Si fa strada una nuova terapia per il tumore allo stomaco

Elisabetta Ciccolella | Farmacista

Ultimo aggiornamento – 20 Giugno, 2014

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I risultati di un nuovo studio internazionale, presentato nel corso del Congresso Asco di Chicago, fanno sperare in una cura per il cancro dello stomaco. Lo studio potrebbe essere il punto di partenza per ottenere una innovativa ed efficace terapia per il tumore allo stomaco, neoplasia spesso fatale e che forse potrebbe essere combattuta e sconfitta in parte grazie a una nuova molecola “intelligente” che la Fda americana ha deciso di sperimentare in via prioritaria.

Il nuovo farmaco

Il farmaco della speranza si chiama Ramucirumab e agisce impedendo la formazione di nuovi vasi sanguigni che apportano sangue e nutrienti alle cellule tumorali e, dunque, limita l'alimentazione della massa tumorale attraverso il plasma, rendendo più lenta la progressione del cancro allo stomaco. In pratica, la molecola non debella totalmente la malattia, quindi non fa guarire ma permette di rallentare lo sviluppo del cancro, consentendo così al malato di godere di una aspettativa di vita maggiore e di una qualità migliore della vita stessa, poiché il farmaco presenta scarsi effetti collaterali.

Il nuovo antineoplastico non è un farmaco “miracoloso”, ma tuttavia è molto importante avere una speranza di cura per un tipo di tumore così aggressivo e spesso letale e può costituire un primo passo per la cura delle neoplasie che colpiscono anche altri organi, come il seno o l’intestino.

La prevenzione

Ricordiamo che prevenire è poi sempre meglio che curare. Prevenire il cancro dello stomaco significa seguire un regime alimentare povero di carni rosse e cibi conservati sotto sale e ricco di frutta e verdura, questi ultimi alimenti riducono il rischio di insorgenza del tumore allo stomaco. 

Elisabetta Ciccolella | Farmacista
Scritto da Elisabetta Ciccolella | Farmacista

La salute è il bene più importante. Questo è ciò che credo e che, da brava farmacista, cerco di trasmettere ogni giorno ai pazienti con cui mi rapporto.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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