La biopsia liquida per diagnosticare i tumori in modo immediato

Stefania Virginio

Ultimo aggiornamento – 16 Febbraio, 2017

L’Università Cattolica di Roma, con la collaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità, ha effettuato una serie di esperimenti per riuscire a ottenere un esame del sangue che permetterà di identificare immediatamente la presenza o meno di una forma tumorale.

L’innovazione della biopsia liquida

Grazie a questa scoperta, completamente made in Italy, individuare un tumore potrebbe diventare molto semplice e immediato, permettendo così di curare tempestivamente la malattia. Si parla di biopsia liquida, ovvero un esame ematico che riconosce le cellule anomale presenti nel sangue. Oltre a prendere per tempo il tumore, questa tecnica sarà importante anche per rendere le terapie sempre più personalizzate e mirate a colpire le cellule malate.

I primi esperimenti sono stati fatti sulle persone affette di tumore alla prostata.

La terapia contro il tumore diventa sempre più personalizzata

Desiree Bonci, ricercatrice del dipartimento di Ematologia, Oncologia e Medicina molecolare presso l’ISS, che ha diretto lo studio sulla biopsia liquida, dichiara che, essendo le patologie tumorali molto diverse e complesse sia da identificare che da combattere, trovare un modo semplice per individuarle e sconfiggerle diventa fondamentale, soprattutto perché non tutti i pazienti rispondono allo stesso modo alle cure e, molte volte, gli effetti collaterali delle stesse sono imprevedibili.

Il modo migliore per affrontare le forme cancerogene è quello di personalizzare la terapia a seconda delle caratteristiche della neoplasia, unite ai tratti identificativi del paziente, come l’età, il peso e altre patologie presenti.

La biopsia liquida è in grado di valutare se sia già presente una malattia; in caso affermativo, potrà stimare come sta procedendo e a questo modo mettere in atto una terapia consona ed efficace. Inoltre, questo tipo di diagnostica non è invasivo, se non per l’ago utilizzato per effettuare il prelievo ematico.

Come avviene la biopsia liquida?

La ricerca si è concentrata sull’analisi delle sacche di proteine che vengono rilasciate dalle cellule delle vescicole, segnalando specificamente il tessuto di cui fanno parte. In questo modo, la biopsia liquida riesce a catalogare le caratteristiche delle molecole delle sacche proteiniche che sono rilasciate nel flusso sanguigno dalle forme tumorali. Grazie a questa analisi specifica, si sarà in grado di notare la presenza del cancro, la sua eventuale progressione e il modo in cui le terapie approntate per il paziente affrontano la malattia.

La dottoressa Bonci specifica che l’innovazione della tecnica sta proprio nel fatto che si vanno a identificare le proteine fosforilate, che sono quelle che normalmente vengono bersagliate dalle attuali terapie antitumore.

Una fase importante di questo studio è quella di capire quanto la forma tumorale sia resistente alle terapie, in modo tale da cambiarle immediatamente e personalizzarle.

L’esperimento

Il primo tumore che è stato analizzato tramite la biopsia liquida è stato quello alla prostata, quindi tipicamente maschile. L’indagine è stata effettuata sulle vescicole, sui tessuti circostanti la prostata. Ai 40 pazienti analizzati, è stata subito fatta una diagnosi di presenza o assenza del cancro, con uno scarto di errore dell’1%.

Ovviamente, lo studio deve proseguire esaminando un numero maggiore di pazienti prima di poter dare il via libera alla biopsia liquida come nuova tecnica diagnostica infallibile. Infatti, il prossimo passo sarebbe quello di analizzare almeno 1000 pazienti a livello internazionale, in modo da accertare la sua efficacia. I tumori che verranno ulteriormente sondati saranno quello al colon e quello al polmone.

Il futuro della diagnostica oncologica

I tempi che si sono prefissati gli studiosi sono intorno al paio di anni, dopodiché la tecnica a livello sperimentale si potrà trasformare in tecnica diagnostica riconosciuta e quindi utilizzabile in tutte le strutture ospedaliere.

Come nella maggior parte degli esperimenti scientifici, la parte più critica è quella del finanziamento, ma si spera che, con una prospettiva del genere, gli investimenti non tardino ad arrivare.

 

Stefania Virginio
Scritto da Stefania Virginio

Sono Stefania e sono una friulana doc! Da quando mi hanno dato in mano la prima matita alle elementari non ho mai smesso di scrivere, e nemmeno di leggere tutto quello che mi passa sotto gli occhi.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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