Quali sono le principali cause di aborto spontaneo? È vero che esistono alcuni fattori che predispongono la donna ad andare incontro a questa eventualità? Approfondiamo questo argomento cercando di fare chiarezza.
Le principali cause di aborto spontaneo
Con la definizione di "aborto spontaneo" si intende la perdita dell'embrione prima della 20esima settimana di gravidanza.
Tale condizione si verifica molto comunemente, tanto che si stima che circa il 15% di tutte le gestazioni termini proprio con un aborto spontaneo, e si può diagnosticare con precisione effettuando la misurazione della gonadotropina corionica umana o con un'ecografia.
L'aborto spontaneo può verificarsi anche dopo la 20esima settimana, tuttavia è molto raro: in più dell'80% dei casi, infatti, la gravidanza si interrompe da sola prima di questa data. Occorre tenere presente, inoltre, che molto spesso l'aborto si verifica ancora prima che la donna si accorga di essere incinta.
Le cause della perdita dell'embrione in fase così precoce possono essere diverse, tuttavia è molto probabile che si verifichi un'anomalia a livello cromosomico che fa sì che il feto non possa continuare a svilupparsi.
Secondo le statistiche, le alterazioni cromosomiche e genetiche incidono per un 50%-70% dei casi: ciò significa che esse rappresentano una causa primaria di abortività nel primo trimestre.
Potrebbe interessarti anche:
- Quando si vede il sacco vitellino? A cosa serve?
- Perché il travaglio inizia spesso di notte?
- Incompatibilità materno fetale: cosa significa?
Nella maggior parte degli aborti il motivo principale riguarda il numero dei cromosomi, mentre solo per il 6% la loro struttura. Le anomalie cromosomiche sono la causa più frequente di aborto spontaneo e la loro incidenza aumenta con l'avanzare dell'età dei due genitori.
Oltre alle anomalie genetiche, un altro elemento che influenza la possibilità di abortire precocemente sono le malformazioni congenite dell'apparato riproduttivo materno. Fra queste rientra ad esempio l'utero setto, ovvero una particolare condizione dell'utero che si caratterizza per la presenza di tessuto fibroso che rende molto difficile la progressione della gravidanza.
Le anomalie fisiche possono essere sia congenite, ma anche acquisite, come accade alle donne che soffrono di polipi, fibromi o di incontinenza cervicale. In questo caso il collo dell'utero tende a dilatarsi prima del tempo, ovvero anche in assenza di contrazioni, e provoca l'espulsione eccessivamente precoce del feto.
Ulteriori cause di aborto spontaneo
Anomalie genetiche e malformazioni fisiche non sono le uniche cause di aborto precoce nella donna. Altri possibili fattori comprendono infatti:
- le infezioni virali. Infezioni causate da Herpes virus, Rosolia, Parvovirus e Cytomegalovirus, possono essere trasmesse al feto e, quindi, causarne la morte in fase iniziale;
- traumi fisici molto significativi;
- patologie endocrine non trattate, come ad esempio la sindrome dell'ovaio policistico o l'ipertiroidismo;
- le malattie metaboliche (come il diabete) se non trattate;
- altre patologie a danno dei reni;
- difetti nella coagulazione del sangue (come nel caso della sindrome da anticorpi antifosfolipidi). È stato dimostrato come una maggiore coagulabilità del sangue materno può effettivamente aumentare la possibilità che si formino dei trombi a livello placentare, i quali impediscono la progressione della gravidanza e determinano poi la morte del feto;
- infezioni vaginali non riconosciute e trattate;
- alterazioni a livello ormonale. Rientrano in questa categoria tutti i casi in cui il corpo luteo non produce una quantità sufficiente di progesterone e, di conseguenza, l'embrione non riesce a impiantarsi solidamente e la gravidanza non prosegue;
- incompatibilità tra il gruppo sanguigno della madre e quello del feto. Ciò accade soprattutto quando la mamma ha un gruppo Rh-negativo, mentre l'embrione è Rh-positivo;
Occorre tenere presente, invece, che l'abitudine di utilizzare contraccettivi orali prima della ricerca di una gravidanza, piuttosto che frequenti episodi di nausea con vomito, non sono cause concrete di aborto spontaneo nella donna.
Anzi, si è osservato che le gestanti che mostravano un aumento dell'iperemesi gravidica, avevano meno possibilità di perdere il feto prima della fine del trimestre iniziale.
Fattori di rischio che predispongono al rischio di aborto spontaneo
Esistono alcuni elementi di rischio che predispongono le donne a maggiori probabilità di aborto spontaneo. Fra questi i più comuni sono:
- stile di vita scorretto, con abuso di alcol e utilizzo di droghe;
- età avanzata o, al contrario, età troppo precoce. Gli studiosi hanno notato come le donne con più di 35 anni e quelle con meno di 20 anni, hanno più possibilità di perdere il bambino nel primo trimestre di gravidanza;
- fumo di sigaretta;
- presenza di malattie croniche gravi o non adeguatamente trattate o tenute sotto controllo, in particolare per quanto riguarda il diabete o le patologie della tiroide;
- eccessiva magrezza e carenze nutritive;
- assunzione di determinate terapie farmacologiche;
- difetti strutturali dell'apparato riproduttivo, come ad esempio la presenza di aderenze uterine;
- precedenti aborti spontanei;
- presenza di malattie autoimmuni, come ad esempio la nefropatia cronica, la sclerodermia sistemica o il lupus;
- obesità;
- ipertensione arteriosa durante la gravidanza non riconosciuta o trattata.
Cause di aborto spontaneo ricorrente
La definizione di aborto spontaneo ricorrente viene utilizzata per indicare la comparsa di tre o più perdite di gravidanza. Si stima che tale condizione colpisca circa il 2%-3% delle donne e che possa essere influenzata da alcune cause specifiche.
Oltre ai fattori predisponenti già esposti in precedenza, sembra infatti che la ripetitività possa derivare dalla presenza di malattie autoimmuni e di trombofilie (alterazioni MTHFR)
Le trombofilie comprendono una serie di anomalie che, nella maggior parte dei casi, sono genetiche. Esse determinano un maggior rischio di incorrere in trombosi o in difetti nella coagulazione del sangue.
Per quanto riguarda invece le malattie autoimmuni, esse si verificano quando l'organismo produce anticorpi rivolti ai propri tessuti.
In alcuni casi, come accade in presenza di Lupus eritematoso sistemico (LES) o di sclerodermia sistemica, le patologie autoimmuni possono giocare un ruolo nella comparsa di aborti ripetuti.
Una volta che il medico diagnostica la presenza di un aborto spontaneo, vi sono principalmente due modalità di trattamento. La prima prevede il raschiamento, ovvero l'aspirazione del materiale abortivo contenuto nell'utero, attraverso una cannula che viene inserita nel canale cervicale.
Nel secondo caso, invece, si può attendere che il materiale abortivo venga espulso naturalmente dall'organismo; vengono quindi somministrati dei farmaci che stimolano le contrazioni uterine per facilitare l'espulsione e in genere tale metodo viene usato più di frequente nel caso in cui la perdita dell'embrione avviene nelle prime settimane di gravidanza.