La dislessia, comunemente ritenuta la difficoltà a leggere è, in realtà, un disturbo più complesso che rientra nell’ambito dei DSA – disturbi specifici dell’apprendimento – e viene diagnosticata nei bambini in età scolare o, nei casi sintomatologicamente più evidenti, prescolare, a causa dei problemi di apprendimento che provoca.
La persona dislessica ha difficoltà di grado lieve, medio o severo, nella lettura e nella comprensione dei testi e dei numeri, nella memorizzazione delle definizioni, nella memorizzazione dei termini specifici e nella loro esposizione vocale.
Lettura, comprensione e descrizione di un testo scritto sono attività molto impegnative dal punto di vista cerebrale. Il cervello deve riconoscere un segno scritto, associarlo ad altri per comporre una parola e associare un significato a quell’insieme di segni. Infine deve inserirlo nel giusto contesto e trasformarlo in un impulso vocale riconoscibile per chi ascolta [1].
Avere difficoltà a comporre nel giusto ordine questi meccanismi è il problema dei dislessici e anche se questa difficoltà può far pensare a problemi di ritardo mentale non è così. Tutti gli studi scientifici confermano che il cervello di una persona dislessica è normale e sano come quello di chiunque altro.
Quali sono i sintomi?
La prima domanda che viene posta, se si sospetta una diagnosi di dislessia, è a quale età il bambino ha iniziato a parlare. Un ritardo nello sviluppo del linguaggio è infatti un sintomo comune nei bambini dislessici, spesso unito a un linguaggio comunque povero e difficoltoso. Anche la presenza in famiglia di casi di dislessia può essere un indizio importante.
Un bambino a rischio dislessia dimostra di avere difficoltà sia con i numeri che con l’associazione delle parole, ad esempio nel fare le rime.
Al ritardo nel linguaggio spesso è associato un ritardo nello sviluppo delle capacità motorie che viene però recuperato durante la crescita.
Ad esempio, il bambino può richiedere più tempo, rispetto ad altri della stessa età, nell’imparare a tenere una matita in posizione di scrittura, usare bottoni e cerniere, spazzolare i denti. In età scolare, il bambino dislessico ha difficoltà nel leggere le parole isolate, fa confusione nel riconoscere parole simili (fare – dare, prendere – pendere, etc). Nella scrittura commette errori tipici, come scambiare le lettere b e d, invertire le lettere m con w e u con n.
Se la dislessia arriva a livelli più severi, i bambini, in genere nell’età delle medie inferiori, mostrano difficoltà nel leggere, nel riconoscere e nell’adoperare costruzioni lessicali più complesse, riconoscere prefissi e suffissi o la radice delle parole. Alle difficoltà di lettura si associano, inoltre, quelle di scrittura, con una grafia il più delle volte incompresibile e con la presenza di molti errori di ortografia [2].
Quali sono i test per diagnosticare la dislessia?
La valutazione diagnostica della dislessia viene effettuata tramite la somministrazione di test standardizzati psicometrici, neurolinguistici e psicolinguistici.
In altre parole, vengono misurate sia le capacità di lettura e scrittura, attraverso l’uso di parole e numeri, che alcuni aspetti comportamentali. I test servono a confermare le difficoltà di lettura e scrittura e a fornire un quadro personale del bambino, utile alla scelta degli ausili didattici da utilizzare [3].
Una diagnosi di dislessia può essere formulata quando almeno 2 competenze su 3 appaiono insufficienti, ed essere confermata se alle difficoltà di lettura, scrittura, dialogo, vengono associati comportamenti quali [4]:
- Atteggiamento isolato dal contesto della classe, indipendentemente dall’argomento (“bambino sognante”)
- Presenza di emicranie, vertigini, senso di nausea in caso di sforzo da lettura/scrittura
- Difficoltà di visione non confermate da esami oculistici
- Predilezione per l’apprendimento pratico, spesso con ottimi risultati e con la rivelazione di talenti personali
Come si cura la dislessia?
Essendo un DSA, la dislessia non prevede trattamenti farmacologici o psicoterapici, ma deve essere trattata soprattutto a scuola e in centri specializzati, con l’uso di opportuni strumenti educativi e sulla base di specifici programmi di intervento basati su specifici protocolli, da applicare in base all’età ed al grado di scolarizzazione.
L’età in cui si interviene è molto importante, perché più l’intervento è precoce maggiori sono le possibilità di miglioramento. Si parla di miglioramenti, anche molto evidenti, ma non di remissione del disturbo che, purtroppo, sarà sempre presente [5].
Quali sono i migliori centri per la dislessia?
Esistono centri in tutte le principali città italiane, ai quali rivolgersi in caso di sospetto di dislessia. Per una buona scelta può essere utile contattare le associazioni che operano in questo campo, come, ad esempio, l’Aiditalia.
Fonti
[1] Talking is easy…why isn’t reading? http://dyslexia.yale.edu/
[2] Dyslexia – Symptoms http://www.webmd.com/children/
[3] Symptoms of dyslexia http://www.nhs.uk/Conditions/
[4] 37 Common Characteristics of Dyslexia http://www.dyslexia.com/
[5] Dyslexia – Treatment Overview http://www.webmd.com/children/