Un'eruzione vulcanica avvenuta in Islanda ha rilasciato una grande quantità di anidride solforosa nell'atmosfera.
A causa dell’anticiclone presente sull'Europa, rischia formarsi un blocco che può far “ristagnare” questa sostanza nei nostri cieli.
Cerchiamo di capire quali conseguenze possono esserci.
Cos’è l’anidride solforosa
Chimicamente parlando, l’anidride solforosa è chiamata SO2 e si tratta di un gas incolore con un odore pungente (simile a quello di un fiammifero appena acceso) che può essere prodotto attraverso la combustione di petrolio o carbone – ma anche da eventi naturali, come, appunto, le eruzioni vulcaniche.
Questa nube potrebbe sorvolare i cieli italiani nei prossimi giorni, rendendo consigliabile il monitoraggio delle previsioni meteorologiche.
L’unica regione italiana che potrebbe essere interessata da questo gas è la Sardegna, in quanto la nube si sta spostando dalla Francia verso la costa settentrionale spagnola.
Il percorso si questo banco di anidride solforosa è partito, appunto dall’Islanda per poi toccare il Regno Unito e spostarsi verso paesi europei centro-settentrionali (Francia, Germania, Svezia e Danimarca).
Secondo primissime stime, una porzione della nube che si sta estendendo dalla Francia alla costa settentrionale della Spagna potrebbe raggiungere il Mediterraneo nella giornata di martedì, interessando il versante nord-occidentale della Sardegna (ma l’impatto sull’inquinamento atmosferico superficiale sarà minimo).
Anidride solforosa: le conseguenza sulla salute
L’anidride solforosa, se presente nell’aria in concentrazioni che superano la soglia di sicurezza per la salute umana, è fortemente irritante per:
- mucose;
- occhi;
- vie respiratorie;
- pelle.
È molto solubile in acqua e la sua inalazione provoca sintomi di gravità variabile, a seconda della concentrazione e della durata dell’esposizione:
- mancanza di respiro;
- respiro sibilante;
- sensazione di soffocamento;
- mal di gola;
- polmonite;
- broncospasmo.
L’anidride solforosa può rimanere inalterata nell’atmosfera per alcuni giorni e spostarsi anche a grandi distanze reagendo con le molecole d’acqua; in questo modo, si genera acido solforico, contribuendo all’acidificazione delle precipitazioni.
Quando viene rilasciato nell'atmosfera, la SO2 può reagire con altre sostanze chimiche, formando particelle di solfato che possono influenzare la qualità dell'aria e la salute.
Vi sono, però, delle buone notizie: in questo caso, la nube solforosa proveniente dall'eruzioni vulcaniche avvenute in Islanda viaggia ad altitudini molto elevate e non dovrebbero esserci rischi per la salute umana, inoltre la qualità dell'aria al suolo non dovrebbe alterarsi.