Due distinti gruppi di ricercatori hanno annunciato, nello stesso giorno, di aver compiuto passi avanti nella lotta contro il cancro al seno triplo negativo.
Gli approcci sono molto diversi tra loro e la tempistica è una pura coincidenza, ma di certo è una nuova speranza per quella che, ad oggi, è la tipologia di tumore al seno più difficile da trattare.
Tumore al seno triplo negativo
La maggior parte dei tumori al seno coinvolge geni dei recettori per estrogeni, progesterone e Her2/Neu. La chemioterapia colpisce ognuno di questi recettori e può migliorare notevolmente la prospettiva di sopravvivenza di molte donne malate. Tuttavia, il 15-25% dei tumori al seno sono noti come tripli tumori mammari negativi (TNBCs) e non colpiscono nessuno di questi recettori. Esistono tumori TNBCs diversi: alcuni hanno buone prospettive di guarigione, altri sono ancora molto difficili da trattare, con alti tassi di recidiva entro 3-5 anni.
Ricerca australiana
Il Garvan Institute di Sydney ha scoperto che le diverse forme di TNBC possono essere classificate come malattie distinte perché hanno origini diverse. Sulla rivista Nature Communications il dottor Alex Swarbrick ed il dottor Simon Junankar riferiscono di aver scoperto una forma di TNBC arricchita nelle cellule staminali.
Secondo i loro studi, il gene inibitore di differenziazione 4 (ID4) sopprime la specializzazione nelle cellule staminali mammarie. Quando lavora correttamente, ID4 ritarda la trasformazione delle cellule staminali in cellule specializzate. Tuttavia, se il gene ID4 è “sovra-espresso”, le cellule staminali che conserva si possono facilmente trasformare in cellule cancerose.
“Abbiamo scoperto che ID4 è prodotto ad alti livelli in circa la metà di tutti i tumori al seno triplo negativo” rivela Swarbrick. “Questi tumori hanno una prognosi particolarmente cattiva“. Cancri TNBC derivanti da cellule specializzate, senza alcun apparente coinvolgimento di cellule staminali, hanno una percentuale di successo nel trattamento molto più alta.
“Abbiamo anche dimostrato che se si blocca il gene ID4 in modelli sperimentali di tumore al seno triplo negativo, le cellule tumorali smettono di dividersi”, conclude Swarbrick. Inoltre, quando il gene ID4 viene soppresso si avvia la conversione del tumore ad una forma più curabile di cancro al seno, contro la quale il farmaco tamoxifene si è dimostrato molto efficace.
“Non sappiamo ancora se stiamo assistendo ad un vero e proprio cancro estrogeno-dipendente dopo la soppressione di ID4, o soltanto ad una sua caricatura”. Tuttavia, anche se il percorso di trattamento sui recettori degli estrogeni si dimostrasse un’illusione, bloccare ID4 offre una notevole speranza per migliorare la prognosi di chi soffre di TNBC.
La rosa canina: una cura possibile?
Una ricerca condotta presso l’American Society for Pharmacology and Experimental Therapeutics indica un’opzione di trattamento tumorale più immediata: gli estratti di rosa canina sembra che diminuiscano la proliferazione dei tumori TNBC e che incrementino l’efficacia della chemioterapia.
Molti prodotti chimici hanno provato a combattere il cancro in vitro, ma gli effetti collaterali sugli organismi viventi si sono sempre dimostrati un problema. Invece le bacche di rosa canina, utilizzate anche nella preparazione di tè e tisane, potrebbero avere un percorso clinico molto più rapido anche perché, come afferma il dottor Patrick Martin della North Carolina Agricultural and Technical State University: “Gli effetti collaterali sono ben noti”.
Per ragioni sconosciute, infine, si è scoperto che TNBC è particolarmente comune tra le donne afro-americane: “Non esiste una ricerca molto ampia sul legame tra TNBCs e donne afro-americane, così stiamo cercando di aumentare le conoscenze su questo particolare tumore nella comunità scientifica e agli occhi del pubblico”, sostiene Patrice Cagle, un giovane dottorando.