Quelle fastidiose vene varicose…

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 10 Maggio, 2018

Le vene varicose.

Linee viola o bluastre, frastagliate e gonfie, solcano la superficie della pelle, conferendole un aspetto non più regolare e causando seri fastidi. Sono vene varicose e ramificazioni di capillari che, spesso, si trovano lungo cosce e polpacci. Il problema colpisce 3 adulti su 10, e le donne con maggiore frequenza.

Quali sono le vene a ragnatela?

Prendono il nome dal loro aspetto, le vene a ragnatela o, più tecnicamente teleangectasie, sono capillari contorti e visibili attraverso la pelle. Assumono un aspetto ramificato con linee frastagliate e possono essere di colore rosso, viola o blu e appaiono molto spesso sulle gambe o sul viso, più prossime alla superficie della pelle rispetto alle vene varicose.

Quali sono le vene varicose?

Le vene varicose sono vasi sanguigni più grandi, diventati gonfi e contorti. Sono di colore blu scuro e sporgono dalla pelle. Le vene varicose possono svilupparsi in qualsiasi parte del corpo, ma di solito appaiono su gambe e caviglie.

Quali sono le cause delle vene varicose?

Il sangue viene pompato dal cuore, lungo le arterie e poi, attraverso le vene, ritorna al cuore. All’interno delle vene, la pressione sanguigna è inferiore a quella delle arterie e, soprattutto negli arti inferiori, necessita della spinta dei muscoli per risalire verso il cuore contro la forza di gravità. Per aiutare il flusso del sangue verso l’alto evitando il ritorno verso il basso (reflusso), le vene hanno delle valvole unidirezionali che permettono al sangue di fluire nella giusta direzione. Se le valvole sono difettose il sangue fatica a risalire e tende a ristagnare nelle gambe. Questo causa:

  • aumento della pressione all’interno delle vene
  • indebolimento del vaso
  • ulteriori danni alle valvole
  • fuoriuscita di liquidi dalle vene ai tessuti delle gambe

Come risultato, la vena tende a gonfiarsi perché le sue pareti collassano. A seconda della dimensione del vaso sanguigno e la portata del gonfiore, il risultato sono vene a ragnatela o vene varicose.

Chi è più esposto a sviluppare vene varicose?

Chiunque può sviluppare vene varicose, tuttavia le donne sono più esposte degli uomini. Il problema è più comune nelle persone che lavorano in piedi. Altri fattori che possono contribuire includono:

  • invecchiamento
  • obesità
  • gravidanza
  • interventi chirurgici alle gambe
  • predisposizione genetica

Quali sono i sintomi?

Le vene varicose possono causare dolori o crampi alle gambe. L’area interessata può pulsare, bruciare, avvertire formicolio o pesantezza. La circolazione può risultare ridotta e questo porta prurito e gonfiore alle caviglie. Pelle e tessuti possono diventare scoloriti e ulcerati. Le vene varicose possono anche contribuire alla formazione di coaguli di sangue (trombosi venosa profonda).

Come vengono diagnosticate?

Le vene varicose sono facili da diagnosticare, già all’osservazione il medico si rende conto se il problema è presente. La maggior parte delle vene varicose non necessita di trattamento, a meno che si formino ulcere, sanguinamento, o flebiti, o si desidera rimuoverle per ragioni estetiche. Se le vene causano dolore, affaticamento muscolare o crampi, si possono utilizzare dei supporti per ridurre i sintomi.

Quali sono i trattamenti?

Calze elastiche o a compressione: è il trattamento più semplice e può contribuire a migliorare la circolazione e alleviare il dolore e disagio nelle gambe.

Cambiare stile di vita: perdere peso e camminare regolarmente sono rimedi che possono aiutare ad alleviare i sintomi delle varici. Per il gonfiore si può provare una dieta povera di sodio per ridurre la ritenzione idrica. Quando possibile, tenere in piedi le gambe con un cuscino o una sedia reclinabile, in modo che stiano all’altezza del cuore o più in alto.

Scleroterapia: se i rimedi domestici non sortiscono gli effetti desiderati, si può ricorrere alla scleroterapia. Una soluzione chimica viene iniettata direttamente nella vena interessata che cicatrizza fino a chiudersi. La vena, così, scomparirà nel giro di un paio di mesi.

La terapia laser: la terapia laser distrugge piccole vene varicose con il calore che provoca la formazione di tessuto cicatriziale che fa chiudere la vena. La terapia laser funziona più lentamente rispetto alla scleroterapia. Di solito, serve più di una sessione per ottenere risultati.

Chirurgia: la procedura standard è la legatura e lo stripping – in cui la vena viene legata e il segmento interessato rimosso. Questo tipo di intervento può essere fatto con anestesia locale o generale. Se la vena è vicino alla superficie della pelle, può essere possibile rimuoverla attraverso una piccola incisione che non ha bisogno di punti.

Laser endovenoso: una piccola fibra laser è posizionata all’interno della vena, il laser eroga impulsi di luce laser. Questo fa sì che la vena collassi. Efficace nel 98% dei casi, con questo metodo i pazienti riferiscono anche meno dolore e un recupero più rapido.

Ablazione con radiofrequenza: un piccolo catetere fornisce energia a radiofrequenza direttamente nella parete della vena, facendola riscaldare e collassare. Dopo un anno o due, la vena scompare. I risultati sono paragonabili all’intervento chirurgico, ma rischio e dolore si riducono.

Flebectomia ambulatoriale: si tratta di una metodologia chirurgica che permette l’asportazione delle vene varicose in regime di anestesia locale e senza necessità di ricovero. A livello pratico, vengono praticate minuscole incisioni cutanee  mediante le quali viene inserito uno strumento, chiamato uncino per flebectomia, capace di agganciarsi alla parete del vaso venoso: è dunque così che la vena viene così estratta e bloccata con pinze vascolari.

Come prevenire?

Alcune abitudini quotidiane potrebbero aiutare a prevenire il problema.

  • Fare esercizio fisico
  • Tenere sotto controllo il peso
  • Mantenere la tonicità muscolare delle gambe
  • Fare spesso stretching dei muscoli degli arti inferiori
Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Tania Catalano | Biologa
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