È ormai da più di un anno che nel nostro Paese la campagna vaccinale per limitare la diffusione del Covid-19 sta andando avanti, con la recente decisione di ridurre il lasso di tempo tra le dosi (seconda e terza dose "booster", ed eventualmente una quarta), per generare una adeguata protezione dal virus.
L’impennata dei contagi ha, infatti, determinato l’introduzione di nuove disposizioni da parte del Governo riguardanti la quarantena e l’isolamento. La parola d’ordine, dunque, è sempre attenzione, ma cosa fare se si riceve il vaccino, mentre si è positivi (inconsapevolmente)? Come potrebbe reagire il nostro sistema immunitario in questi casi?
Proviamo a fare il punto.
Chi è positivo può fare il vaccino? Ecco cosa potrebbe accadere
Finora, sappiamo che la variante Omicron si sta progressivamente espandendo per il Paese, presentandosi spesso con sintomi lievi e, in alcuni casi, anche senza sintomi nei cosiddetti “positivi asintomatici”.
Dunque, non è escluso che, proprio perché senza sintomi, chi si contagia possa non esserne consapevole, perché non si sottopone a tampone, e decida dunque di procedere con il proprio ciclo vaccinale come stabilito.
Cosa potrebbe accadere?
Attualmente, non si riscontrano notizie ufficiali su questa specifica questione ma, come riportano i media, per alcuni esperti vaccinarsi se, senza saperlo, si è positivi al Covid-19, non causerebbe problemi. Ovviamente, è sempre importante valutare il caso singolo e la condizione di salute del soggetto coinvolto.
Dunque, in generale, non sembra siano sinora emerse particolari controindicazioni, ma è più probabile che questi soggetti sviluppino un senso di malessere più accentuato (con febbre e debolezza fisica), dopo l'inoculazione.
Discorso diverso per chi è invece consapevole della propria positività al Covid-19. In questi casi, non ci si può sottoporre a vaccinazione, soprattutto perché non si deve violare l’isolamento e perché non si deve incorrere nel rischio di contagiare gli altri.
È necessario, perciò, aspettare la negativizzazione, prima di sottoporsi alle dosi di richiamo, secondo le tempistiche indicate dal proprio medico curante, dalla Asl di riferimento e, quindi, dal Ministero stesso.
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In Italia, quante dosi di richiamo sono previste ad oggi?
Come sappiamo, la somministrazione della terza dose sta proseguendo, anche per coloro che hanno contratto il virus in passato; infatti, consultando il sito del Ministero, si possono provare a sciogliere i dubbi sulle dosi da fare in caso di pregressa infezione da Covid-19.
In questi giorni, però, non si sta solo parlando del richiamo booster, ma sui media leggiamo anche di una "quarta dose".
Al momento, a parte l’attenzione sui più fragili, per alcuni esperti non è ancora il caso di contemplare questa ipotesi nel nostro Paese (a differenza di altre nazioni che hanno già iniziato a somministrarla).
Da valutare, infatti, sarà la risposta immunologica dei cittadini, per capire gli effetti e l'utilità di un nuovo richiamo nei prossimi mesi.
Che cos’è la risposta immunologica?
In generale, l’obiettivo dei vaccini è quello di generare una risposta immunitaria nell’organismo, così da prevenire l'insorgere di complicanze gravi legate alle infezioni, come quelle scatenate dal nuovo Coronavirus.
Come riporta il sito dell’ISS, attraverso la somministrazione di un vaccino, si ha un primo contatto con l’agente infettivo, ma senza che si abbiano particolari effetti avversi, così da creare una memoria immunologica che porterà poi il sistema immunitario a ricordare e rispondere rapidamente.
Per molti vaccini, poi, è assolutamente normale e necessario sottoporsi a dei richiami nel tempo; anche nel caso di quelli contro il Coronavirus è così, proprio per mantenere un livello adeguato di riposta immunitaria ed evitare di incorrere in sintomatologie gravi dell’infezione.
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