Una buona notizia dal mondo della prevenzione: secondo gli esperti, i termometri intelligenti che rilevano la temperatura corporea attraverso l’aria potrebbero aiutare i ricercatori a individuare i focolai di malattie più velocemente.
I dispositivi consentono non solo di vedere la temperatura sui telefoni, ma anche di avvisare i ricercatori su picchi di febbre poco normali che divampano in alcune zone, ha spiegato il dottor Dimitri Christakis, professore presso l’ospedale per bambini del Research Institute di Seattle.
Tuttavia, al fine di monitorare le epidemie con i termometri intelligenti, più persone dovrebbero usare gli strumenti tecnologici, ha detto Christakis: “Se ampiamente utilizzati, hanno il potenziale per essere uno strumento molto importante nella previsione e nel monitoraggio delle epidemie”.
Lo studio e il caso di Dallas
In uno studio recente Christakis ha analizzato i dati dei cittadini statunitensi che hanno utilizzato il Kinsa smart termometro, un termometro intelligente approvato dalla US Food and Drug Administration. A partire da settembre 2014, quasi 3.000 termometri Kinsa negli Stati Uniti erano stati utilizzati almeno una volta. I ricercatori hanno scoperto che l’uso di questo termometro ha raggiunto il picco a Dallas, dopo che la città ha avuto il suo primo caso di Ebola a fine settembre 2014. Nel mese prima c’erano state 5,6 letture di temperatura per utente, ma due mesi dopo, nel novembre 2014, ce n’erano 10,6.
Utilizzando il termometro Kinsa, gli utenti accettano di ricevere i loro dati in forma anonima caricati su una cartella in cui potrebbero accedere i ricercatori. Gli utenti possono anche scegliere se far rilevare l’accesso e la loro posizione alle applicazioni smartphone.
Il picco a Dallas dimostra che le persone utilizzano di più questi termometri, quando sono preoccupate per una particolare malattia. Nell’insieme della nazione c’è stato anche un aumento della percentuale di utenti che aveva una febbre durante il periodo di studio – da circa il 4% a marzo 2014 a quasi il 12% nell’ottobre 2014. Tuttavia, questo aumento potrebbe essere dovuto a più persone che usano la tecnologia, o potrebbero riflettere semplicemente l’inizio della stagione influenzale.
Per capire se un’epidemia sta per scoppiare, i ricercatori avrebbero bisogno di raccogliere informazioni su quante persone hanno la febbre in una zona in un determinato momento.
Social Network: possono essere utili?
Christakis ha osservato che alcuni ricercatori hanno cercato di utilizzare i social media per monitorare e prevedere le epidemie, a seconda che gli utenti e i loro amici raccontassero di avere l’influenza o descrivessero alcuni sintomi. Tuttavia questa informazione è “relativamente grezza rispetto ai dati raccolti oggettivamente”, come la lettura della temperatura.
Attualmente, nessuno sta usando i dati dei termometri intelligenti per monitorare i focolai delle malattie infettive, ma si spera che lo studio di Christakis spingerà i ricercatori a testare la tecnologia per questo scopo.
Lo studio è stato pubblicato online l’8 settembre sulla rivista JAMA Pediatrics. Christakis specifica di non ricevere fondi da Kinsa.