La tonsillite è un disturbo che va a colpire le tonsille palatine e può essere di natura virale o batterica.
Tale condizione interessa questo tessuto linfatico ingrandendolo e generando dolore locale alla gola e, in alcuni casi, alle orecchie.
Cerchiamo di capire come trattare la tonsillite e, soprattutto, se è il caso di assumere un antibiotico.
Cos'è la tonsillite e come si riconosce?
La tonsillite acuta è un'infiammazione delle tonsille palatine, le quali, però, con il passare degli anni vanno incontro ad una progressiva atrofia.
Le tonsille palatine, due organi di forma ovoidale costituite da tessuto linfoide e poste ai lati della gola, in prossimità della base della lingua, servono a proteggere l’organismo dalle infezioni batteriche e virali causate da microrganismi che giungono al nostro corpo mediante naso e bocca: tuttavia, questi stessi patogeni possono rappresentare la causa di infiammazioni quali la tonsillite che è, nella maggior parte, di natura virale.
I sintomi della tonsillite possono essere:
- gonfiore alle tonsille;
- febbre;
- mal di gola durante la deglutizione;
- alito cattivo;
- arrossamento e comparsa di placche;
- gonfiore ai linfonodi del collo;
- male all'orecchio.
Tonsillite gonfie e antibiotico: la terapia
Esistono molti casi di tonsillite batterica che necessitano di trattamenti farmacologici che prevedono l’uso di antibiotici prescritti dal pediatra o dal medico di base.
Laddove al forte mal di gola, si aggiungano difficoltà a deglutire, brividi di freddo e linfonodi ingrossati, aumentano le probabilità che si tratti di una faringo-tonsillite.
Se il medico diagnostica la faringo-tonsillite, è necessario capire se la patologia è di origine virale o batterica.
L’infezione virale non richiede l’antibiotico, mentre quella batterica necessita di una terapia antibiotica specifica volta a prevenire complicanze come problematiche cardiovascolari o febbre reumatica, causate da una particolare infezione delle tonsille causata da un batterio chiamato “streptococco Beta emolitico di gruppo A” (SBEA).
Queste complicanze, molto comuni prima dell’avvento degli antibiotici, sono oggi estremamente rare nei paesi industrializzati ma si registrano ancora nei paesi in via di sviluppo.
L'antibiotico per tonsillite più utilizzato? L'augmentin, a base di penicillina per uso orale.
Non solo antibiotici per placche in gola: gli altri farmaci
Dopo un'attenta osservazione da parte del medico, verrà determinato il principio attivo e la dose più appropriata di medicinale contro la tonsillite in base alla gravità, allo stato di salute generale e alla risposta al trattamento.
Ecco alcune classi di farmaci comunemente utilizzate per trattare le tonsille gonfie:
- Paracetamolo (o acetaminofene, es. Tachipirina, Efferalgan, Sanipirina): utilizzato alleviare la febbre e ridurre la febbre. Disponibile in compresse, sciroppo, bustine effervescenti o supposte, si assume generalmente una dose di 325 - 650 mg ogni 4-6 ore per 6-8 giorni consecutivi. Se la febbre persiste, consultare il medico;
- Acido acetilsalicilico (es. Aspirina, Vivin, Ac Acet, Carin): si consiglia una dose di 325-650 mg per via rettale o orale ogni 4 ore, secondo necessità. Non superare i 4 grammi al giorno e non somministrare ai bambini sotto i 12 anni per evitare rischi di danni cerebrali, epatici e sindrome di Reye;
- Ibuprofene (es. Brufen, Moment, Subitene): indicato per il dolore moderato, viene consigliata una dose di 200-400 mg per via orale (compresse, bustine effervescenti) ogni 4-6 ore dopo i pasti secondo necessità. Non bisognerebbe mai superare i 2,4 grammi al giorno. La somministrazione endovenosa non è raccomandata;
- Amoxillicina (es. Augmentin, Klavux): per tonsillite batterica diagnosticata precocemente, iniziare con 250-500 mg per via orale ogni 8 ore per 7-10 giorni, oppure 500-875 mg due volte al giorno. Se diagnosticata più tardi, assumere 775 mg una volta al giorno, un'ora prima dei pasti per 10 giorni. Efficace anche per sovrainfezioni da Streptococco piogene;
- Claritromicina (es. Biaxin, Macladin, Klacid, Soriclar, Veclam): si consiglia una compressa da 250-500 mg ogni 12 ore. Per tonsillite da Haemophilus influenzae, assumere 500 mg. Proseguire la terapia per 10 giorni;
- Penicillina (es. Benzil B, Benzil P): il farmaco preferito per trattare le tonsilliti batteriche causate da streptococcus beta emolitico. Da assumere per via orale per 10 giorni. In caso di allergia alla penicillina, si può optare per un antibiotico alternativo. È importante completare il ciclo di terapia per prevenire ricadute e resistenza agli antibiotici.
