Un enzima dello zucchero potrebbe bloccare gli effetti negativi del glucosio

Stefania Virginio

Ultimo aggiornamento – 28 Gennaio, 2022

zucchero: perché fa bene

Immaginate di poter mangiare tutti gli alimenti deliziosamente zuccherosi che volete, senza paura di sviluppare patologie cardiometaboliche e complicazioni per la salute. Sembra un sogno, eppure grazie alla ricerca scientifica, in futuro, la vita delle persone affette da obesità e diabete di tipo 2 potrebbe essere deliziata dai dolciumi.

Infatti, secondo gli scienziati della University of Montreal Hospital Research Centre, la recente scoperta di un enzima che disintossica il corpo dal glucosio potrebbe fornire nuove cure per obesità e diabete. La strada è ancora lunga, ma la scoperta è sensazionale. Vediamo insieme di cosa si tratta!

Perché è importante lo zucchero?

Le cellule nel corpo utilizzano il glucosio, quindi lo zucchero, e gli acidi grassi come principali fonti nutritive. Ogni volta che si mangia qualcosa, le cellule beta nel pancreas avvertono i cambiamenti dei livelli di glucosio nel sangue e producono insulina, un ormone che agisce come una chiave per aprire tutte le porte di ogni cellula. Una volta aperte, le cellule permettono al glucosio di entrare per poter quindi essere convertito in energia.

Quando il glucosio diventa pericoloso?

Tuttavia, il problema insorge quando il glucosio non riesce ad entrare nelle cellule, accumulandosi nel sangue e diventando talmente tossico da danneggiare le cellule stesse. Tale accumulo causa disfunzioni e patologie, quali:

Quale ruolo può avere l’enzima G3PP?

Gli scienziati hanno scoperto che l’enzima glicerolo-3-fosfato-fosfatasi, noto con l’abbreviazione G3PP, favorisce il controllo dei livelli di glucosio, regolando il modo in cui il corpo utilizza i grassi. In sostanza, agisce come disintossicante naturale dagli zuccheri.

Come è stato scoperto l’enzima G3PP?

Per il presente studio, un team di ricercatori, che stava effettuando delle ricerche sui meccanismi delle cellule beta per eliminare il glucosio in eccesso, come il glicerolo, ha scoperto un enzima sconosciuto in precedenza, il G3PP, nelle cellule dei mammiferi.

Dopo i dovuti esami, è stato scoperto che tale enzima è in realtà presente in tutti i tessuti del corpo. Secondo i ricercatori, tale molecola è necessaria per la produzione di energia, per la formazione dei grassi e gioca un ruolo centrale per il metabolismo.

Il dottor Murthy Madiraju ha dichiarato in un’intervista che modificando il glucosio in glicerolo, il G3PP previene la formazione e l’accumulo eccessivo di grasso, abbassando la produzione di glucosio nel fegato, che costituisce il principale problema del diabete.

Secondo i ricercatori, questa nuova scoperta, pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, è estremamente rara. Infatti, non si identificava un nuovo enzima nel cuore del metabolismo dagli anni Sessanta. Quindi, molto probabilmente l’enzima G3PP sarà presto inserito nei libri di medicina.

Perché è importante questa scoperta?

Naturalmente, i ricercatori stanno facendo dei tentativi per scoprire quello che sarà considerata una nuova classe di farmaci, a base di minuscole molecole per attivare l’enzima G3PP. Lo scopo consiste nel cercare di sfruttare al massimo la potenza di questo enzima naturale per curare i disturbi cardiometabolici.

Cosa potrebbe curare l’enzima?

I farmaci derivanti da questo enzima sarebbero unici nel loro genere e soprattutto nella loro azione. Pertanto, ci vorrà diverso tempo prima di sviluppare delle vere e proprie cure. La scoperta dell’enzima per ora ha fornito concretamente solo la speranza di curare obesità, diabete di tipo 2 e sindromi metaboliche.

Prima di poter mettere in commercio delle cure effettive si dovrà aspettare tutta la trafila di test in laboratorio, su animali ed infine la sperimentazione umana. Il percorso è ancora molto lungo per cominciare a trattenere il fiato. Tuttavia, la scoperta è senza dubbio una delle più importanti degli ultimi anni e lascia ben sperare.

 

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Scritto da Stefania Virginio

Sono Stefania e sono una friulana doc! Da quando mi hanno dato in mano la prima matita alle elementari non ho mai smesso di scrivere, e nemmeno di leggere tutto quello che mi passa sotto gli occhi.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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