Quand’è che un veleno diventa un farmaco? Non è raro che elementi tossici in natura, alle giuste dosi, diventino medicine: la parola stessa farmaco indica qualcosa in bilico tra medicamento e veleno.
Anche il veleno di scorpione potrebbe presto diventare medicinale. È un veleno letale: contiene tossine in grado di innescare la morte cellulare, provocando buchi nelle membrane biologiche. Ma gli scienziati stanno cercando di capire come controllare la sua spaventosa tossicità, per farne un veleno intelligente, tossico solo contro le cellule tumorali.
Fantascienza o realtà?
La ricerca sta effettivamente facendo passi avanti. La buona notizia è che una tossina dalle proprietà antimicrobiche e antitumorali nel veleno di scorpione è stata trovata. La cattiva? Gli scienziati ancora non hanno capito come “addestrare” questa tossina a colpire solo i tessuti malati, salvando quelli sani.
Non è un problemino da poco – ma forse si è trovata la soluzione. Grazie alle nanotecnologie si sta tentando di costruire una sorta di veicolo molecolare in grado di incapsulare la tossina, “disattivandola” mentre attraversa i tessuti sani e riattivandola solo lì dove i tessuti sono cancerosi.
I primi risultati in Illinois
Alcuni ricercatori hanno costruito una capsula sferica in grado di contenere la tossina, controllandola. Così incapsulata, la NanoVenina riuscirebbe ad aumentare di 10 volte la sua efficacia contro le cellule tumorali del cancro al seno. Per gli altri tipi di cancro? I ricercatori stanno cercando di capire come elaborare la nanoparticella veicolare, per renderla efficace anche contro altri tipi di tumore.
Abbiamo la cura?
Capita spesso che gli scienziati trovino nuove cure di cui poi non si sa più nulla. Come mai? Perché spesso mancano le tecnologie per rendere la scoperta scientifica davvero utilizzabile. Anche nel caso del veleno di scorpione la ricerca si sarebbe arenata, senza il supporto costante e mirato della nanotecnologia.
Il veleno di scorpione curerà il cancro? Non lo sappiamo, ma sappiamo che ora si possono costruire delle micro-macchine biologiche per riuscirci. Le nanotecnologie possono far fare alla ricerca il salto dalla teoria alla prassi? Forse sì, staremo a vedere.