Gentile Signora,
spero che tuo padre abbia abbandonato ormai da anni l'esposizione professionale a fibre di amianto; tuttavia, ti confermo che le patologie più pericolose legate a tale esposizione si manifestano anche ad anni di distanza.
In particolare, i tempi di latenza, cioè gli intervalli di tempo tra la prima esposizione all'amianto e i primi segni di malattia, sono i seguenti:
I
rischi aumentano molto se i pazienti sono anche
fumatori. La
sorveglianza sanitaria, pertanto, deve essere assidua non solo per chi lavora a contatto con l'amianto, ma anche per chi non vi lavora più: prevede l'esecuzione, ogni 1-3 anni, di alcuni accertamenti diagnostici (
radiografia del torace,
tac del torace, esami di funzionalità respiratoria,
esame citologico dell'espettorato,
lavaggio broncoalveolare), a giudizio clinico del medico curante o del medico del lavoro.
Non mi trovo d'accordo con l'atteggiamento fatalista di chi sostiene che la presenza di fibre di amianto nei
polmoni sia una condizione irrimediabile, in quanto il miglior modo per guarire da eventuali patologie future è prevenire la loro diffusione attuando una diagnosi precoce.
Molti cordiali saluti