Ho 56 anni e sono della provincia di Novara con mia moglie e due figli grandi. Nella vita faccio il grafico pubblicitario e fotografo e il mio lavoro mi piace molto. Cinque anni fa, in seguito ad un malore improvviso, mi ritrovo ricoverato all’ospedale Maggiore di Novara dove il Primario dott. Panzarasa scopre quello che non avrei mai voluto che mi fosse diagnosticato: Tumore al Cervello in stato avanzato nella parte frontale sinistra, ‘non c’è più niente da fare’, mi dice, ‘purtroppo non si può operare’. ‘Mi rimangono cinque mesi di Vita e adesso cosa faccio?’, ho iniziato con l’andare a comunicare la brutta notizia ai miei clienti più affezionati, nel mio lavoro c’ho sempre messo molta passione, e mi è venuto l’istinto di avvisarli, di trovare subito un altro grafico per i loro lavori. E il destino ha deciso per me. Parlando con un cliente/amico, subito mi dice di non demoralizzarmi, di sentire un altro parere di un esperto e mi lascia il contatto del neurochirurgo della Clinica La Madonnina di Milano. Prendo subito appuntamento e qui mi si apre subito una speranza. Mi viene proposto di essere seguito dal dott. Lorenzo Bello, neurochirurgo, ritornato da poche settimane in Italia, dopo aver lavorato per molti anni in America, a Boston e deciso a portare tutto ciò che di nuovo ha imparato in America con nuovi macchinari e nuovi metodi molto efficaci, ma che in Italia, per questioni economiche, non vogliono che vengano utilizzati. Tutto questo per aprire una nuova strada a pazienti malati di tumore, ‘inoperabili’ a detta di medici ‘tradizionali’, che, data la speranza di vita, decidono di sottoporsi a queste nuove cure, ancora in fase di sperimentazione, ma con ‘passati’ positivi. Dopo vari controlli, effettuati direttamente dal dott. Bello, durati 3 giorni, all’interno della struttura del Policlinico di Milano, concessagli grazie alla fiducia del primario dott. Villani, decide di operarmi. ‘Domani Mattina Paolo effettueremo l’intervento’, mi dice, ‘voglio che tu sia consapevole del fatto che l’intervento potrebbe anche non riuscire’. ‘Cos’ho da perdere?’ E gli dò la mia fiducia, firmando. Sono passati cinque anni da quel giorno, la dottoressa che avevo conosciuto al Maggiore di Novara durante il mio primo ricovero, non poteva crederci quando mi ha visto all’ospedale Molinette di Torino, dopo uno dei controlli che eseguo periodicamente. Ho subito un secondo intervento un anno fa, perché non sono frutto di un miracolo, il tumore c’è ancora, lo tengo controllato con cocktails di pillole che il dott. Bello prepara appositamente per me, ma, vi renderete conto che da 5 mesi di vita che mi avevano dato, secondo i canoni di medicina ‘tradizionale’, il fatto che di mesi ne siano già passati 60 per me è un traguardo notevole!
tumore: 5 mesi di vita o 5 anni?
Ultimo aggiornamento – 21 Maggio, 2010
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