Un recente studio canadese ha evidenziato come le vittime di aggressioni sessuali, in occasione di eventi come festival o maxi raduni, siano spesso giovani, intossicate da alcool o sostanze stupefacenti e non conoscano il loro aggressore.
Poiché ben più di ¼ di questo tipo di violenze avviene proprio in occasione di grandi raduni, sarebbe opportuno portare avanti un piano di attacco a questi fattori di rischio. Il direttore del SAPACP dell’ospedale di Ottawa, Kari Sampsel, ha notato come i casi di donne che si rivolgono al suo centro contro gli abusi sessuali aumenti in concomitanza con i periodi in cui questi grandi eventi sono più frequenti.
Lo studio
Uno studio ha preso in esame i dati, a partire dal 2013, di donne di età superiore ai 16 anni, che si rivolgevano al SAPACP entro 30 giorni dall’aggressione. Su 204 casi ben 53 (il 26% del totale) aveva subito violenza in occasione di grandi eventi e, più in particolare, la maggioranza avveniva in prossimità del Capodanno, di Halloween, del Canada Day, della settimana di orientamento degli studenti e della “Settimana Frosh” nelle università.
I luoghi dove si consumava la violenza erano: casa di amici (25%), casa della vittima (33%) e, solo il 14%, all’aperto. L’età delle vittime in media di 25 anni, contro i 30 di donne aggredite in condizioni non riconducibili a raduni. Le donne aggredite in occasione di questi raduni molto spesso avevano assunto droga o alcool; ben il 57% sospettava di aver assunto sostanze contro la propria volontà, e 2/3 ha affermato di aver perso conoscenza durante l’aggressione.
Al contrario di ciò che avviene in situazioni non legate ai raduni di massa, in questo caso le donne molto spesso non conoscono il loro aggressore. È stato notato come molte delle vittime aggredite in occasione dei raduni, dopo essere state medicate siano meno propense a rilasciare il kit di stupro alla polizia.
Sarah Fisher, assistente psicologa presso l’Università della Virginia, tende a pensare che spesso la folla non percepisce la reale pericolosità di un’aggressione in atto, o al contrario può sperimentare una diffusione della responsabilità, vista la presenza di molte altre persone.
Sampsel sta sviluppando un programma detto Progetto Soundcheck, per formare volontari da mischiare alla folla per monitorare il comportamento predatorio nella mischia. Lo studioso consiglia sempre, in occasione di questi grandi eventi, di andare e stare con gli amici, tenersi d’occhio a vicenda e mantenersi entro i propri limiti un campo di alcool e droga.
Fischer conclude che per prevenire la violenza, se vediamo qualcosa di potenzialmente pericoloso, è necessario agire e non rimanere passivi.