Secondo un recente studio, le commozioni cerebrali possono far rinascere infezioni latenti e portare alla demenza.
Vediamo, nel dettaglio, in cosa consiste questa ricerca.
Traumi cranici e virus latenti: il legame
Sulla rivista Science Signaling è stata pubblicata un’indagine – a cura degli scienziati della Tufts University di Oxford – in cui si afferma che i traumi e le commozioni cerebrali possono far insorgere disturbi neurodegenerativi come Alzheimer, Parkinson o Encefalopatia traumatica cronica.
I forti impatti alla testa, infatti, possono attivare agenti patogeni nascosti nella maggior parte delle calotte craniche (tra cui varicella-zoster e herpes simplex 1).
Lo studio ha preso in esame alcuni mini-cervelli umani coltivati in laboratorio, evidenziando che le cellule compromesse dagli effetti di una commozione cerebrale mostrano una riattivazione dei virus sopracitati e favoriscono lo sviluppo dei marcatori distintivi della malattia di Alzheimer.
Per fare ciò, il team di ricerca ha sottoposto i modelli di tessuto cerebrale alla simulazione di un trauma cranico, osservando al microscopio gli effetti dello scontro sugli organi infetti da HSV-1 e quelli sani.
È emerso che la frequenza degli impatti influenza la gravità dei disturbi menzionati in precedenza (i modelli di controllo, invece, non hanno mostrato marcatori di neurodegenerazione).
Come funziona la ricerca
Ma su cosa si basa la ricerca che sembrerebbe confermare queste ipotesi? Per arrivare a tali conclusioni, i ricercatori hanno utilizzato un modello in 3D del cervello umano inserendolo in un guscio di plastica appoggiato a una piattaforma con una molla.
All'interno del cranio è stata inserita una palla di tessuto cerebrale che galleggiava in una sostanza calda e salata; quando, però, un pistone ha colpito la piattaforma, facendola oscillare avanti e indietro, il mini cervello ha iniziato a sbattere, simulando lo scontro (e la conseguenze commozione cerebrale).
Il team di ricerca ha valutato, alcuni giorni dopo, i danni: parte del tessuto cerebrale umano era stato colpito da un'infezione latente dal virus che causa l'herpes labiale (risvegliato dall’impatto del pistone).
I tessuti colpiti, infatti, contenevano importanti tracce di infiammazione, come placche di proteine amiloidi appena formate circondate da neuroni morenti e segni distintivi della malattia di Alzheimer.
I tessuti cerebrali privi del virus, invece, si sono ripresi dalla commozione cerebrale, mantenendo una leggera infiammazione.
Questa ricerca sottolinea nuove consapevolezze nell'osservare il legame tra colpi alla testa e malattie neurodegenerative - indicando come l'Alzheimer, ad esempio, possa essere causato da un virus molto diffuso all'interno del corpo umano (si stima, infatti, che più dell'80% degli adulti di età superiore ai 60 anni sia stato infettato dall'HSV-1O