Sindrome metabolica e disturbi alla prostata: curarli con l’alimentazione

Benedetta Borzillo | Blogger

Ultimo aggiornamento – 07 Febbraio, 2014

Quali sono le ultime novità sul fronte della salute maschile?

Recenti studi sostengono che la sindrome metabolica abbia un’influenza nell’insorgere dell’iperplasia prostatica benigna, così che un approccio terapeutico comune ai due disturbi sembra essere la soluzione più efficace.

Ma quali sono, nel concreto, le cure proposte? E perché iperplasia prostatica e sindrome metabolica vengono connesse?

Andiamo con ordine.

Che cos’è la sindrome metabolica?

La sindrome metabolica o sindrome X è una situazione complessa, che coinvolge su più fronti l’organismo. In quanto sindrome, la si può definire come un aggregato di sintomi e segni, parte di un unico processo metabolico.

I sintomi classici comprendono condizioni come il diabete di tipo 2 (quello dell’età avanzata), l’aumento del grasso al girovita, l’ipertensione, l’aumento del colesterolo e dei trigliceridi, la riduzione del testosterone. La novità?

A questi disturbi, studi recenti aggiungono anche i disturbi di natura prostatica: ingrossamento della prostata, come ad esempio l'iperplasia prostatica benigna, problemi urinari e disfunzioni sessuali. 

Che cos’è l’iperplasia prostatica benigna?

L’iperplasia prostatica benigna altro non è che l’ingrossamento della prostata, non dovuto a patologie severe ma all’aumento di volume della ghiandola prostatica.

Questa condizione di ingrossamento provoca sintomi molto fastidiosi, che vanno dalla necessità di urinare più spesso, a volte con urgenza, al bisogno di alzarsi di notte per urinare, fino alla riduzione totale del getto delle urine. Inoltre, è stato recentemente confermato il collegamento fra disfunzione erettile e i fastidiosi sintomi urinari conseguenti all’iperplasia prostatica benigna.

Iperplasia prostatica e disfunzioni erettili sono connesse?

Sono ben sette milioni gli italiani che soffrono di problemi alla prostata; e ben il 70% di chi soffre di disfunzione erettile presenta anche i sintomi urinari dell’iperplasia prostatica.

Dunque sì, disfunzioni prostatiche e sessuali sono connesse. Tant’è che alcuni farmaci noti per la disfunzione erettile sono ora indicati anche per il trattamento dei sintomi urinari derivanti dall’ingrossamento della prostata. 

Perché si suppone che l’iperplasia prostatica sia un sintomo della sindrome metabolica?

“L’infiammazione cronica potrebbe rappresentare l’anello di congiunzione tra l’ipertrofia prostatica benigna e la sindrome metabolica” suggerisce il dott. Furio Pirozzi Farina, professore associato di Urologia e direttore del dipartimento di Urologia Andrologica dell’AOU di Sassari. “Proprio per questo”, aggiunge, “una corretta alimentazione diventa fondamentale”.

Infatti, è risaputo che un’alimentazione controllata consente di tenere a bada tutti i vari sintomi della sindrome metabolica.

Basterà una dieta controllata anche per la prostata?

Se i disturbi prostatici rientrano nel quadro generale della sindrome metabolica, allora sì, una dieta sana migliorerà anche la salute della prostata. Così come migliorerà la salute sessuale. 

È inoltre provato che la riduzione del grasso del giro vita può determinare un rapido miglioramento dei disturbi urinari collegati all’ingrossamento della prostata e della funzione sessuale.

Consigli per un’alimentazione a prova di prostata e disfunzioni sessuali.

A chi soffre di iperplasia prostatica benigna e sindrome metabolica, si consiglia una dieta che associa cibi che non favoriscono l’infiammazione cronica ad alimenti a ridotto contenuto di grassi e zuccheri. I primi, capaci di lenire lo stato di infiammazione cronica. I secondi, capaci di ridurre proprio l’aumento adiposo del giro vita e la glicemia.

Semaforo rosso

Altolà a carni, fresche e conservate, salumi e insaccati, patatine fritte e formaggi grassi, tutti alimenti ricchi di omega-6 e in grado, perciò, di favorire la produzione di sostanze ad effetto infiammatorio. Semaforo ancora rosso per l’eccesso di zuccheri, i dolci, le bevande zuccherate, le farine raffinate: i picchi ipocalorici e in generale un eccesso di zucchero hanno anch’essi un effetto infiammatorio.

Semaforo verde

Nulla osta invece per gli alimenti ricchi di omega-3, in grado di ridurre la risposta infiammatoria. Come la crema di riso integrale, il pesce, l’olio extravergine di oliva, l’olio di riso.

Tra le verdure abbiamo in particolare carote, zucca, zucchine, cavolo, finocchio, cicoria, rape e radici in genere. E la frutta? Mele e pere cotte e non zuccherate sembrano essere un toccasana.

 

Benedetta Borzillo | Blogger
Scritto da Benedetta Borzillo | Blogger

Scrivo, leggo, insegno e... ancora scrivo.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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