A tutti sarà capitato almeno una volta di ammalarsi in un giorno lavorativo e di domandarsi quale fosse l’iter da seguire e come funzionassero le visite fiscali. Ѐ un argomento molto dibattuto, che interessa la quasi totalità dei cittadini e, per tale ragione, risulta utile fare chiarezza sulla nuova normativa, evidenziando diritti e doveri dei lavoratori. Vediamo insieme tutte le novità in materia di visite fiscali 2018.
Quali sono le nuove regole dell’Inps e gli orari delle visite fiscali 2018?
Con l’entrata in vigore della riforma Madia, dal 1° settembre 2017, si sono concretizzate importanti novità sul delicato tema concernente le visite fiscali e sulle differenze fra settore pubblico e privato.
In primo luogo è importante evidenziare che, a partire dalla suddetta data, i poteri riguardanti i controlli in caso di malattia durante gli orari di lavoro sono di esclusiva competenza dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) sia per il settore pubblico sia per quello privato (al contrario di ciò che avveniva in precedenza, poiché in ambito pubblico questi controlli spettavano alla Asl).
La differenza sostanziale ancora esistente riguarda la fascia oraria in cui è possibile ricevere il controllo presso il proprio domicilio. Gli orari delle visite fiscali sono:
- Settore privato – dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 (per un totale di 4 ore)
- Settore pubblico – dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18 (per un totale di 7 ore)
L’Inps, dal canto suo, ha già più volte sollecitato il governo affinché si possano eliminare tutte le differenze ancora esistenti, in modo da rendere più efficiente il controllo globale ed ampliando gli orari delle visite fiscali dei dipendenti privati a sette ore.
Il lavoratore, dunque, una volta presentato in Azienda il certificato medico, non è obbligato a rimanere in casa tutto il giorno, ma a rendersi reperibile nella fascia oraria indicata ed all’indirizzo specificato all’interno del certificato (questo vale per tutti i giorni, compresi week-end e festivi).
Un nuovo software: Savio, per scovare le «malattie sospette»
Come già accennato, il lavoratore malato è tenuto a recarsi dal proprio medico curante per la compilazione del certificato. A quel punto sarà compito del medico l’invio telematico dello stesso all’Inps, mentre il dipendente avrà tempo due giorni per l’invio al datore di lavoro.
Dal momento della ricezione del certificato dal parte dell’Inps parte la procedura relativa alle visite fiscali da parte dell’Istituto che, per tale scopo, si serve di un software chiamato Savio. Quest’ultimo, sulla base di un algoritmo, è in grado di stabilire il grado di assenteismo del lavoratore e, quindi, di mettere sotto la lente di ingrandimento le anomalie, prevedendo anche la possibilità di effettuare due visite al giorno in presenza di casi sospetti, con lo scopo di rendere il meccanismo sempre più efficiente ed incisivo.
Sono previsti alcuni casi di esenzione dall’obbligo di reperibilità?
Il Polo Unico Inps prevede delle esenzioni dall’obbligo di reperibilità, in presenza di determinate condizioni. In ogni caso, l’assenza da casa durante la malattia e in orari coincidenti con la possibilità di ricevere le visite fiscali, deve essere giustificata e comunicata al datore di lavoro.
Ad esempio, sono previste esenzioni in caso di visite specialistiche in orario concomitante alla fascia oraria di reperibilità o in caso di assenza dal domicilio per cause di forza maggiore. Inoltre, la legge prevede altri due casi di esenzione dall’obbligo di reperibilità per circostanze non collegate alla malattia: il volontariato e la visita a parenti in ospedale.
Esistono sanzioni in caso di irreperibilità durante la visita fiscale?
Nel caso in cui il lavoratore assente dal lavoro per malattia risulti irreperibile durante gli orari di visite fiscali e presso il domicilio comunicato, l’Inps prevede delle sanzioni a suo carico. Queste ultime consistono in una decurtazione dello stipendio pari al 100% della retribuzione per i primi 10 giorni di malattia e del 50% per i successivi.
Per evitare la sanzione, i dipendenti hanno la possibilità, entro 15 giorni, di presentare una giustificazione valida per l’assenza, che dimostri il possesso dei requisiti validi per l’esenzione.
La nuova Riforma ed il nuovo sistema di controllo, quindi, hanno come obiettivo quello di combattere l’assenteismo dei lavoratori attraverso un monitoraggio rigido, continuo e mirato. I dipendenti però non devono allarmarsi: gli onesti non hanno nulla da temere anche con l’entrata in vigore delle nuove regole per le visite fiscali 2018!