Placche in gola, tonsillite e antibiotico: la cura dipende dalla diagnosi
Se il medico sospetta di trovarsi davanti ad un caso di tonsillite da SBEA, può prescrivere test rapidi che permettono una diagnosi accurata.
Estremamente affidabili, questi esami vengono effettuati in tempi tanto brevi da risultare già pronti nel corso di una visita ambulatoriale. In particolare, lo sviluppo di tali analisi consente di evitare i tempi di attesa del tampone faringeo, di evitare test ematici e, soprattutto, di limitare la somministrazione di antibiotici laddove il test rapido suggerisca che si tratta di infezione virale.
Sotto questo punto di vista, è necessario evitare l'assunzione di antibiotici se non indispensabile per contrastare lo sviluppo di antibiotico-resistenze.
In linea generale, in caso di tonsillite batterica, il medico, seguendo le linee guida internazionali, prescriverà una terapia antibiotica con un antibiotico beta-lattamico delle durata di dieci giorni, volta alla eradicazione dell’infezione batterica.
Se il paziente risulta allergico alle penicilline o alle cefalosporine, il medico potrà optare per la scelta di altri antibiotici di seconda scelta, come i macrolidi.
Infine, è possibile affermare come il tampone faringeo, la coltura e i test ematici rimangano fondamentali quando non si registrano miglioramenti a seguito della terapia antibiotica e si sospetta dunque la possibilità che il batterio sia resistente all’azione di un dato farmaco: questi test permettono di cambiare terapia farmacologica utilizzando antibiotici diversi verso cui il batterio che causa la faringo-tonsillite non si mostri resistente.
Risulta, quindi, fondamentale evitare ogni rimedio fai da te: prima di procedere con la terapia, è importantissimo recarsi dal medico per riconoscere la natura della tonsillite.
Quali sono le cause della tonsillite?
La causa principale della tonsillite risiede nell'attivazione di microrganismi patogeni, che trovano l'habitat ideale per la loro replicazione all'interno dell'organo.
Questo disturbo può essere di duplice natura:
- virale: nella maggior parte dei casi, si tratta di Adenovirus e Rhinovirus (i virus del comune raffreddore) e provoca mal di gola e febbre. Normalmente la sintomatologia si risolve spontaneamente nell'arco di 72 ore.
- batterica: in caso di persistenza dei sintomi oltre le 72 ore, l'infezione è di natura batterica e la terapia diventa antibiotica.
Più raramente la tonsillite può essere provocata dal virus Epstein Barr (mononucleosi) o associata a immunodeficienza (Hiv).
Va sempre ricordato che l'inizio della terapia antibiotica per tonsillite dovrebbe essere suggerito dal medico o dallo specialista: iniziare una terapia antibiotica fai da te non è opportuno, dal momento, nella maggior parte dei casi, il disturbo è virale.
Dopo 72 ore di attesa e sintomatologia invariata l'antibiotico deve essere somministrato con posologia giornaliere e durata corretta per ottenere un completo e non parziale risultato terapeutico.
Inoltre, frequentemente il paziente confonde le placche in gola con residui di cibo, cellule morte e altre impurità soggette a cristallizzazione che possono raccogliersi in questi anfratti e che non necessariamente sono responsabili di infezione.