Uno strano caso: il verme solitario infesta il cervello

Vincenzo Russo | Blogger

Ultimo aggiornamento – 17 Dicembre, 2014

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Un caso veramente insolito, quello presentatosi ai medici britannici dell’ospedale Addenbrooke di Cambridge quattro anni fa e risolto solo recentemente.
Un cittadino britannico di origine cinese, 50 enne e in buona salute, si è rivolto ai medici perché da tempo afflitto da un mal di testa invalidante accompagnato, spesso, da convulsioni, anosmia e ageusia, cioè perdita dell’olfatto e del gusto, refrattari a qualunque terapia.

Le cause

Dopo una prima batteria di test per escludere patologie pregresse, come la sifilide, o in incubazione, come l’infezione da HIV, i medici hanno optato per una possibile causa tumorale, effettuando esami diagnostici e biopsia.

Il fatto che la RMN rivelasse una lesione infiammatoria mentre i risultati istologici della biopsia escludessero la presenza di cellule tumorali, ha lasciato i medici perplessi e privi di un risultato diagnostico valido. Per arrivare alla soluzione, sono stati necessari 4 quattro anni. Esaminando i referti delle RMN effettuate in periodi diversi, i medici si sono accorti, non senza stupore, che l’area apparentemente lesionata cambiava posizione e direzione anno dopo anno e, nel giro di 4 anni anni, si era mossa di 5 centimetri.

La scelta terapeutica si è quindi indirizzata verso l’intervento chirurgico, ritenuto indispensabile per scoprire le cause.
L’intervento, con grande sorpresa dell’equipe medica, ha rivelato la presenza di uno sgradito ospite, un parassita conosciuto come spirometra erinaceieuropaei, in termini comuni una tenia o verme solitario.

Pericolo tenia

Si tratta di una specie presente soprattutto nei paesi orientali che difficilmente infetta l’uomo. Sono state documentate, dagli anni ’50 oggi, soltanto 300 infezioni e mai nessuna in Gran Bretagna o in Europa. Lo spirometra vive in acqua e infetta piccoli crostacei. Gli animali che se ne cibano diventano gli ospiti successivi. Poiché non resiste alle alte temperature il rischio di infezione per l’uomo, comunque basso perché l’organismo umano non è un ambiente favorevole alla vita del parassita, sono limitate al consumo di cibi crudi e, in particolare, di carni di animali infetti.

Nel caso specifico non è stato chiarito come l’uomo possa essersi infettato ed ancor meno come il verme possa aver raggiunto il cervello.
Il maggior indiziato è un trattamento terapeutico “casalingo” somministrato in Cina e basato su un impiastro ricavato macerando carne cruda di rana, un rimedio tradizionale cinese contro le infezioni agli occhi.

Dal punto di vista della medicina occidentale, invece, è stato lanciato un allarme perché l’esame genetico effettuato sui resti del verme estratto dal paziente, ha mostrato una catena anomala di DNA, con una sequenza 10 volte più lunga rispetto a quella conosciuta per questi parassiti. Si ipotizza una mutazione della specie che possa renderla pericolosa per gli esseri umani.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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