Un’indagine condotta da il Salvagente, rivista impegnata contro le truffe ai consumatori, pone l’attenzione sui cartoni per trasportare le pizze: possono essere pericolosi oppure sono sicuri da un punto di vista sanitario?
La risposta è controversa: sono state trovate tracce di sostanze nocive su due imballaggi su tre.
È allarme? Il dr. Carlo La Vecchia, ordinario di Epidemiologia all’Università degli Studi di Milano, intervistato da Il Corriere della Sera, richiama alla cautela.
Cerchiamo di capirne di più.
Sostanze tossiche? Sì, in due cartoni su tre
Non è la prima volta che accade. Negli anni, le associazioni di consumatori hanno sporto varie denunce, ponendo l’attenzione sulle sostanze tossiche presenti nei cartoni delle pizze.
Ora è la volta delle analisi de il Salvagente, concentrate sugli imballaggi prodotti da tre diverse aziende, indagando in particolare sulla migrazione o meno del bisfenolo A, contenuto nella plastica. L’Italia si salva: solo nelle scatole prodotte all’estero, in Spagna e Germania, con carta riciclata sono state rivelate tracce della sostanza.
«Lo ritroviamo in due cartoni su tre in concentrazione elevate, superiori a quelle consentite per i contenitori in plastica», scrivono nelle loro conclusioni. Il passaggio della sostanza verrebbe scatenato dall’alta temperatura che raggiunge il cartone, a cui si mischiano sia gli acidi del pomodoro sia i grassi della mozzarella.
Plastica e cartoni della pizza: ma qual è il legame?
Lecito chiedersi, a questo punto, cosa c’entra un composto utilizzato per la plastica con i cartoni della pizza. Il problema non è universale, e sotto la lente di ingrandimento delle associazioni dei consumatori abbiamo solo i contenitori realizzati con carta riciclata.
Le norme impongono però che i cartoni per pizza siano realizzati esclusivamente con cellulosa vergine, vietando l’utilizzo di carta riciclata per i prodotti “umidi”, per evitare che le sostanze chimiche possono essere trasferite dal cartone agli alimenti.
Bisfenolo A: c’è un precedente
Dunque sì, abbiamo capito che il bisfenolo A è un composto di sintesi utilizzato nella produzione della plastica. Non è la prima volta che se ne sente parlare.
Una decina di anni fa, per esempio, si era guadagnato l’attenzione delle autorità e dei consumatori per essere stato messo al bando dalle tettarelle e dai biberon. La motivazione? L’azione, pare negativa, sul sistema endocrino, dunque sulla produzione di ormoni.
Il parere della comunità scientifica
A calmare le acque è intervenuto il dr. Carlo La Vecchia, sulle pagine de Il Corriere.
«Il discorso relativo al bisfenolo A e ad altri agenti chimici affini è stato ampiamente affrontato – ha commentato La Vecchia – Gli effetti nocivi per l’uomo sono stati studiati a lungo e sono state prese le misure necessarie».
Il richiamo è dunque alla prudenza in caso di elementi sospetti, «tanto più in considerazione del fatto che è facile eliminare questo elemento dalla produzione degli imballaggi per alimenti».
Anche in assenza di una sua reale pericolosità, dunque, sarebbe meglio sarebbe eliminarlo del tutto. Il professore, però, non ha voluto creare allarme. «Sia ben chiaro che questo non significa che i cartoni per la pizza siano pericolosi: quando anche siano effettivamente misurate le concentrazioni di queste sostanze nocive sono così basse da non poter arrecare danni misurabili alla salute delle persone».