzione del rischio cardiovascolare globale della persona considerata. 

Per un rischio moderato è consigliata una valutazione cardiologica.

Spero di essere stato esauriente.

Saluti
Risposta a cura di
Dr. Leon Bertrand Medico Chirurgo
Dr. Leon Bertrand
angiologocardiologo
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