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Quali i rischi di una calcolosi alla colecisti?

Mia madre di 81 anni è affetta da calcolosi alla colecisti e solo quest’estate è stata colpita da 2 coliche a distanza di un mese l’una dall’altra, in occasione di ingestione di cibi fritti. Il 28 agosto si è sottoposta ad ecografia addominale che evidenziava la presenza di 4 calcoli. A settembre, consultato il chirurgo, questi consigliava il ricovero per eseguire gli esami propedeutici all’intervento chirurgico di asportazione della colecisti. Abbiamo consultato un secondo chirurgo che ha sconsigliato l’intervento, vista l’età del soggetto e indicato il monitoraggio costante della situazione. Ha prescritto esami ad esito dei quali si è scoperto che aveva le transaminasi alte (got e gpt) e la gamma gt altissima e l’amilasi e lipasi alte (no epatite). Si è sottoposta a dieta e ha ripetuto gli esami che hanno evidenziato valori più bassi, ma comunque alti. Secondo consulto con il chirurgo e nuova ecografia, che ha evidenziato un rigonfiamento e una dilatazione da 5 mm a 12/15 mm del coledoco, dovuti ad un'ostruzione di sabbia di calcoli. Ha praticato una colangio rmn che ha confermato la cosa: sabbia di calcoli e bile densa, il giorno 5 gennaio 2015 è avvenuto il ricovero e il 13 le hanno praticato la colangioscopia, ma non sono riusciti ad entrare nella papilla di Vater: hanno prelevato un campione di tessuto per le analisi del caso il cui risultato, ad oggi, non è ancora pronto. Mia madre è ricoverata, non ha l’ittero, ma l’amilasi è ancora alta, la tengono a digiuno e viene alimentata con fleboclisi. Domani è prevista una tac. In attesa del risultato della biopsia è possibile che questo tessuto di neoformazione che ha impedito l’esame sia di natura infiammatoria o si profila qualcos’altro di negativo? In tal caso, è vero che bisogna rivolgersi a specialisti chirurghi epatobiliari o si può lasciarla in chirurgia generale dove attualmente è ricoverata? Da ultimo, come mai le 2 rmn non abbiano l’allarme e adesso si ricorre alla tac?

Risposta

Buongiorno. Il caso descritto è sicuramente complesso. La colangio RM ha evidenziato il problema, studia le vie biliare, da cui è nata la necessità della ERCP. L'ERCP avrebbe consentito la liberazione dalla via biliare principale e la risoluzione del quadro maggiore. La conseguente pancreatite è una complicanza relativamente frequente dell'ERCP soprattutto nei casi come quello descritto. Dubito che abbiano eseguito una biospia, bensì penso abbiano eseguito un brushing per valutazione citologica. Gli esami, radiologici ed endoscopici, hanno una sensibilità e una specificità e quindi risultano diagnostici a seconda della patologia, ricorrere a colangio RM o TC non è equilvalente ma permette di completare la diagnosi. Suggerisco di attendere l'esito dell'esame citologico o come dici bioetico perché sarà dirimente tra una patologia ostruttiva benigna e una maligna, e quindi cambiano le prospettive terapeutiche e la prognosi.

Un saluto

Risposta a cura di
Redazione Pazienti Redazione
Redazione Pazienti
medico generale
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