Intervista al dr. Federico Bozzetti , Specialista in Oncologia a Milano.
Il conto alla rovescia è iniziato. In tutto il mondo, il 4 febbraio si celebra il World Cancer Day, la Giornata mondiale contro il cancro, proclamata ormai più di 20 anni fa, nel 2000, dalla Union for International Cancer Control (UICC).
Obiettivo? Dare voce o, meglio, urlare a chiare lettere per sensibilizzare le comunità di ogni dove su una delle priorità mondiali della salute: la lotta contro il cancro. Perché farlo? Perché i numeri, ahimè, fanno ancora paura, sebbene la ricerca faccia passi avanti: sono circa 377.000 le nuove diagnosi di cancro nel 2020, 195.000 negli uomini e 182.000 nelle donne (nel 2019, erano invece rispettivamente, 196.000 e 175.000). Parliamo di circa 6.000 casi in più rispetto allo scorso anno.
Come detto, i progressi ci sono e sono innegabili. Dal 2000 abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione, quella "genomica", che ha consentito lo studio sempre più dettagliato del genoma umano, valutando così i geni coinvolti nello sviluppo delle neoplasie. Siamo poi passati all'applicazione delle cure immunoterapiche, in grado di potenziare le difese. Ancora, la chemioterapia "intelligente", una maggiore attenzione alla alimentazione e a tutti i fattori di rischio.
Insomma, di strada ne è stata fatta, sebbene il percorso risulti ancora lungo e non semplice, il nostro Paese ha contribuito notevolmente con le sue eccellenze. A parlarcene l'AIOM, in un recente articolo/resoconto.
Fiduciosi, come sempre, nel futuro e negli importanti sviluppi della ricerca, puntiamo lo sguardo su uno degli aspetti del cancro, cercando assieme al dr. Federico Bozzetti, oncologo di Milano, di capire cosa si intende con il termine "stadiazione", perché la consapevolezza può fare la differenza.
Cosa si intende con stadiazione e come si misurano gli stadi di un cancro?
Esistono 4 stadi clinici di un tumore e si misurano con esami soprattutto radiologici, che definiscono la diffusione del tumore nell'organismo, partendo dal suo organo di origine.
Quali esami sono necessari per individuare lo stadio?
Talvolta, può essere sufficiente una visita clinica, ma più spesso allo Specialista occorrono esami dettagliati, come l’ecografia, la TAC, la Risonanza Magnetica e la PET .
Qual è la differenza tra tumore benigno e maligno?
Un tumore benigno è quello che non si diffonde e resta confinato all’organo di origine, anche se può crescere di dimensioni.
Questo tumore ha perciò un comportamento clinico benigno, a meno che non insorga in strutture molto delicate, come per esempio il cuore o il cervello, ove allora può determinare complicazioni importanti e anche mortali.
Al contrario, un tumore maligno si diffonde a distanza (dà origine a metastasi ) e compromette inesorabilmente, se non curato, la funzionalità di organi vitali (cervello, fegato, polmone, etc…) e, quindi, la sopravvivenza del paziente.
Cosa significa, infine, "tumore a basso grado e ad altro grado"?
È una definizione che si effettua al microscopio, osservando alcune caratteristiche anatomiche delle cellule tumorali (es. dimensioni dei nuclei, numero delle divisioni, etc…), per valutare la aggressività del tumore.
Vi è spesso concordanza tra “grado” del tumore e il suo comportamento clinico.